La Casa Bianca esprime sconcerto e rabbia per le prime ammissioni ufficiali del Pentagono sulla cattiva gestione dei resti umani non identificati
I corpi di alcune vittime dell’11 settembre, fra soldati e civili, quello del volo United Flight 93 principalmente che non fu fra quelli schiantatisi a New York, vennero consegnate alla camera mortuaria più importante dell’esercito americano a Dover, nel Delaware, per essere cremati e la struttura, una volta assolto il compito consegnò il materiale di risulta ad una società privata di smaltimento rifiuti che smaltì tutto, come da “core business”, insieme agli altri rifiuti. E’ grande l’imbarazzo e la rabbia della Casa Bianca mentre il dipartimento della Difesa, il Pentagono, ammette e conferma quelle che finora erano state rivelazioni giornalistiche.
“Si tratta della prima volta che il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ammette la cattiva gestione dei resti di vittime e soldati”, scrivono le agenzie in Italia, “dopo che a novembre il Washington Post aveva rivelato che la più importante camera mortuaria dell’esercito statunitense a Dover, in Delaware, aveva gettato i resti di alcune delle vittime delle guerre in Afghanistan ed Iraq in una discarica della Virginia. Nel documento pubblicato ieri dal Pentagono si legge che i resti gettati appartenevano sì alle vittime del 11/9, ma non potevano essere “né analizzati né identificati”. “Il presidente Obama è stato informato dell’inchiesta (…) e sostiene con forza gli sforzi intrapresi dal Pentagono per introdurre dei cambiamenti profondi così da evitare in futuro questo genere di incidenti”, ha dichairato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. “Secondo il rapporto”, continuano le notizie arrivate in Italia,”dopo averli inceneriti, la camera mortuaria consegnava i resti umani non identificati ad un’azienda privata perchè fossero smaltiti assieme ad altri rifiuti organici. Stando al rapporto di Abizaid, nel delegare lo smaltimento dei resti con gli altri rifiuti, gli ufficiali a capo della camera mortuaria della base di Dover “davano per scontato che dopo l’incenerimento, non rimanesse nulla”.
E invece non era così: “Il metodo di smaltimento delle parti del corpo”, scrive il New York Times” delle vittime dell’11 settembre è stato limitato a ciò che secondo il rapporto erano “varie porzioni e resti”, che non potevano essere identificate nell’attacco al Pentagono e nel sito dello schianto a Shanksville, Pennsylvania. Il rapporto afferma che i resti sono stati cremati e piazzati in contenitori forniti ad una società di smaltimento di rifiuti biomedici, che li ha inceneriti e messi in discarica”, il che aggiunge informazioni peraltro a quel che dicono le agenzie, visto che per il Times è stata la società a provvedere alla ulteriore cremazione. Ai familiari delle vittime è stata raccontata una ulteriore versione: “Non ci possiamo credere, i resti del volo 93 erano sotto la cura e il controllo del coroner della contea del Somerset, Wallace Miller. Ci ha detto che non furono inviati resti a Dover”, ha detto Lisa Linden, portavoce famiglie del volo United Flight 93.
I corpi di alcune vittime dell’11 settembre, fra soldati e civili, quello del volo United Flight 93 principalmente che non fu fra quelli schiantatisi a New York, vennero consegnate alla camera mortuaria più importante dell’esercito americano a Dover, nel Delaware, per essere cremati e la struttura, una volta assolto il compito consegnò il materiale di risulta ad una società privata di smaltimento rifiuti che smaltì tutto, come da “core business”, insieme agli altri rifiuti. E’ grande l’imbarazzo e la rabbia della Casa Bianca mentre il dipartimento della Difesa, il Pentagono, ammette e conferma quelle che finora erano state rivelazioni giornalistiche.
“Si tratta della prima volta che il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ammette la cattiva gestione dei resti di vittime e soldati”, scrivono le agenzie in Italia, “dopo che a novembre il Washington Post aveva rivelato che la più importante camera mortuaria dell’esercito statunitense a Dover, in Delaware, aveva gettato i resti di alcune delle vittime delle guerre in Afghanistan ed Iraq in una discarica della Virginia. Nel documento pubblicato ieri dal Pentagono si legge che i resti gettati appartenevano sì alle vittime del 11/9, ma non potevano essere “né analizzati né identificati”. “Il presidente Obama è stato informato dell’inchiesta (…) e sostiene con forza gli sforzi intrapresi dal Pentagono per introdurre dei cambiamenti profondi così da evitare in futuro questo genere di incidenti”, ha dichairato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. “Secondo il rapporto”, continuano le notizie arrivate in Italia,”dopo averli inceneriti, la camera mortuaria consegnava i resti umani non identificati ad un’azienda privata perchè fossero smaltiti assieme ad altri rifiuti organici. Stando al rapporto di Abizaid, nel delegare lo smaltimento dei resti con gli altri rifiuti, gli ufficiali a capo della camera mortuaria della base di Dover “davano per scontato che dopo l’incenerimento, non rimanesse nulla”.
E invece non era così: “Il metodo di smaltimento delle parti del corpo”, scrive il New York Times” delle vittime dell’11 settembre è stato limitato a ciò che secondo il rapporto erano “varie porzioni e resti”, che non potevano essere identificate nell’attacco al Pentagono e nel sito dello schianto a Shanksville, Pennsylvania. Il rapporto afferma che i resti sono stati cremati e piazzati in contenitori forniti ad una società di smaltimento di rifiuti biomedici, che li ha inceneriti e messi in discarica”, il che aggiunge informazioni peraltro a quel che dicono le agenzie, visto che per il Times è stata la società a provvedere alla ulteriore cremazione. Ai familiari delle vittime è stata raccontata una ulteriore versione: “Non ci possiamo credere, i resti del volo 93 erano sotto la cura e il controllo del coroner della contea del Somerset, Wallace Miller. Ci ha detto che non furono inviati resti a Dover”, ha detto Lisa Linden, portavoce famiglie del volo United Flight 93.
fonte Giornalettismo
Nessun commento:
Posta un commento