OGGI VI PROPONGO LA LETTERA INVIATAMI DALLA MIA AMICA GIULIANA... LEGGETELA E RIFLETTETE, LASCIO A VOI OGNI COMMENTO
Cari ex colleghi e amici,
siamo un gruppo di ex-dipendenti Agamare (agenzia viaggi di Milano), quelli che non si sono visti offrire la possibilità di riciclarsi nella neonata Agamatour e che hanno dovuto (o stanno ancora cercando) trovare nuovi o diversi sbocchi professionali a seguito della chiusura dell’azienda.
Abbiamo deciso di scrivere questa lettera aperta dopo avere letto alcune dichiarazioni rilasciate dalla vecchia proprietà Agamare e da quella nuova di Agamatour, intestata al figlio del titolare di Agamare.
Innanzitutto è bene ricordare che gli unici fornitori e clienti tutelati da Agamare sono quelli legati al prodotto che sarebbe poi stato offerto dalla nuova società.
Gli altri si sono trovati in situazioni difficili: pagamenti non onorati, rimborsi non effettuati, rischio di perdere non solo i depositi ma la possibilità stessa di effettuare il viaggio prenotato.
Se le vittime di tale situazione non hanno richiesto l’interesse di note trasmissioni televisive è solo perché i fornitori sono intervenuti in vario modo per garantire comunque le prenotazioni fatte e soprattutto tutelare il nome della propria società.
Non vogliamo entrare nel merito di aziende che nell’arco di pochi giorni o anche ore “risorgono dalle proprie ceneri”: ineccepibili dal punto di vista legale, lasciano ampie perplessità sotto l’aspetto etico e magari anche professionale. E’ sul trattamento riservato ai dipendenti che riteniamo soffermarci.
Informati della messa in liquidazione dell’azienda una settimana dopo la sua data, ci veniva illustrato il sistema di cassa integrazione in deroga a “zero ore” che sarebbe stato in vigore per 9 mesi, sino al dicembre 2010 e che con certezza sarebbe stato applicato.
Eravamo anche stati pregati di non provocare il fallimento facendo causa per gli arretrati (stipendi e ore di straordinario) non retribuiti.
Dopo due mesi trascorsi alla ricerca di un nuovo impiego e nella frequentazione dei Corsi formativi presso la Regione (obbligatori per questo tipo di cassa integrazione) e senza avere percepito alcuna somma di denaro, riceviamo dal curatore fallimentare (nominato dal Tribunale? dalla proprietà?) una lettera di “licenziamento per giustificato motivo”. Il che, tradotto in parole povere, significa “niente cassa integrazione”.
Oltre il danno anche la beffa, parole andate a vuoto, promesse non mantenute, informazioni errate… Tutto questo mentre si cerca di spacciare la neonata Agamatour come risultato di un sapiente lavoro di selezione del mercato e di professionalità maturata nel tempo.
Situazioni del genere non sono nuove: si sono già verificate in passato e certamente si verificheranno in futuro. E’ noto a tutti che nella maggior parte dei casi, i fallimenti in Italia siano organizzati e ben pianificati, fa però “sorridere” che il titolare di Agamare per decenni abbia commentato aspramente i fallimenti furbi, che danneggiano fornitori ma spesso anche i clienti, e quindi l’intero mercato, per poi dimostrare che l’unico a cadere in piedi dal proprio fallimento sia solo lui…
A noi, per il momento, non resta che affidarci alle leggi, alla loro interpretazione ed alla loro applicazione, con il timore però che nuove e altre spiacevoli sorprese siano dietro l’angolo.
Speriamo almeno che il mercato sappia valutare e giudicare, e comportarsi poi di conseguenza.
Grazie per l’attenzione e un caro saluto a tutti.
Ex dipendenti Agamare
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