giovedì 30 settembre 2010

PALAU & HONDURAS

Oggi parliamo di Palau e dell’Honduras , cosa hanno in comune questi due piccoli stati? Qualcosa di molto speciale, mercoledi di due settimane fa i due presidenti dei piccoli paesi, Johnson Toribiong di Palau e l’hoduregno Porfirio Lobo, si sono incontrati a New York nell’ambito di una conferenza su “Poverta’ e Biodiversita’” ed hanno firmato una dichiarazione congiunta dove si invitano altri paesi a salvaguardare gli squali, predatori sempre piu’ minacciati dall’uomo. “Crediamo che sia interessa di tutti avere un ecosistema sano, questo puo’ esistere solo avendo animali sani e protetti come lo squalo” Le acque dei due paesi sono teatro di un ripopolamento del grande predatore senza precedenti. Gli attivisti e ambientali fanno notare che 73 milioni di squali vengono uccisi annualmente solo per alimentare l’appetito dell’ Asia' o per la pregiatissima minestra di pinna di pescecane. Lo sfruttamento eccessivo senza ritengo di questo animale ha ridotto il loro numero del 90 per cento durante gli ultimi 50 anni. L'anno scorso Palau ha istituito nelle proprie acque un santuario per proteggere gli squali e l'Honduras ha istituito parchi marini allo stesso scopo " Ci riteniamo molto fieri di proteggere il nostro ambiente - ha aggiunto Toribiong - gli squali sono necessari per il nostro ambiente , sono indispensabili per un oceano, sano- non sono certamente una minaccia. " " Senza squali, la salute dell'oceano si deteriorerebbe” ha aggiunto Porfirio Lobo. ." Nella loro dichiarazione congiunta, i due presidenti hanno fatto notare che uno squalo vivo frutto molto di piu’ di uno morto; grazie al ripopolamento effetuato si e’ calcolato che si guadagna molto di piu’ con un animale che attrae turisti verso le barriere coralline. I presidenti hanno citato uno studio che dimostra che un singolo squalo della scogliera ha un valore rinnovabile a livello turistico di circa $US33,000 all’ anno contro il suo esiguo costo pescato e destinato alle cucine asiatiche che e’ di soltanto $US32 ($A33.58) .

mercoledì 29 settembre 2010

IPERATTIVITA' MALATTIA DEL MILLENNIO

Attenti a non copiare gli Stati Uniti dove si stanno pagando le conseguenze dell’uso non corretto del Ritalin, farmaco che viene prescritto a bambini che soffrono della sindrome da iperattività. Il Ritalin è della classe delle anfetamine come l'extasy, l'LSD, cocaina, morfina, ecc, ecc. Dal 1989 è stato ritirato dal mercato e messo nella tabella degli stupefacenti dal nostro Ministero della sanità, per decreto ministeriale dal marzo 2003 è stato spostato dalla tabella degli stupefacenti a quella degli psicofarmaci. Quindi ci troveremo a breve medici che prescriveranno il Ritalin. Questa anfetamina ha, nelle intenzioni del Ministro, lo scopo di curare i bambini affetti da ADHD, sindrome da iper-attività. Non è una malattia ma un insieme di comportamenti ritenuti non normali che vengono riportati alla normalità dal Ritalin . C’è un rischio che si può correre anche in Italia- dice Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e Direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma- dove sulla diagnosi della sindrome da iperattività c’è una grande confusione. Basti pensare che fino a tre mesi fa i dati ufficiali annunciati dai Centri di eccellenza del nostro Paese indicavano l’incidenza della sindrome nel 4 per cento dei bambini, in pratica un bambino iperattivo ogni classe. Adesso, ad appena novanta giorni di distanza si comunica che l’incidenza non supera l’1 per cento e precisamente è lo 0,80. Questo vuol dire che si è fatta diagnosi di sindrome di iperattività in modo a dir poco sconcertante”. “Il problema di fondo è la diagnosi del disturbo- aggiunge Bianchi di Castelbianco- e vanno individuati con esattezza i bambini veramente sofferenti di questa patologia. Mi chiedo come possa avvenire questa individuazione se non sono ancora certi i criteri di diagnosi. Spesso si sente dire che il farmaco è molto efficace. Non si discute sulla validità della sostanza ma sul fatto che il farmaco funziona bene anche perché viene dato a bambini che non stavano male. Erano ritenuti iperattivi e dopo la cura sono giudicati “guariti”. Il fatto era che erano sani anche prima della terapia”.
Fonte: http://salute.notizie360.it/


Suggerisco di visitare il sito http://www.giulemanidaibambini.org/farmaci.html

martedì 28 settembre 2010

SCOPERTA LA CELLULA CHE GENERA IL CANCRO ALLA PROSTATA

Catturate le sfuggenti "cellule madre" del cancro alla prostata, ovvero le cellule responsabili di questo tumore e dalle quali il cancro ha inizio. Ciò è stato possibile grazie ad un originale esperimento che ha portato anche alla creazione di un tumore umano partendo da cellule sane. Annunciata sulla rivista Science, la scoperta è importante perché queste staminali del cancro potrebbero divenire un risolutivo bersaglio terapeutico e portare all'individuazione di nuovi marcatori per migliorare la diagnosi e mettere a punto test predittivi della gravità della malattia nel singolo paziente. Le staminali colpevoli, trovate da un team della Università di Los Angeles, si chiamano "cellule basali", ha spiegato Owen Witte, coordinatore dello studio. Si tratta di una scoperta importante, ha commentato il lavoro Ruggero De Maria, Dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, che fa un po' di luce sulle cellule alla base di questo tumore maschile, davvero difficili da isolare in modo certo. Inoltre la procedura con cui è stato ottenuto questo risultato, ha aggiunto De Maria, con un lavoro semplice e pulito, consente anche di mettere a disposizione della comunità scientifica nuove cellule su cui studiare il tumore, non prese dai pazienti ma prodotte direttamente in provetta. Da quando si è compreso che alla base dei tumori c'é un manipolo di poche cellule staminali 'impazzite' che generano l'intera massa tumorale, è partita una caccia grossa a livello mondiale per l'isolamento delle staminali per ciascuna neoplasia. Il punto è che, trovandole, si possono colpire direttamente le staminali e quindi eradicare il cancro alla radice, risolvendo anche quei casi di tumore che sono farmaco-resistenti. Ma non è sempre facile isolare le staminali del cancro, come nel caso del tumore alla prostata, uno tra i più frequenti tumori maschili con circa 23 mila nuovi casi ogni anno in Italia. "Per la verità - ha precisato De Maria - sono stati pubblicati vari lavori sul conto delle staminali del cancro alla prostata, tra cui uno su Nature meno di un anno fa da Michael Shen della Columbia University, che però individuava come staminali del cancro un altro tipo di cellule ". I ricercatori hanno preso diverse popolazioni di cellule dalla prostata di volontari sani e poi hanno inserito in ciascuna gli 'interruttori' del cancro, ovvero gli oncogeni legati al tumore alla prostata. Infine hanno inoculato i differenti gruppi di cellule in vari topolini osservando che solo le staminali basali, modificate con i geni del cancro, hanno innescato un tumore nelle cavie, ma non le altre cellule. Si tratta di una buona procedura che "anche noi, insieme al gruppo di Giorgio Stassi dell'università di Palermo, stiamo utilizzando per studiare le staminali del cancro alla tiroide", ha detto De Maria. Di buono c'é anche che producendo un tumore ex novo partendo da cellule umane sane, è come essere riusciti a "ricapitolare tutti i passaggi che conducono una cellula umana ad ammalarsi", ha aggiunto. Infine grazie a queste ricerche si possono testare su queste cellule nuove terapie.

lunedì 27 settembre 2010

SEDUTE SPIRITICHE

Finalizzata al contatto e al colloquio con gli spiriti grazie all'intervento di un medium, letteralmente chiamato ”tramite", la seduta spiritica solitamente si svolge al chiuso. I partecipanti riuniti attorno ad un tavolo si pongono in stato di concentrazione, tentando di stabilire una tensione mentale ed emotiva che permetta al medium di utilizzare l'energia del gruppo per poter richiamare a sé le forze necessarie ad un "contatto" con l'aldilà. Spesso ci si può avvalere di una tavola “parlante” chiamata Ouija, ovvero un foglio su cui sono scritte lettere, numeri, e varie domande, tramite cui l’entità evocata si potrà porre in contatto con noi. Durante lo svolgimento dell'esperienza, in genere il medium è in trance e l'incorporazione e la presa di possesso, da parte dello spirito, del corpo del medium avviene senza che quest'ultimo se ne renda conto. Non è facile comprendere cosa avvenga nella psiche del medium anche perché tutto ciò che compie durante lo stato di "trance" viene da lui dimenticato al suo risveglio. Si ritiene comunque che sfuggendo ai legami della materia fisica, riaffiorino le capacità o le facoltà dello spirito e che queste ultime riprendano le loro possibilità di uso. Nel caso delle tavolette parlanti, o della scrittura automatica, non interviene l'esclusione dell' Io, ma soltanto una esclusione della coscienza, consentendo alla mente di ricevere quelle ispirazioni provenienti da fonti "superiori". Che cosa avviene quindi nello stato di "trance", quando si determina un processo di incorporazione? Moltistudiosi della materia hanno esaminato i fatti e sono arrivati a due interpretazioni: in alcuni casi l'incorporazione del medium è effettiva e reale mentre vi sono altri casi in cui l'entità non è presente nel medium. Lo stato di trance, dunque si può considerare un'apertura nel tempo e nello spazio, il veicolo che collega due mondi, la soppressione temporanea di leggi che fermano i tentativi di far luce sul destino di questo essere chiamato uomo, oltre la porta del tempo, al di là delle dimensioni dello spazio. Tuttavia le sedute spiritiche non vantano nessun tipo di riconoscimento scientifico, e così anche i presunti fenomeni spesso a loro legati, come la levitazione di oggetti, rumori e voci non ben identificabili, improvvise folate di vento. La comunità scientifica ritiene che tutti questi fenomeni abbiano spiegazioni naturali, come l'"autosuggestione" o la semplice frode, che è stata talvolta svelata clamorosamente. Lo stesso famoso prestigiatore Harry Houdini partecipò a diverse sedute spiritiche a per cercare di entrare in contatto con la madre morta. Avendo scoperto numerosi trucchi grazie alla sua conoscenza delle tecniche di illusionismo, decise di mettere alla prova sistematicamente i medium dell’epoca arrivando alla conclusione che essi fossero degli impostori nella quasi totalità dei casi. La sua sfida ai medium continuò anche dopo la morte, perché lasciò alla moglie una frase segreta di dieci parole che i medium avrebbero dovuto ripetere per dimostrare che erano entrati in contatto con lui. Sebbene molti medium affermassero di aver parlato con Houdini, nessuno di loro trovò la frase segreta. In seguito riportiamo il sunto di un’intervista rilasciata da Carola (così chiameremo la persona intervistata) che ha partecipato ad una di queste strane esperienze. Crederci o no? Lascio a voi l’arduo dovere: Catania, tranquilla sera di mezz’estate, un gruppo di amici aveva in mente di fare una nuova esperienza, una seduta spiritica. Si riunirono tutti a casa di Emilia, la più piccola del gruppo, e sedendo attorno ad un tavolo cominciarono a scrivere lettere, numeri e alcune domande “secche” su un foglio posizionando su di esso un bicchiere. Carola sembrava divertita e molto diffidente nei riguardi di questa strana esperienza che si stava intraprendendo. Ad un tratto Sara (tramite spirituale del gruppo) cominciò a tacere e dopo che tutti avevano posizionato le loro dita sul bicchiere, domandò:” Se c’è qualcuno stanotte insieme a noi, beh, che si presenti e lo faccia in fretta!”. A questa secca domanda cadde il gelo e dopo alcuni secondi di intrepida ed incredula attesa, la tazzina prese a muoversi improvvisamente per lo stupore di tutti e inizio a comporre un nome: NUIGIPA. Sara incredula, ma forte del suo ruolo, cominciò il suo questionario: “Questo sarebbe il tuo nome? Chi sei? Con chi di noi e che cosa vuoi comunicare?”. A questo punto la tazzina riprese a muoversi, ma in modo ancora più frenetico e formando parole sempre sensate rispose ad ogni domanda. Lo spirito diceva: “Io sono Nuigipa e sono qui perché mi interessa una di voi, Emilia. Ho qui con me una persona molto vicina a lei, sua cugina.” A questo punto scese il terrore e il torpore sul gruppo di amici e la povera Emilia scoppiata in un pianto incredibile sembrava sconvolta (la ragazza aveva perso una cugina in un tragico incidente qualche tempo prima). A questo punto Sara chiese allo spirito di abbandonarle e sebbene quest’ultimo non volesse, si riuscirono a liberare della fastidiosa entità e rompendo la catena si ritrovarono con la assurda verità di doversi ricredere riguardo a questo tipo di eventi, giurando fra le lacrime e il terrore che non avrebbero mai più provato una cosa del genere.

domenica 26 settembre 2010

SABBIA ANCESTRALE

Non gli era bastato creare il mondo: il dio Beeral voleva anche che fosse bello. Così mandò due fidati messaggeri, Yindingie e la sua assistente K’gari, a trasformare in paradiso la materia informe appena creata. Fecero un lavoro così perfetto che quando ebbero finito K’gari sperò di rimanere in quel luogo meraviglioso per sempre. Si adagiò nelle acque tiepide di una baia particolarmente bella e si addormentò. Mentre K’gari era immersa nel sonno, Yindingie la trasformò in una lunga e sottile isola di sabbia cristallina. Il dio la rivestì con la più lussureggiante delle foreste, dipinse la sua pelle vellutata con un arcobaleno di colori e le donò tanti laghetti scintillanti che sarebbero diventati i suoi occhi sul paradiso. Riempì il cielo di uccelli colorati e per non lasciarla mai sola popolò l’isola con una tribù di aborigeni, i Butchulla, che si tramandarono la leggenda della sua creazione. Nella loro lingua, K’gari divenne la parola per “paradiso”. Molto tempo è passato da allora. Oggi quel paradiso è chiamato Fraser Island, dal nome del capitano di vascello scozzese che qui naufragò insieme alla moglie nel 1836. Comunque la si chiami, l’isola rimane un posto speciale che si insinua nel cuore di chiunque vi approdi. I suggestivi paesaggi di Fraser Island hanno ispirato i più grandi artisti e scrittori australiani, e negli anni Settanta i suoi delicati ecosistemi sono stati oggetto di un’appassionata campagna ambientalista che ha fermato il saccheggio delle spiagge per l’estrazione di minerali e quello della foresta per il legname. Per le successive generazioni di residenti e turisti l’isola è diventata un prisma attraverso cui osservare e ammirare la bellezza del bush australiano in tutte le sue sfumature. Malgrado sia stata il soggetto di tante opere d’arte e di letteratura, Fraser Island non si presta a facili descrizioni. Si cammina sotto la volta di gigantesche felci e palme australiane (Archontophoenix cunninghamiana) e un attimo dopo ci si ritrova in un bosco di profumati eucalipti; attraverso i rami degli alberi appare una distesa di dune dorate e oltre quelle, avvolte nella calda foschia estiva, si stendono collinette impreziosite da fiori selvatici dai colori brillanti. Ci si aspetterebbe di vedere paesaggi così diversi tra loro a centinaia di chilometri di distanza, ma qui si susseguono come figure di un caleidoscopio. Quel che è più sorprendente, forse, è scoprire che sull’isola tutto cresce praticamente sulla sabbia trattenuta da umili funghi. La tela di questo paesaggio da sogno è intessuta di fili sottilissimi. «Mi piace pensare che l’isola sia un organismo vivente a sé stante, come la Grande Barriera Corallina», dice Peter Meyer, un naturalista che vive e lavora come guida a Fraser Island da 15 anni. «Qui, al posto dei polipi dei coralli, abbiamo i funghi micorrizici e la loro associazione simbiotica con le piante è alla base di tutto. Rilasciando le sostanze nutritive nella sabbia, i funghi rendono possibile la crescita di questa meravigliosa vegetazione. Se non ci fossero non avremmo altro che un banco di sabbia». Un banco davvero molto grande: lungo più di 120 chilometri, largo circa 25, con dune che si innalzano fino a 240 metri. Su questo tratto della costa del Queensland la sabbia si accumula da quasi 750 mila anni, grazie anche alla roccia vulcanica che diventa una trappola naturale per il sedimento trasportato lungo la costa orientale da una forte corrente. Il navigatore inglese James Cook, che veleggiò in questi mari nel 1770, fu il primo europeo ad avvistare Fraser Island. Il giramondo originario dello Yorkshire non le diede molta importanza e la liquidò con poche righe frettolose sul giornale di bordo. In maniera analoga si comportò l’esploratore Matthew Flinders, che attraccò sull’isola circa trent’anni dopo. All’epoca, la natura incontaminata era considerata una risorsa da dominare e sfruttare, e non da ammirare in quanto tale. Per questa ragione l’interno dell’isola suscitò l’interesse di Edward Armitage, commerciante di legname dei primi del Novecento. Fu lui a fornirci le prime descrizioni delle splendide foreste pluviali di Fraser Island, pur lamentandosi del fatto che molti dei “grandi sovrani della foresta” fossero troppo voluminosi per le segherie del tempo. Ben presto, il progresso fornì macchinari più potenti e per più di un secolo le foreste dell’isola furono disboscate. Cospicue quantità di legname venivano spedite in diverse parti del mondo e utilizzate per la costruzione delle grandi opere dell’Impero, come il Canale di Suez e, dopo la Seconda guerra mondiale, i Tilbury Docks di Londra. Alla fine degli anni Quaranta comparve sulla scena uno dei primi e rari turisti. Sidney Nolan, uno dei massimi pittori australiani del Novecento, compì un viaggio nel Queensland cercando ispirazione nel paesaggio e si imbatté nella storia, ormai quasi dimenticata, del naufragio e della sopravvivenza della coppia a cui un secolo prima era stata intitolata l’isola. Nel 1836 la Stirling Castle, comandata dal capitano James Fraser, salpò da Sydney diretta a Singapore con a bordo 18 persone tra equipaggio e passeggeri, inclusa Eliza, la moglie del comandante. Alcuni giorni dopo la partenza, la nave si infilò nei labirintici passaggi della barriera, il corallo aprì una falla e l’imbarcazione iniziò lentamente ad affondare. Passeggeri ed equipaggio si accalcarono in due scialuppe e si diressero verso un insediamento a Moreton Bay (l’attuale Brisbane), centinaia di chilometri più a sud. Il viaggio fu un incubo, soprattutto per Eliza, che a quel che si racconta era in avanzato stato di gravidanza e finì col partorire nella scialuppa; il neonato morì poco dopo. La situazione peggiorò per i compagni di sventura del capitano e della moglie: la loro imbarcazione non riusciva a reggere il mare, tanto che l’altra scialuppa decise di abbandonarli e di proseguire per proprio conto. Alla fine, dopo più di un mese dal naufragio, i sopravvissuti furono costretti ad attraccare in quella che allora era nota come Great Sandy Island (“grande isola sabbiosa”). Ciò che accadde dopo non è chiaro. Secondo alcuni racconti i naufraghi barattarono i loro vestiti con i Butchulla in cambio di cibo. Secondo altri, gli aborigeni si impadronirono con la forza dei loro abiti e li ridussero in schiavitù. In ogni caso, è probabile che la fame, le malattie e gli stenti ebbero ragione della maggior parte dei naufraghi compreso il capitano Fraser. Quanto a Eliza, la donna dichiarò poi di essere stata obbligata a lavorare duramente nell’accampamento aborigeno, raccogliendo radici e legna per il fuoco. La notizia della sua prigionia giunse finalmente alle autorità di Moreton Bay che decisero di inviare una squadra di soccorso. Un galeotto irlandese di nome John Graham, che aveva vissuto da fuggiasco nel bush e conosceva la lingua degli aborigeni, riuscì a negoziare il rilascio della donna. Il resto della storia è degno della migliore tradizione della stampa scandalistica. Alcuni mesi dopo la liberazione Eliza conobbe un altro capitano di vascello, lo sposò e si trasferì in Inghilterra, dove divenne un’attrazione nel parco dei divertimenti di Hyde Park a Londra, sciorinando racconti sempre più cruenti di delitti, torture, tratta delle bianche e cannibalismo davanti a spettatori incantati che pagavano sei penny ciascuno. Purtroppo per lei, nulla perde d’interesse più in fretta delle notizie del giorno prima e ben presto Eliza ripiombò nell’anonimato. A quanto si sa si trasferì in Nuova Zelanda, per poi morire in un incidente con una carrozza durante un viaggio a Melbourne nel 1858. Sidney Nolan fu conquistato dai toni melodrammatici dei racconti di Eliza Fraser e dal potente simbolismo dell’immagine degli europei che, spogliati della loro parvenza di civiltà, lottano per sopravvivere in un ambiente sconosciuto. Così si imbarcò su una chiatta per vedere Fraser Island con i propri occhi. “L’anima di questo luogo mi ha stregato”, scrisse a un amico. Il fascino dell’isola non lo avrebbe mai più abbandonato, ispirandogli due serie di oltre 25 dipinti. Nolan contagiò con la sua passione l’amico Patrick White, scrittore insignito del premio Nobel che visitò l’isola negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta e ambientò in quei paesaggi incontaminati il romanzo L’occhio dell’uragano (1973) e il racconto dell’avventura di Eliza, Una frangia di foglie. Nel 1770 il capitano Cook non fu impressionato dalle coste ricoperte d’arbusti che vide dalla sua nave. Ma dopo poco più di due secoli, artisti, scrittori, scienziati e politici hanno abbracciato la causa di Fraser Island, che nel 1992 è stata dichiarata Patrimonio Naturale dell’Umanità. L’isola, che ha contribuito a forgiare il senso di bellezza naturale degli australiani, oggi attira moltissimi turisti: un risultato cui forse mirava il saggio dio Beeral quando mandò Yindingie e K’gari ad abbellire il mondo da lui creato.

sabato 25 settembre 2010

TROVATO L' EL DORADO

La leggendaria citta' di El Dorado esiste davvero. La mitica città d'oro alla cui ricerca partirono prima i conquistadores e poi diversi esploratori trovando la morte nella foresta amazzonica, è finalmente venuta alla luce nel Brasile occidentale vicino al confine con la Bolivia, grazie a nuove immagini satellitari e a fotografie aeree di zone disboscate per far posto ai pascoli. Secondo quanto riporta la rivista britannica Antiquity, si tratta di oltre 200 strutture circolari e poligonali, disposte in una precisa rete geometrica che si estende per una lunghezza di oltre 250chilometri. Secondo gli scienziati che hanno mappato la rete di muri e trincee che collegano gli edifici, quanto scoperto finora potrebbe essere soltanto un decimo di quanto fu costruito da una complessa e finora sconosciuta civiltà precolombiana esistita per almeno un migliaio di anni. Alcune delle strutture risalgono infatti al 200 d.C., altre al 1283 e gli studiosi credono che potrebbero esserci ancora circa 2.000 edifici nascosti sotto la fitta giungla. Secondo alcuni antropologi, la costruzione di una rete così estesa, sofisticata dal punto di vista ingegneristico e ricca di canali e di strade, sarebbe paragonabile in quanto a scala e difficoltà a quella delle piramidi in Egitto. Molte delle strutture rinvenute sono simmetriche e inclinate verso il nord, facendo presupporre che avessero un significato astronomico. A stupire i ricercatori è stato soprattutto il fatto che le strutture delle pianure sono identche a quelle delle aree collinari, indicando quindi che si trattava della medesima civiltà. "Nell'archeologia dell'Amazzonia si ha questa convinzione che diverse civiltà abbiano abitato in diversi ecosistemi. E' stato quindi strano scoprire una civiltà in grado di trarre vantaggio da ecosistemi diversi e di espandersi su una regione così grande", ha dichiarato Denise Schaan, una delle autrici dello studio. La scoperta della città perduta contraddice quanto sostenuto fino ad ora, ovvero che i suoli di questa parte dell'Amazzonia sarebbero stati troppo poveri per sostenere una civiltà agricola e che ad abitarli siano stati soltanto tribù primitive. I conquistadores che raccontarono di aver trovato "città risplendenti di bianco" nascoste nella giungla forse quindi avevano detto la verità. Ma furono forse proprio loro a introdurre le malattie e a mettere in moto la serie di catastrofici eventi che consegnarono all'oblio una complessa civiltà e le sua città perduta.

venerdì 24 settembre 2010

AIUTIAMO FEDERICA CANNAS A REALIZZARE IL SUO SOGNO: VIVERE !

Federica Cannas è una giovane donna sarda di 30 anni malata di MCS (Sensibilità Chimica Multipla), una patologia cronica estremamente invalidante che causa in chi ne è affetto un assoluta intolleranza verso ogni tipo di sostanza chimica. La malattia procede per stadi nella sua evoluzione e Federica è al 4° stadio, l’ultimo e il più grave. A questo stadio la malattia da luogo a crisi respiratorie continue dovute a qualunque tipo di inalazione e contatto con sostanze chimiche di uso corrente quali, ad esempio, saponi, detersivi, shampoo, profumi, tinture, colle e… molto, molto altro ancora, ed ognuna di queste crisi, sempre molto violente, necessitano di immediato ricovero in ospedale con esiti che possono essere anche fatali. In Federica la malattia si è evidenziata con forza 10 anni fa, e questo perché, come da lei scoperto successivamente, il suo organismo ha un difetto genetico mancando di un anello del gene glutatione, un gene importantissimo perché deputato alla disintossicazione dell’organismo; senza questo gene il suo corpo non riesce a metabolizzare e ad espellere i metalli e le sostanze chimiche con cui viene in contatto (e impossibili da evitare completamente), per cui queste sostanze, accumulandosi nel corso del tempo, l’hanno gravemente intossicata e hanno scatenato questa patologia. Nonostante che Federica sia malata da oltre 10 anni, solamente da un anno le è stata diagnosticata la MCS e questo per mano del Prof. Giuseppe Genovesi, immunologo, allergologo e psichiatra dell’Umberto I di Roma e forse unico vero conoscitore in Italia di questa malattia. Prima di questo incontro Federica ha dovuto subire il penoso calvario di passare da un ospedale all’altro, da un pronto soccorso all’altro senza ricevere mai nessuna diagnosi, eccetto quella formulata da qualche medico che l’ha etichettata come “soggetto psichiatrico con disturbi di personalità”. Tante sono state le cure a cui si è sottoposta Federica in questi anni e tra queste non sono mancate massicce somministrazioni di cortisone e antidepressivi che hanno causato ulteriori problemi di salute nonché un notevole aumento di peso passato dai 60 kg iniziali ai 110 di ora. In tutti questi di anni di malattia Federica ha vissuto e vive costantemente con una mascherina a doppio filo addosso e nella sua casa è stata attrezzata una stanza a infermeria con le bombole di ossigeno e tutti i farmaci del caso sempre a portata di mano. Il margine di tempo di vita che le hanno dato è molto breve e l’unica possibilità di salvarsi è quella di recarsi al più presto in una clinica privata di Londra specializzata nella cura e nell’evoluzione della MCS, dove poi proseguire le cure con cicli terapeutici tre volte l’anno. Le spese di queste cure sono molto alte: ben 60000 euro sono necessari per curarsi in questa clinica, cifra assolutamente fuori dalla sua portata in quanto nella sua famiglia entra soltanto lo stipendio da operaio del marito (900 euro al mese). A tutto questo si aggiungono anche le onerosissime spese che quotidianamente Federica deve necessariamente affrontare per sopravvivere e che sono nell’ordine di 2000 euro al mese tra medicinali e flebo disintossicanti. Per fare fronte a questa situazione, la madre, vero e proprio “Angelo Custode” di Federica, ha già percepito con largo anticipo negli anni scorsi la liquidazione (è andata in pensione da poco) e i soldi li ha utilizzati per la figlia arrivando a ipotecare anche la casa. In tutta questa situazione lo Stato ha lasciato completamente sola nel suo dramma Federica e questo perché la MCS non è riconosciuta dal nostro Sistema Sanitario nazionale, diversamente da quanto accade invece in molte altre nazioni del mondo in cui la patologia è riconosciuta, studiata e curata in strutture adeguate (che in Italia non esistono). Vista la latitanza delle istituzioni, per salvare la vita alla donna si è mobilizzato il popolo di Facebook e attorno a lei è nato il gruppo “Aiutiamo Federica a vivere” che conta già oltre 19000 iscritti, numero in continuo aumento giorno dopo giorno. Il tam-tam della solidarietà sta supplendo alle “negazioni” delle istituzioni e tra donazioni personali e iniziative di vario genere si sono finora raccolti 25000 euro, cifra comunque ancora lontana da quella necessaria per permettere a Federica di curarsi a Londra. Intanto Federica ha presenziato a numerose trasmissioni sia televisive (tra le quali anche “Mi Manda Rai 3” e “Uno Mattina”) che radiofoniche e il suo caso è diventato sempre più noto al grande pubblico.
Tra le iniziative che si stanno organizzando, sempre nell’intento di raccogliere fondi per la causa di Federica, c'è in programma una partita di calcio tra la squadra dei ragazzi di “Amici” di Maria de Filippi e una compagine locale, partita che si terrà, salvo imprevisti, nel mese di Settembre. La speranza è che queste iniziative possano concretizzarsi e, attraverso di esse, raccogliere quei soldi che ancora mancano all’appello. In tutti questi anni di malattia Federica ha sempre dimostrato una straordinaria forza d’animo, una forza che la tiene disperatamente ancorata alla vita nonostante le sofferenze, le incomprensioni, le lotte e le vicissitudini che ha sempre dovuto affrontare e che quotidianamente affronta. Questa forza le viene data dalla gente che in sempre maggior numero ha imparato a conoscerla, apprezzarla ed amarla, ma sopratutto dalla sua meravigliosa famiglia, con il marito, la sorella e la madre tutti stretti attorno a lei. Una parte specialissima poi ce l’ha il suo adorato figlio di 4 anni Gabriel Joannes, chiamato così in onore del “grande” Papa Giovanni Paolo II, vero e proprio “miracolo” come lei lo chiama, venuto al mondo contro ogni aspettativa, soprattutto quelle dei medici che le consigliavano l’aborto terapeutico viste le sue precarie condizioni di salute. Ed invece, come vero Dono del Cielo, il bimbo è nato, sano, vispo e bello ed è la vera ragione di vita della madre. Ora più che mai la vita di Federica è legata a doppio filo con quella della gente; la sua famiglia, il suo meraviglioso bambino, ma anche la numerosissima cerchia di amici e di conoscenti che possiede possono fare tanto per lei…. solo dal cuore della gente si può compiere quel miracolo che la può tenere in vita.


Il Blog di Marco vi dara' maggiori informazioni su come aiutare Federica

giovedì 23 settembre 2010

LA STORIA DI CHI VIDE TROPPO

Kurt Sonnenfeld era al World Trade Center quell'11 settembre 2001. L'agenzia federale per la quale lavorava lo aveva spedito lì per filmare l'accaduto. Ma quanto vide lo segnò per sempre, costringendolo a rifugiarsi in Argentina.

Kurt Sonnenfeld è un documentarista statunitense che ha lavorato per anni per un'agenzia federale. Quando l'11 settembre 2001 gli ordinarono di precipitarsi al World Trade Center le torri gemelle erano state colpite soltanto dal primo aereo. E tutti pensavano - e speravano - si trattasse di un incidente. Mettere piede su quelle macerie fu per lui l'inizio di un infinito incubo. Che lo perseguita tutt'oggi. E non solo perché ciò che vide rimarrà indelebile nella sua mente, come in quella di ogni americano, ma perché tutto quel che vide lo filmò. Ed è questo che qualcuno ancora non gli perdona. Questa la sua condanna. Appena sul posto, fra le lamiere contorte, scese fino al seminterrato del World Trade Center, pensando che qualcuno potesse esserci rimasto intrappolato. Lavorando per l'agenzia federale, conosceva bene quelle stanze, fatte di porte antiscasso chiuse a più mandate e di tanta vigilanza. Si trattava di locali adibiti a custodire documenti delicati, prove, elementi confiscati, quindi da tenere sottochiave. Eppure, non solo in quel momento lì non ci trovò nessuno, ma non c'era nemmeno più niente, se non una porta semiaperta. Questo fu il primo di una lunga serie di elementi che gli suonò alquanto strano. Kurt filmò e se ne andò. Le stranezze continuarono. La torre 7, che ospitava le agenzie federali, nonostante non presentasse nessun danno che ne giustificasse il crollo, franò su se stessa. Totalmente. Fu una sorta di implosione registrata molte ore dopo l'attentato. E per questo senza nessuna vittima. Ma a Kurt non tornavano i conti. Non solo. Altro campanello fu l'altissima temperatura delle macerie. Inspiegabile. La suola di gomma delle sue scarpe si scioglieva a ogni passo. Ogni ferro era arrotolato su se stesso. Piegato. Contorto. Perché? E perché le scatole nere degli aerei, costruite per resistere a tutto, si erano invece polverizzate? E poi, come mai l'area fu isolata a partire da molti isolati di distanza da Gorund Zero? La scusa fu che era necessario preservare la scena del crimine. Ma era veramente una misura necessaria? Non è forse per questo che pochi sanno, per esempio, che molte delle lamiere inizialmente radunate per essere esaminate in qualità di prove, vennero invece spedite in Cina per essere fuse? Domande insistenti. Dubbi che iniziarono a martellare nella testa di Kurt, come incubi. Dopo aver scartato la tesi della cospirazione made in Usa, il documentarista arrivò a tracciare una spiegazione per tutta quella serie di strane coincidenze: alcuni funzionari federali già sapevano quel che stava progettando Al Qaeda, ma non fecero niente per impedirglielo. Perché? Per dare l'imput al cambiamento degli interessi geostrategici degli Stati Uniti. E le tremila persone morte? Effetti collaterali. Non è così che il governo George W. Bush ha sempre catalogato ogni morto civile di una "guerra giusta"? È da allora infatti, come ha ricordato la moglie di Sonnenfeld a Urgente24, che "è arrivata l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq, alla ricerca di armi chimiche mai trovate. È da allora che la guerra si è diffusa con la scusa dell'occhio del male, con il terrorismo in primo piano". Adesso tutto quello che Kurt vide e filmò sono in Argentina assieme a lui. Perché? Perché negli Usa qualcuno da allora lo perseguita. Dopo essere stato ingiustamente imprigionato per il suicidio della prima moglie, Nancy, Kurt è stato torturato, minacciato, inseguito con il semplice fine di sequestrargli il materiale compromettente sull'11 settembre. Per questo, una volta stabilita dal giudice la sua innocenza, Kurt ha cercato un po' di pace dall'altro capo del continente. Dove ha conosciuto Paula, ha avuto due figlie ed è rimasto grazie all'asilo politico provvisorio concessogli dall'Argentina. Status che adesso gli sta scadendo. Le pressioni per riaverlo negli Usa non sono mai scemate. Kurt resta un testimone scomodo e non solo per quel che ha visto e registrato sull'11 settembre. Fra i suoi documenti girati per l'agenzia federale Fema (U.S. Department of Homeland Security) ha anche filmati di zone nucleari e strategiche che potrebbero mettere male la Casa Bianca, visto che testimoniano l'imballaggio e il trasporto di armi nucleari, biologiche e chimiche e "il precario stato nel quale in alcuni casi vengono tenute". La scusa a stelle e striscie per rivolerlo in patria è la riapertura del caso sulla morte di Nency, alla faccia della dichiarazione di innocenza emessa anni fa. Ma il fine è chiaramente un altro: mettere a tacere per sempre chi ha visto troppo. In questi anni, Kurt ha sempre vissuto fra costanti minacce e pressioni, scontando anche mesi di carcere in Argentina. Ma è sempre stato protetto da uno Stato che gli ha garantito rifugio e credibilità, almeno finora. Per questo è nata una campagna per raccogliere le firme che possano convincere la Casa Rosada a non cedere alla prepotenza della Casa Bianca e a concedere a Kurt un status permanente di rifugiato politico che gli permetta di vivere una vita degna, senza però mai dimenticare. Anzi, le organizzazioni create dai familiari delle vittime dell'11 settembre chiedono a gran voce che Kurt racconti tutto quello che vide e per farlo deve essere protetto da chi lo vorrebbe azzittire per sempre.
Per firmare la petizione, clicca qui.
Fonte http://elperseguido.wordpress.com/







mercoledì 22 settembre 2010

CIBI ANTIVECCHIAMENTO

"Siamo ciò che mangiamo". Seguire un'alimentazione a base di pesce, frutta e verdura consente di mantenere il corpo più giovane. Ci sono cibi infatti che influenzano il Dna, che interferiscono con le difese immunitarie e agiscono sugli equilibri ormonali. In pratica attraverso la propria azione riescono ad arrestare il processo di invecchiamento cellulare, impedendo ai radicali liberi di danneggiare la pelle, gli organi dei vari apparati ma anche il cervello. Ecco quali sono gli alimenti antiaging secondo il professor Pietro Antonio Migliaccio, medico nutrizionista.
KIWI
È l’alimento che contiene più vitamina C. Questa è essenziale per il corretto funzionamento del sistema immunitario e la sintesi del collagene nell’organismo. Il collagene rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa. L’uomo non può creare collagene senza la vitamina C.
POMODORO
Sono ricchi di un potente antiossidante: il licopene. Secondo numero studi questa sostanza, oltre a contrastare l’azione dei radicali liberi, riduce il rischio di cancro alla prostata nell’uomo. Non solo, sembra avere un’azione anticancro anche per quel che riguarda le cellule mammarie, gastroenteriche, endometriali e cutanee. Il licopene aumenta se il pomodoro viene cotto.
AGRUMI
Sono ricchi di vitamina C. Questa vitamina protegge dai danni dell’inquinamento atmosferico, potenzia la reazione immunitaria e, oltre a incidere positivamento sui livelli di colesterolo, la pressione arteriosa e l’arteriosclerosi, è in grado di ridurre i rischi del cancro. È essenziale per la pelle perché contribuisce alla formazione del collagene, ovvero la proteina che costituisce gran parte del tessuto connettivo.
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
Contiene vitamina E, acido oleico e squalene. La vitamina E si trova anche nelle noci e nella soia e in piccole quantità nella carne, nelle uova, nel pollame, nel pesce: è un potente antiossidante, fondamentale nella lotta ai radicali liberi; aumenta la resistenza del soggetto; dal punto di vista cardiovascolare, è un leggero vasodilatatore, svolge attività antitrombotica e rinforza le pareti dei capillari; infine protegge dall’ossidazione diversi ormoni. L’acido oleico ha un’azione idratante, mentre lo squalene ha un’attività emolliente, lenitiva, seborestitutiva e protettiva.
PAPAA
Contiene la papaina che ha un’azione digestiva. Inoltre è dotata di proprietà antiossidanti e antiradicali liberi, e stimola il sistema immunitario.
UVA
Contiene resveratrolo, un antiaging naturale in grado di proteggere l’organismo dalle malattie legate all’invecchiamento. In particolare agisce contro la cataratta, le patologie cardiovascolari e rinforza le ossa.
VINO ROSSO(in modeste quantità)
Come l’uva da cui è prodotto, contiene resveratrolo, un’antiaging naturale in grado di proteggere l’organismo dalle malattie legate all’invecchiamento. In particolare agisce contro la cataratta, le patologie cardiovascolari e rinforza le ossa. Alcuni studi sostengono che sia un’alternativa ai farmaci come il Viagra.
TE' VERDE
I benefici del tè verde corrispondono in massima parte ai benefici delle catechine che contiene, in particolare l’Egcg (l’epigallocatechina gallato). La principale attività dell’Egcg è di potenziare le difese e di diminuire il danno cellulare. Numerosi studi sostengono che il tè verde abbia una potente azione anticancro.
PESCE AZZURRO
Contiene i cosiddetti ‘grassi buoni’, gli omega-3 e gli omega-6. Rappresentano una fonte di energia per l’organismo e svolgono molteplici funzioni, tra cui la sintesi degli eicosanoidi. Queste molecole influenzano numerosi processi fisiologici e la longevità.
UOVA
Sono ricche si selenio, un minerale che può contribuire a mantenere giovane il cervello.

martedì 21 settembre 2010

E' PRIMAVERA, SVEGLIATEVI ITALIANI

DEDICATO A CHI ANCORA AVESSE DEI DUBBI


Buongiorno a tutti, questo sarà un autunno caldo non soltanto per la politica, ma anche per le inchieste giudiziarie di mafia e politica che inevitabilmente si intrecciano con la vicenda del Governo, i giornali fanno finta di non capire, le televisioni nascondono, ma la ragione principale per la quale Berlusconi sta cercando disperatamente di comprare parlamentari per riempire il vuoto che potrebbe lasciare Fini non riguarda i destini del paese, riguarda i suoi destini giudiziari.
E' per quel 5% del programma in 5 punti che lui ha proposto alla sua coalizione e che i finiani hanno detto di non condividere, che lui sta cercando i voti da riempire il buco aperto dai finiani e quel 5% si chiama scudo. Si chiama scudo che attualmente lo riguarda per processi probabilmente destinati comunque alla prescrizione con il Processo Mills e Processo Mediaset, non credo invece per il terzo processo, il Processo Mediatrade che riguarda fatti talmente recenti che è abbastanza difficile immaginare che possano prescriversi in tempi brevi, ma soprattutto quello scudo che lui vede lontano, potrebbe riguardare le nuove accuse di mafia che stanno piovendo un po’ dappertutto e che hanno portato nel silenzio e nell’indifferenza generale alla riapertura, l’estate scorsa, l’estate del 2009 dell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del 1993, quella che fu aperta a Firenze a suo tempo e poi fu archiviata a suo tempo, l’archiviazione risale al 14 novembre 1998 e era l’indagine nella quale Berlusconi e Dell’Utri erano indagati per concorso nelle stragi di Milano, Firenze e Roma del 1993, indicati come autore 1 e autore 2, sapete che le archiviazioni non sono proscioglimenti nel merito, l’archiviazione vuole dire che non c’è stato il tempo per completare le indagini in tempo utile e quindi al momento dello scadere dei termini e delle indagini, non ci sono elementi sufficienti per chiedere il giudizio. Archiviazione significa che il fascicolo va in freezer pronto a essere estratto e riattivato in presenza di qualunque elemento nuovo, è quello che è successo l’estate dell’anno scorso, quando Spatuzza raccontò dei suoi colloqui con Giuseppe Graviano, il quale gli aveva confidato che quello di Canale 5, Berlusconi e il nostro compaesano, Dell’Utri ci hanno messo l’Italia nelle mani, confidenza che Spatuzza dice di avere ricevuto da Giuseppe Graviano al Bar Doney gennaio 1994, 2 mesi prima delle elezioni e pochi giorni prima del discorso televisivo della discesa in campo del Cavaliere.
Di fronte a questi nuovi elementi forniti da Spatuzza i magistrati hanno riaperto l’indagine, hanno indagato per un anno e questa estate hanno chiesto una proroga di un altro anno e l’ho ottenuta dal G.I.P., segno che ci sono elementi per continuare a indagare su chi? Su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri che sono attualmente, mentre stiamo parlando, indagati a Firenze per concorso nelle stragi del 1993, capisco che qualcuno di voi farà tanto di occhi, perché nessuno lo sa, perché l’hanno scritto pochi giornali questa estate e poi se ne sono subito dimenticati, essendo invece ben più interessati alle vicende della Cucina Scavolini del quasi cognato di Gianfranco Fini, mentre noi inseguivamo la lepre della Cucina Scavolini, Berlusconi e Dell’Utri sono indagati per un anno e lo saranno per un altro anno, visto che la proroga ottenuta dal G.I.P. dura ancora un anno e poi si dovrà comunque chiudere l’inchiesta o con una richiesta di archiviazione o con rinvio a giudizio, indagati per concorso nelle stragi, il Presidente del Consiglio in carica e il Sen. Marcello Dell’Utri, chiaro? Che non significa che siano colpevoli, significa che c’è un’indagine per strage nei confronti del Presidente del Consiglio e del Sen. Dell’Utri, forse la notizia meriterebbe qualche eco in più, visto che oltretutto già nella richiesta di archiviazione, nel provvedimento di archiviazione del 1998, i magistrati scrivevano cose piuttosto interessanti, per esempio 7 agosto 1998 il Procuratore aggiunto di Firenze Flerie e i sostituti Chelazzi, Nicolosi e Crini e l’allora sostituto procuratore della Procura antimafia Piero Grasso, poi diventato Procuratore di Palermo e poi ancora Procuratore nazionale antimafia, firmavano la richiesta di archiviazione per autore 1, autore 2 cioè Dell’Utri e Berlusconi e scrivevano “La natura e la durata del rapporto tra Berlusconi, Dell’Utri e i capi della mafia non ha mai cessato di dimensionarsi, almeno in parte sulle esigenze di Cosa Nostra, vale a dire sulle esigenze di un’organizzazione criminale” e scrivevano sempre i PM di Firenze più Grasso che erano stati raccolti molteplici e univoci elementi a sostegno della tesi secondo cui Cosa Nostra ha appoggiato la nascente Forza Italia in cambio di interventi sulla normativa di contrasto alla criminalità organizzata, ma questo non bastava a dimostrare che ci fosse un nesso tra Berlusconi e Dell’Utri che fondavano Forza Italia e la campagna stragista che accompagnò e forse accelerò la discesa in campo del Cavaliere e quindi scrivevano “Resta privo di rappresentazione il dato che consenta di definire con esattezza i termini dell’interrelazione tra il dinamismo militare di Cosa Nostra e le iniziative d’accordo adottate nell’organizzazione, quale risultante del dinamismo politico” e quindi il G.I.P. Giuseppe Soresina firmò il Decreto di archiviazione, scrivendo che l’ipotesi iniziale d’accusa e cioè che Dell’Utri e Berlusconi siano stati tra i mandanti occulti delle stragi del 1996, aveva addirittura incrementato la sua plausibilità nel corso dell’indagine, ma non si erano raggiunti elementi sufficienti per chiedere un rinvio a giudizio, ora quell’indagine che già nel 1998 il G.I.P. scriveva avere aumentato la plausibilità della tesi accusatoria è stata riaperta evidentemente perché c’è di più, ci sono le parole di Spatuzza e evidentemente ci sono anche dei riscontri già trovati dai magistrati, i quali altrimenti non avrebbero potuto chiedere la proroga delle indagini, se in questo primo anno di lavoro non avessero trovato elementi che li inducono a andare avanti, questo è lo stato dell’arte, questo non lo sa nessuno, tranne i fortunati lettori di alcuni rarissimi quotidiani che ne hanno parlato questa estate e i fortunati voi che state seguendo questo Passaparola e che venite a sapere un fatto piuttosto agghiacciante che in questo momento il nostro Capo del Governo, tra le altre cose, è indagato per strage insieme al Sen. Dell’Utri. Ma c’è un’altra indagine che è quella della Procura di Palermo che sta per portare a sviluppi piuttosto interessanti, anche qui quasi nel silenzio generale, ogni tanto esce qualche articoletto di qua o di là, ma manca completamente un’informazione proporzionata alle dimensioni di quello che sta venendo fuori e alla gravità dei fatti che stanno venendo fuori.
Non stiamo parlando delle chiacchiere di Ciancimino, stiamo parlando delle carte che Ciancimino e ultimamente anche sua madre, la vedova di Vito Ciancimino già Sindaco mafioso di Palermo, già complice del sacco di Palermo, già arrestato e condannato per mafia grazie al pool di Falcone e Borsellino, il figlio e la moglie di Vito Ciancimino non stanno facendo chiacchiere, stanno portando carte che erano disseminate in una serie di cassette di sicurezza, archivi sparsi per il mondo, sparsi in varie case, astutamente Vito Ciancimino e i suoi familiari non tenevano tutto in un solo posto, lo tenevano un po’ sparpagliato in giro per il mondo perché, il perché lo si vede quando arrivano le carte e stando alle ultime notizie pare che le carte più interessanti dell’ultima ondata di quelle arrivate alla Procura di Palermo e di Caltanissetta siano proprio quelle fornite dalla madre di Massimo Ciancimino, dalla moglie di Vito Ciancimino, una signora che si chiama Epifania Scardino, vedova Ciancimino. Partiamo da un assegno, un assegno di cui si ebbe notizia per caso da un’intercettazione telefonica, il 5 marzo del 2004 Massimo Ciancimino era sotto intercettazione perché i magistrati di Palermo stavano indagando sul tesoro del padre, ipotizzavano che il figlio si fosse dato da fare per riciclarlo, allora gli hanno messo il telefono sottocontrollo e pochi giorni prima di perquisirgli la casa a Mondello, hanno sentito Massimo Ciancimino parlare con la sorella Luciana, anche lei ovviamente figlia di Vito Ciancimino, in famiglia sono politicamente divisi, Massimo era un po’ più verso il centro-sinistra, Luciana pare sia vicina al centro-destra, questo per spiegare quello che si dicono.
Luciana racconta a Massimo che l’ha cercata un certo Gianfranco, probabilmente dal contesto della telefonata si intuisce che Gianfranco è Gianfranco Micciché, all’epoca coordinatore di Forza Italia in Sicilia e futuro Ministro e Gianfranco l’aveva invitata alla convention per festeggiare di lì a poco i 10 anni della vittoria di Forza Italia alle elezioni del 1994, quelle del 27 marzo, qui era il 5 marzo, quindi mancavano 3 settimane all’evento e lei era stata invitata da Gianfranco a questa convention che si doveva tenere proprio a Palermo.
Allora dice Luciana a suo fratello che Gianfranco in quell’occasione le farà conoscere Berlusconi, Massimo, il fratello di Luciana, le risponde che potrebbe approfittarne – ne fa una battutina allusiva – per restituire l’assegno di 35 milioni che Berlusconi aveva versato al papà, a Don Vito, il quale l’aveva conservato in una carpetta con tanto di firma del Cavaliere Silvio, un assegno risalente agli anni 80, vediamo la telefonata, Luciana dice a Massimo “Minchia, mi telefonò Gianfranco, mi arriva un messaggio “il 27 marzo a Palermo per i 10 anni di Forza Italia e viene Silvio Berlusconi, è stata scelta Palermo perché è la sede più sicura, saremo 15 mila” sapete che loro decidono prima quanta gente c’è alle convention, 15 giorni prima già lo sanno! Allora ci scrivo questo messaggio a Gianfranco “rincoglionito a chi lo dovevi mandare questo messaggio? Secondo me sbagliasti!” lei dice ma davvero volevi invitare proprio me a questa festa, mi risponde Micciché che è veramente un elegantone “suca mezz’ora fa mi chiama, minchia ma sei una merda”, vedete com’è elegante Micciché nei confronti delle signore, “io ci dissi – dice Luciana – perché sono una merda?” dice Micciché “L’ho mandato a te, siccome so che lo vuoi conoscere” quindi l’invito era proprio indirizzato a te, perché so che tu Luciana Ciancimino vuoi conoscere Silvio Berlusconi, il fratello risponde “digli che abbiamo un assegno suo, se lo vuole indietro” se vedi Berlusconi digli che gli ridiamo quell’assegno, se lo rivolesse… Luciana ride “chi il Berlusconi?” e Massimo “sì ce l’abbiamo ancora nella vecchia carpetta di papà” Luciana “ma che cazzo dici?” Massimo “certo”, Luciana “del Berlusca?” Massimo “sì di 35 milioni, se lo si può, glielo diamo!” nella perquisizione che viene fatta qualche settimana dopo a casa di Ciancimino, i Carabinieri cercano questa carpetta con l’assegno di Silvio Berlusconi a Vito Ciancimino, anni 80 di 35 milioni ma non lo trovano, dopodiché sapete che quella perquisizione è oggetto di accertamenti perché pare che i Carabinieri che l’hanno fatta siano entrati più per non trovare le cose che per trovarle, comunque ufficialmente risulta che quella carpetta non è stata trovata e quindi questo assegno diventa una specie di leggenda, alcuni dicono “ma è una leggenda metropolitana, è una delle tante fanfaronate di Massimo Ciancimino, questo chiacchierone che inventa, che condisce…” invece no, l’assegno è venuto fuori, dove? Dalle carte che ha ritrovato la vedova di Ciancimino, la Signora Epifania Scardino, quest’ultima è stata sentita questa estate dalla Procura di Palermo e ha portato una serie di carte, compresa la fotocopia di quell’assegno di 35 milioni di lire firmato dal nostro attuale Presidente del Consiglio, ma ha portato anche altre cose che dimostrano rapporti societari e affaristici tra l’ex Sindaco mafioso di Palermo e il nostro Presidente del Consiglio, perché è importante questo? Intanto è importante perché ne aveva già parlato Massimo Ciancimino del fatto che suo padre gli aveva confidato che negli anni 70/80 lui, Vito Ciancimino, i costruttori mafiosi Bonura e Buscemi e Stefano Bontate avevano investito un sacco di soldi nelle aziende televisive e edilizie di Berlusconi Milano 2. Tutti a dire: ah non è vero, non è possibile etc., a parte il fatto che le stesse cose hanno raccontato Filippo Rapisarda sui capitali mafiosi che arrivavano a Berlusconi negli anni 70/80 tramite Dell’Utri, l’hanno raccontato molti pentiti di mafia, quindi non è il primo a raccontare queste cose Massimo Ciancimino. C’è la famosa perizia contabile del dirigente di Banca d’Italia Giuffrida fatta per conto della Procura di Palermo in cui si dice che dei soldi che hanno capitalizzato le finanziarie che controllavano la Fininvest tra gli anni 70/80 non si sa da dove arrivino almeno 350 milioni di Euro, calcolati al valore di oggi, misterioso donatore, Berlusconi che si avvale della facoltà di non rispondere, invece di dire chi gli ha dato quei soldi.
Ma si poteva dire: chiacchiere Rapisarda chiacchiera, i pentiti chiacchierano, Massimo Ciancimino chiacchiera, c’era un appuntino trovato nel libro mastro della famiglia mafiosa di San Lorenzo, quella comandata dal boss Salvatore Biondino che faceva anche da autista a Riina che segnando gli introiti della cosca, in questo bigino, da una parte segnava gli introiti del pizzo, le estorsioni e dall’altro segnava i regali e alla voce regali c’era un solo regalo, c’era una cifra con scritto 1990 Canale 5, quindi è una prova documentale che i mafiosi della famiglia di San Lorenzo ricevevano denaro con la causale Canale 5, chissà cosa vuole dire, forse il permesso di piazzare certe antenne che servivano alla Fininvest a trasmettere a Palermo. Adesso però non abbiamo più soltanto parole o un libro mastro di dubbia interpretazione, abbiamo carte sui rapporti tra Vito Ciancimino e Silvio Berlusconi, prima che Berlusconi diventasse politico, quando era ancora un palazzinaro e un editore televisivo, portate non più da Massimo, ma dalla vedova Ciancimino, la Signora Epifania Scardino, la prima carta è un pizzino, è un pizzino che nel 2001, questa pare la datazione, adesso si stanno facendo accertamenti più precisi sull’età della carta su cui è scritto questo pizzino, che Don Vito Ciancimino nel 2001, pare, manda a Bernardo Provenzano, chiamandolo “caro ragioniere” in cui si parla esplicitamente di Berlusconi, cosa dice in questo pizzino Ciancimino a Provenzano nel 2001, quando Provenzano è libero, è il capo della mafia perché Riina è in galera da 7 anni e Berlusconi sta per tornare o è appena tornato al governo, 2001 e quando c’è il 61 a 0, tutti i collegi uninominali della Sicilia vanno a Forza Italia e quando negli stessi mesi, poche settimane dopo le elezioni politiche c’è il cappottone di Totò Cuffaro a capo del centro-destra che va a fare il governatore della Sicilia, questo è il 2001. Nel pizzino a Provenzano, Vito Ciancimino scrive “dei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, 75 a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo – poi aggiunge sempre nello stesso pizzino Vito Ciancimino parlando con il capo della mafia Bernando Provenzano – caro rag., bisogna dire ai nostri amici di non continuare a fare minchiate e di risolvere i problemi giudiziari” questa volta che vanno al governo che si occupino anche di leggi ad mafiam per noi, non soltanto per loro! Perché Ciancimino era agli arresti domiciliari, 75 milioni a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo di quei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, sembra che Vito Ciancimino dica a Provenzano: hai ricevuto quei 100 milioni che ci manda Berlusconi? Bene, 25 li dai a mio figlio, sono per me, 75 li dai a Benedetto Spera, che è il braccio destro di Bernardo Provenzano. Cosa sono quei 100 milioni ricevuti da Berlusconi di cui si parla in quel pizzino? C’è un versamento fisso, mensile, trimestrale, semestrale di Berlusconi a Ciancimino? Cos’è quella suddivisione, il 25% va a Ciancimino e il 75% va a Benedetto Spera, in cambio di cosa? Da quanto dura questa abitudine di pagare la mafia da parte di Berlusconi, cosa sono dividendi di vecchie quote azionarie? Sono regali? Tangenti? Mistero, certamente sono qualcosa di diverso rispetto all’assegno degli anni 80 di cui parlano Massimo Ciancimino e sua sorella, perché negli anni 80 Berlusconi non era in politica, era in politica Ciancimino nella Democrazia Cristiana, per un certo periodo anche nella corrente andreottiana. Sta di fatto che a quei tempi Ciancimino come racconta suo figlio e adesso anche sua moglie, aveva investito capitali nelle società di Berlusconi, dice la vedova Ciancimino che il marito incontrava negli anni 70 Berlusconi a Milano, ma poi alla fine quando lui entrò in politica Ciancimino si sentì tradito dal Cavaliere. Poi ci sono dei soldi in contanti, quelli di cui parliamo a proposito del pizzino datato pressappoco 2001, abbiamo l’assegno anni '80 quando Ciancimino fa politica e Berlusconi è imprenditore e abbiamo il pizzino del 2001 quando Berlusconi è politico e Ciancimino è detenuto ai domiciliari e c’è sempre Berlusconi che paga o Ciancimino o addirittura secondo me quello che si legge nel pizzino Provenzano, questo è lo stato dell’arte, naturalmente con il contorno di qualche altro documento, Ghedini appena sono uscite le notizie su questo pizzino e su questo assegno e su questi soldi ha subito detto che sarà la Magistratura a dimostrare che mai il Presidente Berlusconi ha avuto contatti diretti o indiretti con Vito Ciancimino di cui all’epoca non conosceva neanche l’esistenza, è strano che uno che non conosce l’esistenza di Vito Ciancimino gli mandi un assegno da 35 milioni negli anni 80, è una cifra importante, non è come 35 milioni del 2000, siamo negli anni 80, quindi secondo Ghedini mai Berlusconi ha avuto rapporti diretti o indiretti con Vito Ciancimino di cui non conosceva all’epoca neanche l’esistenza o con suoi familiari, né tanto meno ha avuto rapporti economici e sarà agevole provarlo in giudizio, non sarà mica tanto agevole perché se c’è un assegno firmato da Berlusconi e conservato da Ciancimino, quello è proprio la prova che invece ci sono rapporti diretti e anche economici e non con i familiari, con lui e a questo punto l’assegno viene fuori.
L’assegno viene fuori perché è notizia di qui giorni che la Signora Ciancimino, la vedova ha trovato e consegnato ai magistrati quel famoso assegno che stava nella carpetta del Marito e di cui parlavano i due figli nella telefonata intercettata, è un assegno da 35 milioni di lire che risale, secondo la datazione che è stata fatta al periodo che va tra il 1979 e il 1983, proprio gli anni in cui arrivano finanziamenti ben più enormi di quello, nelle casse della Fininvest, quindi da una parte le società di Berlusconi ricevono enormi capitali, forse anche dalla Sicilia, dall’altra Berlusconi fa un assegno da 35 milioni per Vito Ciancimino, vedete che è come se uno investisse i suoi capitali e poi ricevesse dei dividenti, tutto da dimostrare naturalmente, ma questo flusso incrociato di soldi che arrivano dalla Sicilia, forse secondo molti racconti, nelle casse delle società di Berlusconi e dall’altra poi ritornano indietro sotto forma di assegni a Ciancimino, è abbastanza curiosa. Ma c’è di più, perché in quegli anni Ciancimino utilizzava questi soldi per, questa è la dizione di uno dei suoi appunti: acquisto tessere periodo 79/83, acquisto tessere cosa vuole dire? Che comprava tessere fasulle della Democrazia Cristiana per vincere i congressi e sbaragliare la concorrenza in Sicilia e a spese di chi comprava queste tessere? Secondo le carte che sono state portate dalla Signora Epifania Scardino, le tessere le comprava con soldi di Berlusconi, non solo l’assegno ma si parla anche di un altro versamento in contanti di 25 milioni e altri soldi ancora, sempre in contanti e assegni, avrebbe ricevuto Ciancimino per comprare tessere fasulle da Giuseppe Ciarrapico e Gaetano Caltagirone, due impresari, imprenditori, palazzinari, quello che volete, romani molto legati a Andreotti, mentre stranamente Berlusconi risultava legato a Craxi, ma era trasversale evidentemente. Oppure Don Vito aveva ottimi motivi per fargli sputare fuori dei soldi, chi lo sa! C’è un altro pizzino, anzi un altro appunto che Massimo Ciancimino attribuisce a suo padre, Vito, nel quale il padre Vito scrive e questo è il periodo già in cui Vito è deluso da Berlusconi perché Berlusconi l’ha fatta franca, ha fatto fortuna, è diventato un big dell’impresa e poi della politica, mentre lui invece è finito in galera, condannato e questo Ciancimino non riesce a sopportarlo, infatti scrive in uno sfogo scritto a macchina “io, Dell’Utri e Berlusconi siamo figli della stessa lupa – aggiunge – io sono un perseguitato, io sono stato condannato e loro Berlusconi e Dell’Utri assolti per questioni geografiche” cosa vuole dire “questioni geografiche”? Aggiunge nei suoi appunti Vito Ciancimino che il vero perseguitato è lui, non Berlusconi e dice “ho aiutato Dell’Utri e Berlusconi nell’impresa edilizia a Milano 2 negli anni 70/80, insieme a altri costruttori mafiosi, come Buscemi, Bonura etc., quello che Berlusconi ha fatto a Milano, io l’ho fatto a Palermo – scrive Ciancimino – ma a lui l’hanno fatto Cavaliere del Lavoro e a me mi hanno arrestato!” Capite che con questo materiale in mano che non sono chiacchiere, ma sono assegni e pizzini e lettere e pezzi di diario che accompagnano e aiutano a spiegare quegli assegni e quei versamenti, i Magistrati hanno di che fare un salto di qualità e Berlusconi ha di che fare un salto sulla sedia. Ancora una volta il suo passato minaccia di raggiungerlo proprio nel momento più difficile proprio dal punto di vista politico per lui e se è così difficile è anche perché è molto preoccupato perché sente sul suo collo il fiato del suo passato che sta un’altra volta per raggiungerlo, naturalmente di tutto questo nella stampa libera e indipendente e nella televisione libera e indipendente non si parla e quindi ne parliamo noi perché siamo qui a posta, passate parola!
fONTE http://www.beppegrillo.it/

lunedì 20 settembre 2010

L'UOMO E' UN ESSERE INTELLIGENTE

L’inquinamento ha letteralmente cambiato i connotati ambientali del fiume Tiete a Pirapora Do Bom Jesus in Brasile. La schiuma ha coperto la superficie a causa degli scarichi industriali e, soprattutto, della siccità che ha colpito l’intera zona. La peggiore, secondo gli esperti, dal 1943.

domenica 19 settembre 2010

INGORGO TRICHECO

In ogni migrazione c’è una promessa. Quella di tornare da dove si è partiti. Ripercorrere i passi, volare o nuotare fino a che le forze ti tengono a galla. Fino a casa. Non sempre è così. A volte va per il meglio, altre è tragica. A Point Lay, un piccolo villaggio di 234 abitanti sulla costa nord-ovest dell’Alaska, non si erano mai visti così tanti trichechi. Gli scienziati dicono si tratti di una migrazione di massa sulla terra ferma «senza precedenti». Ne hanno contati decine di migliaia, soprattutto mamme e cuccioli: 10 o 20 mila, forse più. Ammassati uno accanto all’altro, in un tratto di costa di pochi chilometri. Sono scappati dal surriscaldamento climatico, dallo scioglimento dei ghiacci. Non trovando una banchina per rifiatare (e senza riposo rischiano la morte), si sono rifugiati qui.Il loro destino potrebbe essere tragico. Per vederli basta andare sulla strada principale del villaggio, quella che guarda l’oceano. Il sindaco Leo Ferreira, che li osserva dall’alto e ha invitato turisti e cittadini a non disturbare gli animali, dà la colpa all’aumento del traffico marittimo che costringerebbe i trichechi a deviare verso la riva. Ma gli scienziati dell’Us Geological Survey non la pensano così, la causa è la diminuzione di ghiaccio marino artico. Le uniche altre due occasioni in cui erano arrivati su queste spiagge (in numero nettamente inferiore) erano state nel 2007 e nel 2009, due anni in cui le temperature dell’acqua erano state particolarmente elevate. Come in ogni stagione estiva, le femmine di tricheco si prendono cura dei cuccioli nel mare di Chukchi, tra Alaska e Russia, il corridoio migratorio. I blocchi di ghiaccio vengono usati come banchine su cui sostare almeno una volta al giorno, dopo essersi procacciati il cibo necessario alla sopravvivenza. Ecco perché, non trovandoli più, si sarebbero trasferiti sulle coste dell’Alaska divenendo però «molto» più vulnerabile. Un fenomeno preoccupante che potrebbe segnalare il pericolo di un imminente estinzione del mammifero marino per colpa dei cambiamenti climatici. Il ghiaccio marino artico in questo mese è sceso al terzo livello più basso nella storia e, secondo gli scienziati, l’intera calotta Chuckchi potrebbe trovarsi a essere priva di ghiaccio durante agosto, settembre e ottobre entro la fine di questo secolo. Le probabilità di estinzione o di grave declino demografico entro il 2095 del tricheco arrivano a toccare il 40%. «A meno che non riduciamo drasticamente le emissioni di gas serra» ha commentato Rebecca Noblin del Centre for Biological Diversity. Intanto, a Point Lay i voli sono stati sospesi per evitare che il rumore degli aerei possa spaventarli. L’anno scorso più di cento trichechi morirono schiacciati l’uno sull’altro nel tentativo frenetico di gettarsi in mare dopo essere stati spaventati da alcuni rumori nelle vicinanze. Gli scienziati, intervistati dall’Alaska Dispatch, non sanno esattamente quanto possa resistere un tricheco in mare se non ha la possibilità di fermarsi da qualche parte. La loro ipotesi è che per una femmina in normali condizioni di salute la resistenza possa essere al massimo di dieci giorni. I maschi invece possono resistere più a lungo nonostante il loro peso. L’obiettivo dei ricercatori ora è monitorare i movimenti delle mamme per capire quanto devono allontanarsi da Point Lay per procacciarsi il cibo di cui hanno bisogno e quanto questi spostamenti incidano sulle loro condizioni di salute e su quelle dei cuccioli.
fonte Il Secolo XIX

sabato 18 settembre 2010

L'INGANNO E LA BEFFA

Sono passati 25 anni da quel 17 settembre 1985, quando il giornalista e popolare presentatore televisivo Enzo Tortora fu condannato con una sentenza dal Tribunale di Napoli a dieci anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. L'inchiesta nei riguardi di Tortora - che divise il Paese tra innocentisti e colpevolisti ed alimento' il dibattito sul ''pentitismo'' - era cominciata nei premi mesi del 1983, quando due pentiti della Nuova Camorra Organizzata (Nco), capeggiata da Raffaele Cutolo, indicarono Tortora, ''quello di Portobello'', quale appartenente alla Nco con l'incarico di corriere di droga. Tortora fu arrestato all'alba del 17 giugno '83 in un albergo di Roma, ma fu portato in carcere in tarda mattinata, solo quando - secondo i difensori - fotografi e cineoperatori furono pronti a ritrarre l' imputato in manette. Fin dal primo momento Tortora si disse innocente. Dopo sette mesi di detenzione, l'imputato ebbe gli arresti domiciliari. Fu quindi eletto eurodeputato radicale il 17 giugno 1984. Il 20 luglio 1984 torno' in liberta' ed annuncio' che avrebbe chiesto al Parlamento europeo di concedere l'autorizzazione a procedere nei suoi riguardi che fu data il 10 dicembre. Dopo il suo rinvio a giudizio, il 4 febbraio 1985, arrivo' la sentenza di condanna di primo grado. Il 15 settembre 1986, la Corte di Appello di Napoli rovescio' il verdetto: assoluzione con formula piena, ed i pentiti furono giudicati non credibili. ''E' la fine di un incubo'', disse il presentatore. L' innocenza dell'imputato fu confermata il 13 giugno 1987 dalla Corte di Cassazione. Meno di un anno dopo, il 18 maggio 1988, Enzo Tortora mori' per un cancro ai polmoni.

venerdì 17 settembre 2010

VIAGGIATORI CLANDESTINI

Prendono aerei, navi, treni e macchine. Fanno migliaia di chilometri, sorvolano oceani, valicano montagne, attraversano deserti e, arrivati a destinazione, stanno così bene che la maggior parte delle volte non se ne vanno più. Sono gli animali e piante “esotici” che, portati dall'uomo più o meno intenzionalmente, cambiano il domicilio d'origine e colonizzano in pianta stabile nuove zone. Causando spesso e volentieri non pochi problemi alla biodiversità locale. Dalla notte dei tempi gli uomini, nelle loro migrazioni, hanno introdotto semi, germogli e animali portati dai Paesi d'origine e introdotti in quelli conquistati. Un esempio eclatante? Il cavallo portato nelle Americhe dai conquistadores spagnoli. Alcuni esemplari scapparono in Messico, e ritornarono allo stato selvatico, si rinselvatichirono dando vita alla razza Mustang e arrivarono fino alle praterie, furono poi riaddomesticati in seguito dai Pellerossa. Ora, però, grazie allo sviluppo delle comunicazioni, del commercio, del turismo il numero e la varietà di invasori sta raggiungendo livelli di guardia in molti paesi. Clandestini nei cargo di legname e verdure, come i pericolosi scorpioni africani trovati a Malpensa la scorsa primavera, souvenir nelle valige di turisti poco consapevoli o viaggiatori legali (ma non sempre) destinati ai negozi di pets esotici, gli invasori stanno raggiungendo tutti i continenti. La presenza di animali alloctoni, quelli cioè che dal punto di vista evolutivo non appartengono al luogo in cui si trovano e rappresenta un pericolo per la biodiversità del paese ospite e uno sconvolgimento dell'equilibrio preesistente, che si è creato in milioni di anni di evoluzione. La loro introduzione va monitorata e regolata perché provoca cambiamenti radicali, l'estinzione delle specie endemiche e, non per ultimo, il possibile propagarsi di malattie e infezioni. Sono più di 7.000 le specie di animali a rischio, secondo i recenti dati presentati dall'Iucn, Unione internazionale per la conservazione della natura, di cui il 30% è minacciato proprio dalla presenza degli invasori.

giovedì 16 settembre 2010

SKY CAT

Possono trasportare in tutta sicurezza fino a 1000 tonnellate di merce a 200 all’ora di velocità di crociera, senza scali e dogane intermedie. Da Torino a Mosca un carico di 1000 autovetture trasportato in meno di 12 ore a costi bassissimi. Un business del futuro. Un futuro non troppo lontano. Che potrebbe essere dietro l’angolo.

Erano chiamati anche sigari volanti, i dirigibili. Merita ricordare questo particolare perché il ritorno di queste macchine volanti è in parte determinato proprio dal fatto che non sono più dei sigaroni sospesi nel cielo. Meglio: non di un solo sigaro si tratta, ma di due affiancati. Guardate l’immagine; raffigura lo Sky Cat che, come si vede, è costituito da due involucri cilindrici affiancati. Questa sezione a forma di 8 presenta un netto vantaggio aerodinamico. Qualunque oggetto volante, infatti, recupera una spinta verso l’alto dal suo stesso movimento. La forma del velivolo può creare – dipende da come si progetta – dei flussi d’aria, generati dal movimento, che spingono verso l’alto. Se non si è bravi a progettare le forme, questi flussi spingono verso il basso; mentre un bravo progettista è quello che riesce a scovare forme in grado di fornire forti spinte ascensionali. Lo Sky Cat è stato progettato proprio alla ricerca di tale soluzione ottimale. E i risultati sono notevoli: uno Sky Cat può trasportare intorno alle 1000 tonnellate di carico, un peso che sarà sollevato al 60% dall’Elio (un gas non infiammabile, super sicuro) contenuto nel doppio involucro, e al 40% dalla spinta aerodinamica. Il progetto nasce da una collaborazione fra due aziende, una inglese, la SkyKitten, l’altra americana, l’ATG. Nel sito web di quest’ultima www.aerospace-technology.com/projects/skycat/ è visibile un filmato nel quale si vede un volo di prova dello Sky Cat nella sua versione più piccola, 41 metri circa. Per essere più precisi, troverete una pagina con diversi filmati. Uno da 513K nel quale si osserva il decollo, il volo e l’atterraggio, e altri due, più brevi, che sono dei particolari di quello precedente. È poi disponibile un filmato da 791K nel quale lo Sky Cat si appoggia su una distesa d’acqua. Per osservare queste animazioni è indispensabile avere installato il programma Quick Time che è scaricabile dalla rete dalla pagina stessa in cui si trovano i filmati. Le prestazioni dello Sky Cat, oltre a quelle, notevoli, di capacità di carico, sono significative anche sul piano della velocità: 200 chilometri orari, contro i 70 chilometri dei vecchi dirigibili. Questo significa che per il trasporto su lunghi tratti il mezzo può risultare una via di mezzo interessante fra l’aereo – che è veloce ma non può superare una carico massimo di 70 tonnellate – e la nave, capace di grandi carichi ma decisamente lenta. A ciò si aggiunge il fatto che 1000 tonnellate di carico via dirigibile possono costare un decimo dello stesso peso via mare o con aerei. Sono i costi energetici e di manutenzione che rendono lo Sky Cat assolutamente competitivo. Molti esperti del settore trasporti si dichiarano convinti che i dirigibili di nuova concezione saranno la soluzione alle lunghe colonne di camion che occupano stabilmente le autostrade. Ma questi moderni dirigibili sono eccezionali sia per confort, sia per praticità che per costi, per il trasporto passeggeri. Dal basso piemonte per le varie destinazioni i tempi di percorrenza saranno: per Roma in 2 ore e un quarto; per Parigi in 3 ore e un quarto; per Londra in 5 ore; per Madrid in 5 ore e mezzo; per Berlino in 4 ore e mezzo; per Vienna in 3 ore e mezzo; per Palermo poco più di 4 ore; per Mosca 12 ore; senza attese all'aeroporto, senza problemi di decollo (lo Sky cat decolla in verticale come un elicottero), senza problemi di scali intermedi (almeno nelle rotte europee).

mercoledì 15 settembre 2010

VIOLENZE QUOTIDIANE

La ragazza che vedete sulla copertina del settimanale americano Time si chiama Aisha e ha 18 anni. E’ una ragazza afghana molto bella, ma è stata mutilata (le sono stati tagliati naso e orecchie). A decidere questa atroce punizione è stata la sentenza di un tribunale locale del suo paese. Il suo crimine è stato quello di scappare dalla casa del marito per sfuggire alle violenze quotidiane. E’ stato un tribunale talebano a decidere questa punizione per Aisha: l’amputazione è stata effettuata un anno fa, e portata a termine dal marito e dal cognato. Quest’ultimo teneva a terra a Aisha mentre il marito, con un coltetto, le tagilava naso e orecchie.

martedì 14 settembre 2010

LE ONDE ELETTROMAGNETICHE RALLENTANO L'ALZHEIMER

Nessuno lo avrebbe mai pensato: secondo un recente studio condotto all’Università della Florida, le onde elettromagnetiche contribuiscono a ritardare la demenza senile, ed a migliorare le condizioni del morbo di Alzheimer. E’ questo almeno il risultato ottenuto in una ricerca compiuta su topi da laboratorio, programmati per avere il disturbo, e sottoposti ade onde elettromagnetiche simili a quelle dei telefonini. Lo studio dell’Alzheimer’s Disease Research Center è stato recentemente pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease. Sono stati 96 i topi sui quali è stato effettuato l’esperimento, la maggior parte dei quali erano stati geneticamente modificati per sviluppare le placche beta-amiloidi nel cervello, un marker della malattia di Alzheimer. Altri topi invece erano sani.

lunedì 13 settembre 2010

LA LEGGE DEI GRANDI NUMERI

I grandi numeri della settimana arrivano dalla relazione periodica della Banca d'Italia e dalla rilevazione mensile dell'Istat. In due anni, dicono i rapporti, si sono persi 815mila posti di lavoro, il tasso di disoccupazione è arrivato all'8,9% tornando ai livelli del 2001, la disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto il 29,5% (il massimo dal 2004), la cassa integrazione nel 2009 ha interessato 1,8 milioni di lavoratori, 300mila dei quali in cig straordinaria o in deroga. Ad aprile risultavano in cerca di occupazione 2 milioni e 220mila persone, +21mila rispetto a marzo e +372mila (20%) rispetto ad aprile 2009. Secondo l'Inps, però, le domande di disoccupazione nel primo quadrimestre 2010 sono scese del 13,7% rispetto al 2009. Dal territorio, si segnalano i numeri sulla crisi del settore legno-arredamento del Friuli Venezia Giulia: +40% nell'industria rispetto al 2009 nei primi 4 mesi 2010 e circa mille lavoratori e 200 aziende interessati nell'artigianato. I segnali di ripresa, per ora, riguardano i grandi gruppi e gli investimenti all'estero (Prysmian e Magneti Marelli in Cina, Piaggio in India), mentre le cronache confermano le difficoltà delle imprese medio-piccole in tutti i settori, a partire dall'indotto auto. Il nono appuntamento sulle "piccole crisi senza importanza" inizia con l'intesa sulla cigs alla iGuzzini di Recanati e termina con lo sfratto del call center Vol 2.O a Cagliari. Venerdì 28 maggio - Intesa alla iGuzzini illuminazione di Recanati (Mc) per la proroga della cassa integrazione straordinaria per un altro anno. Il provvedimento riguarda 130 lavoratori a rotazione, partendo da un minimo di circa un terzo del totale. L'intesa esclude licenziamenti alla scadenza della cig.+Due anni di cassa integrazione straordinaria e adeguati incentivi per l'esodo volontario. E' la base di discussione nella vertenza della Hermann caldaie di Pontenure (Piacenza) per la quale il gruppo Vaillant ha deciso la chiusura (con delocalizzazione) del reparto produzione a partire dal 2011. I lavoratori che perderanno il posto sono 90 su 170. La vicenda è oggetto di una mozione del consigliere regionale Stefano Cavalli (Lega).Nuova manifestazione decisa dai 30 dipendenti della Irp (industria ricostruzione pneumatici) di Cagliari-Macchiareddu. Stavolta il presidio sarà davanti al tribunale. I lavoratori sono in causa da due anni per ottenere stipendi arretari e tfr. La sede Eutelia di Napoli occupata dai lavoratori Agile ceduti al gruppo Omega e senza stipendio da otto mesi. Un corteo con circa milla disoccupati del progetto Bros blocca il traffico in via Galileo Ferraris a Napoli e occupa alcuni locali della sede Inps.Intesa all'Unione industriali di Savona per la proroga della cassa integrazione per i 60 lavoratori della Cartiera Verde Romanello di Varazze. La produzione si è fermata, causa crisi, ai primi di marzo e la prima cig scade il 30 maggio.L'Ilva di Taranto comunica ai sindacati il fermo del Treno lamiere, a causa dell'andamento del mercato, dal 3 giugno all'8 luglio. I lavoratori in cassa integrazione, a regime, passeranno dagli attuali 254 a 600 (+356).I lavoratori di Innova Service, società che gestisce le portinerie sull'area ex Alfa Romeo ad Arese (Milano), protestano sotto la sede della Regione in via Cardano contro la richiesta di cassa integrazione in deroga per 54 dipendenti da parte dell'azienda.Il sindaco sfila in corteo con i ferrovieri contro la chiusura dell'officina Cargo di La Spezia-Migliarina annunciata da tempo da Ferrovie dello Stato. La protesta dei dipendenti milanesi di Agile ex Eutelia davanti al Palazzo di giustizia. Il provvedimento, secondo i sindacati, riguarda circa duecento lavoratori tra ferrovieri e indotto.Accordo di massima sulla riorganizzazione dello stabilimento Electrolux di Forlì. Gli esuberi passano da 300 a 280 e nessuno sarà licenziato; saranno richiesti due anni di cig straordinaria per ristrutturazione, con rotazione mensile; la procedura di mobilità sarà attuata solo su base volontaria e sarà incentivata con un massimale di 25mila euro; per i lavoratori più prossimi alla pensione, l'incentivo sarà di 18mila euro. Al termine del processo, eventuali esuberi potranno essere affrontati con i contratti di solidarietà. Il gruppo conferma gli investimenti (43 milioni) e la centralità dello stabilimento forlivese. L'ipotesi di accordo passa ora al vaglio delle assemblee.Lunedì 31 maggio - Ci sarebbe un compratore interessato a rilevare il prosciuttificio Cavalli & Granai di Corniglio (Parma) per il quale i proprietari hanno fatto richiesta di concordato preventivo. I 10 dipendenti sono in cassa integrazione. Il presidio sotto il Pirellone (sede della Regione Lombardia) dei lavoratori Maflow di Trezzano sul Naviglio: 300 in cassa integrazione. La Regione Friuli Venezia Giulia comunica ai sindacati la proroga di un anno della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti dello stabilimento Luvata di San Vito al Tagliamento, chiuso quasi un anno fa. Secondo la Regione, la proroga della cigs è resa possibile dal fatto che il 30% dei 148 lavoratori interessati è stato riassorbito da aziende del territorio, mentre una decina di loro disponibili al trasferimento potranno essere impiegati negli stabilimenti di Amaro e Pocenia (Udine).La Europlastica non è disponibile ad applicare i contratti di solidarietà. La comunicazione è stata data nel corso di un incontro con i sindacati e la Regione. L'ipotesi era stata avanzata dai sindacati per mantenere i livelli produttivi a costo ridotto ed evitare il ricorso alla cassa integrazione. Lo stabilimento di Pasiano di Pordenone dà lavoro a 145 persone.I sindacati confederali del settore costruzioni della Basilicata fanno il punto della crisi sui dati delle casse edili di Potenza e Matera: dal 2008 al 31 marzo 2010 si sono persi 5.262 posti di lavoro e 647 imprese. Dai 12,8 milioni di ore lavorate del 2008 si è scesi a 4,8 milioni di ore nel primo trimestre 2010. Il presidio degli operai (48 in cig) davanti allo stabilimento Global Business di Grugliasco (Torino) che l'azienda intende chiudere. Le Ferrovie dello stato a un incontro con le rsu comunicano l'intenzione di esternalizzare la manutenzione, confermando il piano che prevede la chiusura dell'Officina grandi riparazioni (Ogr) di Bologna entro il 2013. Oggi l'impianto dà lavoro a 400 ferrovieri e circa 200 addetti dell'indotto.Martedì 1 giugno - I lavoratori della Global Business di Grugliasco (To) bloccano l'accesso ai tir giunti per caricare ruote destinate a Pininfarina e Lamborghini. La protesta avviene nel contesto del presidio permanente attivato dai 48 operai due mesi fa, quando l'azienda ha annunciato la chiusura dello stabilimento e il trasferimento dell'intera produzione nella sede di Volvera (To).I lavoratori della Ages di Santena (To) manifestano davanti al Lingotto per chiedere alla Fiat qualche lavorazione che possa salvare la fabbrica. Ages produce pezzi per motori e fanali (Fiat è il committente principale) in due stabilimenti: ad Asti i 150 posti si sono salvati con una cessione di ramo d'azienda; il sito di Santena invece è in amministrazione straordinaria fino al 6 agosto, quando scatterà il fallimento lasciando a terra i 350 dipendenti. Una protesta per il lavoro in Basilicata. Secondo i sindacati, dal 2008 si sono persi nell'edilizia 5.262 posti di lavoro e 647 aziende. I dipendenti sono in cassa integrazione, ma l'azienda chiama altri addetti per mandare avanti la produzione. Secondo la denuncia della Flai Cgil, è ciò che avviene al prosciuttificio Carretta di Sala Baganza (Parma). Il sindacato promuove un'iniziativa davanti ai cancelli dello stabilimento.Nel 2010 si perderanno altri 126mila posti nel settore costruzioni. La previsione è contenuta in uno studio dell'Osservatorio Feneal-Uil e Cresme sull'edilizia, secondo il quale nel 2009 c'è già stato un calo di 160mila occupati. Per parlare di ripresa, dice lo studio, si dovrà aspettare il 2012.Il Comune di Roma annuncia la rescissione del contratto con la Gemma spa, società che gestisce tra l'altro il servizio legato alle pratiche di condono edilizio nella capitale. La società ha avviato le procedure di mobilità per 320 dipendenti che, secondo il Comune, dovrebbero essere riassorbiti dalle società private che subentreranno nella gestione del servizio. La vicenda è oggetto di forti polemiche politiche. Il Pd accusa il Comune di non aver versato alle società "un solo euro dei 40 milioni dovuti". Un call center. Il settore è tra i più in difficoltà e non sempre per ragioni legate alla crisi. Giovedì 3 giugno - Denuncia del comitato Seven-Az per conto dei 6mila lavoratori Alitalia in cassa integrazione: la società ha pubblicato un bando per assumere 650 addetti ai bagagli ed ai check-in del'aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, anziché far ricorso ai propri lavoratori in cig da un anno e mezzo. Il bando violerebbe l'accordo firmato con il governo sul reimpiego dei cassintegrati.I sindacati proclamano una giornata di sciopero dei lavoratori della Tirrenia per sollecitare chiarezza e garanzie in vista della privatizzazione. L'8 giugno saranno interrotti i collegamenti con le Isole maggiori e quelli fra la Sicilia e le isole minori. Il piano industriale al momento prevede 250 esuberi fra impiegati e marittimi.I 1.050 operai della Antonio Merloni di Colle di Nocera Umbra in cassa integrazione a 700 euro mensili hanno scoperto, in sede di dichiarazione dei redditi 2009, di dover pagare conguagli irpef che vanno dai 600 ai 2mila euro ciascuno. La denuncia viene dal consigliere regionale Sandra Monacelli (udc) che chiede l'intervento della Regione per salvaguardare il sito produttivo umbro dove la produzione è di fatto ferma per la crisi del gruppo. La Fiom invita Fim e Uilm a considerare l'ipotesi di un blocco ai cancelli per rilanciare la vertenza. La manifestazione regionale dei lavoratori precari a Palermo davanti alla sede della Regione. Venerdì 4 giugno - Procedura di licenziamento collettivo per 8 operatori della riabilitazione nell'istituto Opera don Guanella-Santa Rosa di Roma. Il provvedimento, motivato con gli obblighi imposti dal piano regionale di rientro della spesa sanitaria, comporterà la sospensione dei progetti di semiresidenzialità di cui beneficiavano 16 ragazze. La denuncia viene dalle famiglie.Protesta davanti ai cancelli e sciopero di 4 ore allo stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia) contro la decisione dell'azienda di non rinnovare il contratto a quattro lavoratori appartenenti a categorie protette. La direzione motiva il provvedimento con il fatto che da luglio inizierà un periodo di cassa integrazione per i dipendenti.La Regione Umbria convocherà un tavolo istituzionale per discutere con la proprietà della salvaguardia dell'occupazione e del rilancio della Sangemini. Al centro del caso c'è la situazione di stallo della produzione della Sangemini Fruit i cui 25 dipendenti sono in cassa integrazione.Striscioni, cori, fumogeni e lancio di pomodori contro l'amministratore delegato e il direttore delle risorse umane fino all'intervento delle forze dell'ordine: i lavoratori Nexans manifestano così davanti all'Unione industriali di Latina dove è convocato l'incontro sulla loro vertenza. L'azienda francese (produzione cavi elettrici) ha da poco annunciato la chiusura dello stabilimento pontino di Borgo Piave, dove lavorano 130 operai, per trasferire la produzione a Battipaglia.Il gruppo Conserve Italia, leader delle conserve vegetali con nove stabilimenti produttivi e circa 2.200dipendenti tra fissi e stagionali, presenta ai sindacati un piano di riorganizzazione della sede di San Lazzaro (Bologna) che prevede la messa in esubero di 31 lavoratori. L'azienda ha accolto la richiesta dei sindacati di non avviare le procedure di mobilità in attesa di un nuovo incontro fissato per il 18 giugno.Nel centesimo giorno di occupazione all'Asinara, l'Isola dei cassintegrati (i lavoratori della Vinyls di Porto Torres) chiede ai sindacati di indire uno sciopero generale per salvare il ciclo del cloro e per chiedere al governo di riaprire la trattativa con la Ramco (Qatar). A Cagliari, delegazioni di operai della Otefal Sail (ex Ila) ed Eurallumina tornano a manifestare sotto la Regione Sardegna.Il centro di cura e riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano annuncia una riduzione di organico che potrebbe riguardare l'80% dei 120 dipendenti. L'azienda (una fondazione onlus diocesana) motiva la decisione con il taglio dei posti letto accreditati (59) da parte della Regione. L'arcivescovo di Oristano precisa di aver scritto all'assessore regionale alla sanità ed al presidente della Regione Sardegna senza ricevere risposta.Presidio organizzato dalla Slc Cgil davanti alla sede Rai di Ancona con i lavoratori della Informatica Solution srl. Da quattro mesi, i circa 40 addetti del call center non ricevono lo stipendio e l'azienda ora ipotizza una riduzione del personale formato in gran parte da donne tra 35 e 50 anni, assunte da liste di mobilità, disoccupazione di lunga durata, per la legge 104 o apprendiste, e dunque con oneri contributivi molto limitati.Svolta negativa nella vicenda del call center Video on line (Vol) 2.O di Cagliari. Il prefetto informa sindacati e lavoratori che è in arrivo lo sfratto esecutivo per morosità in quanto la società non avrebbe più pagato l'affitto da 18 mesi. I 470 dipendenti, che non hanno ricevuto lo stipendio, decidono di occupare la sede. Vol 2.O fa parte del gruppo Omega, già tristemente noto per le vertenze Agile, Phonemedia, Raf, Multimedia Planet, Soft4web e la cui holding di controllo - Libeccio - è stata dichiarata fallita dal tribunale di Milano.APPROFONDIMENTI (per deprimersi ancora un po)
1/ Da Italtel a Teleperformance