giovedì 24 novembre 2011

“L’intervento shock di Monti”

Gira su internet un video in cui il presidente del Consiglio spiega come funziona l’Europa; e qualcuno grida al complotto.



Se è vero che i governi migliori sono quelli che sono in grado di essere più impopolari, allora il governo Monti è di gran lunga il governo migliore di sempre visto che basta un videomontaggio di un innocuo – vedremo subito perché – discorso tenuto dal professore-premier, in cui il presidente del Consiglio spiega la sua visione del cammino di unificazione europea, per pensare di dimostrare che lui sia parte attiva e promotore del consueto complotto per l’annullamento della democrazia e la nascita della tecnocrazia dei banchieri e dei burocrati. Un video, che gira su Youtube, montato da un utente Facebook, e che ritiene di diffondere una “informazione libera”, prende le parole di Mario Monti pronunciate in un non meglio identificato intervento e pone delle domande all’utente che lo guarda.


LE PAROLE DI MONTI – Il video viene caricato sul profilo Romaunita Tv, ultimo di una serie di video che parlano dell’”usurpazione del potere politico” e di una “manifestazione contro la moneta”. Nel video, Monti afferma che non bisogni sorprendersi se “l’Europa abbia bisogno di crisi anche gravi per andare avanti”. D’altronde “i passi avanti dell’Europa sono per definizione delle cessioni di sovranità dagli stati nazionali ai livelli comunitari”, dice l’allora futuro presidente del Consiglio dei Ministri. “E’ chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa maggiore di quello del farlo”, perché la collettività si trova nel mezzo di una grande crisi: “Abbiamo bisogno delle crisi, come tutti i consessi internazionali, per fare passi avanti; ma quando le crisi si risolvono rimangono leggi e istituzioni, per cui non è pienamente reversibile” questo processo di progressiva unione, dice il presidente del Consiglio. Monti continua criticando una democrazia basata sui sondaggi, nella sua versione più tecnologica, degli instant polling: “E’ il colmo della democrazia, o è il colmo della followership?”, si chiede l’uomo della Bocconi. “In Europa abbiamo troppi governi che si dicono liberali e che hanno tentato di ridurre la libertà di azione delle autorità che si sposano necessariamente al mercato”, dice Monti; il videomaker pone qui l’ultima sua considerazione apocalittica: “Gli stati che si sono opposti (Grecia, Spagna, Italia) hanno già cambiato governi”.

LE DOMANDE CHE NON C’ERANO – Ultima, dicevamo, delle sue considerazioni, che ci sono utili per mettere sul tavolo tutta la serie delle accuse complottiste o para-golpiste che vengono rivolte al gabinetto Monti e alla sua azione di governo. Al video vengono rimosse le domande effettive a cui Monti risponde (lo nota, in calce al video, un commentatore: dolendosene), e vengono suggerite delle domande alternative. “Secondo lei”, signor Monti, “noi italiani dovremmo cedere la nostra sovranità popolare all’Europa dei banchieri?”; ancora: “Come pensa di convincere il popolo a cedere la sua sovranità?”, “Quindi le crisi”, di cui Monti come abbiamo visto parlava, “servono a “cedere” all’Europa diritti e sovranità?”; “quando la crisi finisce i cittadini potrebbero chiedere in dietro (sic) le proprie sovranità?”. E alla fine, il grande complotto: “Domanda finale per te cittadino che stai guardando questo video: Draghi, Napolitano e Monti, da chi sono stati eletti? Tu gli hai dato il tuo voto? Tu hai dato loro il permesso di cedere la tua sovranità? Rifletti e cerca di svegliarti prima che sia troppo tardi”, dice il video. Una serie dunque di domande provocatorie che puntano a smascherare un complotto che avrebbe buttato giù le fondamenta dello Stato Italiano e che ci danno la possibilità di rivelarvi finalmente le generalità del complottista. Il criminale ha nome e cognome: responsabile di ciò che è successo in Italia nelle ultime settimane è la Costituzione della Repubblica Italiana.

LA COSTITUZIONE – Chi ha portato Mario Monti al governo? Perché Mario Monti non è stato eletto e siede comunque sulla poltrona di Palazzo Chigi, a fare il presidente del Consiglio dei Ministri? Questo accade perché viviamo in una repubblica parlamentare, dove ad essere eletto, nonostante anni di Berlusconi, è il parlamento e non il governo: per cui quest’ultimo può essere defenestrato e sostituito con qualsiasi esecutivo abbia la fiducia delle Camere. Monti è stato eletto da qualcuno? No, né c’è bisogno che lo sia: il Parlamento, formato dai rappresentanti eletti – loro sì – del popolo italiano, gli hanno accordato la fiducia. Seconda domanda: Monti ha intenzione di cedere la nostra sovranità all’Europa dei banchieri? Che l’Europa sia dei banchieri è da provarlo, per ora, stando a ciò che c’è scritto nel Trattato di Lisbona, è dei suoi popoli e certamente dei suoi cittadini. A voler trasferire la nostra sovranità all’Unione è, dicevamo, la nostra Costituzione.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

L’articolo 11 è quello che ci qualifica come una repubblica nemica della guerra indiscriminata e, guardacaso, amica dell’Europa. Lo diceva Don Milani in un passo de L’obbedienza non è più una virtù. L’Europa è alle porte. La Costituzione è pronta a riceverla: «L’Italia consente alle limitazioni di sovranità necessarie…». I nostri figli rideranno del vostro concetto di Patria, così come tutti ridiamo della Patria Borbonica. I nostri nipoti rideranno dell’Europa. Le divise dei soldati e dei cappellani militari le vedranno solo nei musei.
Poi non è andata proprio così, o almeno, non con questa facilità.
IL CAMMINO EUROPEO – Sta di fatto che a Roma nel 1957 è stato firmato il trattato che istituisce la Comunità Economica Europea, che insieme alla Comunità del Carbone e dell’Acciaio ha dato i natali alle Comunità Europee; poi c’è stata Maastricht nel 1993, poi Amsterdam, Nizza e infine Lisbona nel 2007: l’Unione Europea ha in effetti limitato la sovranità del nostro paese, in maniera perfettamente consentita dalla nostra Costituzione. Quindi non lo dice Monti che noi possiamo cedere la nostra sovranità, ma la Carta; che noi si debba non è detto, ma bisognerebbe scegliere di scendere dal treno dell’Europa, di cui siamo soci fondatori, il che sarebbe abbastanza strano. E’ vero che l’Unione può creare atti legislativi che hanno effetto sulla vita di tutti i cittadini, che la Corte di Giustizia Europea può invalidare atti illegittimi per il diritto dell’Unione; è vero che l’Unione è un soggetto invadente nella vita dello Stato e della sua sovranità: questo perché l’Unione ambisce ad essere il futuro, un futuro che per essere creato ha bisogno di rinunciare ad una parte dei propri egoismi per un investimento in qualcosa di più grande, come l’Europa Unita. Una sfida non priva di difficoltà e che ad oggi è tutt’altro che vinta, anche e soprattutto per la mancanza di una governance politica che trasferirebbe davvero quella sovranità che oggi l’Unione non ha. Per questo Monti non ha bisogno di “convincere” nessuno a cedere la propria sovranità: “in condizione di parità” con gli altri stati dell’Unione, basta la nostra Carta Costituzionale, che fin dal 1946 aveva previsto questo approdo.

Come dicevamo, è possibile, a certe condizioni, uscire dall’Unione Europea; possibilità peraltro chiarita di recente, e comunque macchinosa. Mario Monti, con tutto questo, c’entra in maniera relativa.
CRISIS? WHAT CRISIS? – Ultima accusa che viene a Mario Monti (ma in realtà, a tutti gli uomini di governo parte di questo fantasmagorico complotto) è, per certi versi, la più assurda: il professore ha detto che le istituzioni umane, gli ordinamenti, per poter progredire, per fare passi avanti, hanno bisogno di “crisi”. Più le crisi sono gravi più spingono i gruppi umani ad interrogarsi; la situazione non cambia, dice Monti, fino a quando il costo sopportato per non cambiare è di gran lunga maggiore al costo che si sopporterebbe cambiando: in breve, fino a che non convenga. Finita la crisi, la società si accorge di aver costruito qualcosa di nuovo (“leggi, istituzioni”) che, approvate in situazioni di emergenza, impediscono di fatto il tornare al punto di partenza. Ricordandoci che crisi viene dal verbo greco “krino”, che significa scegliere, discernere, giudicare; e che quindi il termine crisi identifica un momento di grande dinamismo in cui si è spinti a prendere delle strade che prima non si pensava di poter seguire, viene da chiedersi in cosa il ragionamento di Monti non sia condivisibile. A meno, ovviamente, di non avere un complotto in mente.


ITALIANI SVEGLIATEVI, NON E' MAI TROPPO TARDI.




FONTE: Giornalettismo.it

mercoledì 2 novembre 2011

LA FINE HA GIA' AVUTO INIZIO

Il default sta acquistando velocità. In prossimità del giorno dei morti, le campane stanno già suonando a martello per l'Italia. Il rumore della cascata sta diventando un rimbombo e, per aiutare il salto nel vuoto, la nostra classe politica rema nel senso della corrente. Se nulla cambia, l'anno che verrà i nostri titoli a media e lunga scadenza per 200 miliardi rimarranno invenduti e il Paese salterà. Lo sa Tremorti, lo sa Napolitano, che dissuade, monita, invita, ma in sostanza non muove un dito per cambiare la situazione. Resta a guardare, come le stelle nel romanzo di Cronin, aspettando l'ineluttabile. L'articolo 88 della Costituzione gli consente di sciogliere le Camere. Una minaccia che gli permetterebbe di dare l'incarico a un governo di salute pubblica con l'unico obiettivo di salvare il salvabile. Nessuno crede che userà mai l'articolo 88, neppure con la pistola puntata del fallimento della Nazione. Perché? Una domanda alla quale non riesco a rispondere. A cosa serve un presidente della Repubblica?Lo spread, il differenziale tra i nostri titoli e quelli tedeschi, ha raggiunto il 4,34%, il massimo di sempre. Significa che i i Btp valgono sempre meno e che, per venderli, bisogna aumentare gli interessi, arrivati al 6,2%. Il punto di non ritorno, in cui i titoli rimarranno invenduti, qualunque sia l'interesse riconosciuto, è vicino. Siamo come la Grecia due anni fa senza però un governo, un'opposizione e con la latitanza delle Istituzioni. Non ci vuole un veggente, l'oracolo di Delfi o Nostradamus, per sapere che fine ci aspetta. E' sufficiente mago Zurlì, con tutto il rispetto nei confronti di Cino Tortorella. L'unica risposta che le oligarchie al potere sanno dare è il taglio della spesa sociale, dei diritti acquisiti dai lavoratori, dalla pensione post mortem. I loro privilegi, le spese inutili legate agli interessi delle cooperative rosse e bianche e della Confindustria, sono intoccabili. Il finanziamento ai partiti di un miliardo di euro, bocciato da un referendum, l'acquisto di 131 caccia bombardieri dagli Usa per 15 miliardi, la Tav in Val di Susa per 22, la Gronda a Genova per 6/7, la cancellazione delle Province per 3/4 miliardi di risparmio annuo, l'annullamento dell'Expo per 3/4 miliardi. 1+15 +22 + 6 +3 + 3 sono (per difetto) 50 miliardi che si possono recuperare. Ed è solo una piccola parte dei tagli a costo zero per i cittadini. Si invocano di continuo i sacrifici, ma con quale autorità un parlamento anticostituzionale, non eletto da nessuno, ma nominato da alcuni segretari di partito, può chiederli? Come si può definire chi taglia le pensioni dei poveri cristi e incassa il vitalizio parlamentare? Chi ignora un referendum contro i finanziamenti pubblici ai partiti? Chi si scaglia contro le province e ha centinaia di consiglieri provinciali? Con questi moriremo tutti, noi prima di loro.