Kimberley Hainey, 37 anni, è stata riconosciuta colpevole per l’assassinio del proprio figlio Declan, di 14mesi, in un appartamento di Paisley, nel Renfrewshire. Il corpo in decomposizione è stato trovato nella sua culla 8 mesi dopo che è stato visto per l’ultima volta dai vicini. Ad aggravare la posizione della donna la mancata denuncia alla Polizia della morte del figlio.
NON E’ STATA UNA BUONA MADRE - La donna è stata condannata dall’alta corte di Glasgow al carcere a vita, con la possibilità della semilibertà solo dopo 15 anni di reclusione. L’ultima volta in cui Declan è stato visto vivo è stato nell’agosto 2009, e secondo gli inquirenti il bambino, al momento del ritrovamento, era morto da otto mesi. “Declan ha compiuto un anno nell’aprile 2009, e credeva di avere tutta la vita davanti a sé. La gente pensava che lei fosse una madre amorevole, invece dopo pochi giorni è morto”, questa l’arringa del giudice, Lord Woolman.
MANCATO CONTROLLO – Il giudice ha proseguito: “Lei doveva prendersi cura di suoi figlio. Non doveva permettere agli altri di avvicinarsi. Invece lei l’ha isolato dalla famiglia, dai vicini, dagli amici e dal sistema del welfare. Nessuno era convinto che Declan corresse dei rischi. La giuria l’ha condannata, cara signora, perché in tutto questo tempo non ha trattato Declan nel modo adeguato. Non l’ha nutrito. Non l’ha fatto bere. L’ha lasciato da solo per troppo tempo e non si è mai preoccupata della sua salute”.
NON E’ COLPA SUA – E non paga di ciò -questa la conclusione del giudice- ha fatto di tutto per nascondere quanto accaduto. Il suo è stato un crimine troppo grosso. Ha fatto di tutto per nascondere la morte di suo figlio”. La corte ha però riconosciuto che la Hainey aveva problemi con l’alcol e le droghe. Dal canto suo la Hainey ha detto che la perdita del figlio è stata una tragedia per lei insostenibile. “Amavo mio figlio più di qualsiasi cosa al mondo”. L’avvocato difensore della donna, Edward Targowski, ha invece detto che la sua assistita non è responsabile per la morte del bambino. “La sua unica colpa è stata quella di non rendere pubblica la sua morte per evitare che fosse accusata di questo orrendo delitto”.
TUGURIO - Nonostante tutto però la donna diceva, a tutti coloro che chiedevano dove fosse Declan, che era da alcuni familari o che stava da una baby sitter, così da far credere ai vicini che il piccolo fosse ancora in vita. La polizia dal canto suo ha reso pubbliche le foto della casa della donna. Da notare come l’appartamento fosse in realtà un deposito d’immondizia. In una foto si vede un lettino da viaggio riempito da bottiglie di plastica vuote. In altre si vedono delle bottiglie di latte rancido. Un’altra foto mostra i sanitari in condizioni pietose. Una situazione senza speranza, un bimbo morto e una donna in galera per almeno 15 anni. Una storia in cui non vince nessuno.
fonte: giornalettismo/daily mail
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