sabato 5 giugno 2010

MAREA NERA, MAREA D'ORO

Incredibile ma vero. Anche se sta facendo ogni sforzo per bloccare la fuoriuscita di greggio dal pozzo in fondo al Golfo del Messico, il disastro potrebbe diventare fonte di guadagni per la BP, a quanto stima il sito mcclatchydc.com Se infatti i tentativi di fermare il flusso funzioneranno – e sia il governo Usa che la compagnia petrolifera si dicono ottimisti – la BP riuscirà a recuperare gran parte del petrolio che sta uscendo dai tubi rotti sul fondo dell’oceano. Il petrolio recuperato potrebbe generare per la BP 1,4 milioni di dollari al giorno. Una volta recuperato e pompato della nave Discoverer Enterprise, il greggio sarà lavorato e a bordo di una petroliera trasportato ad una raffineria dove sarà venduto. ”E esattamente la stessa cosa che accadrebbe col petrolio prodotto estratto coi metodi tradizionali”, ha detto il portavoce della BP, Graham MacEwen. In base alle stime governativa, il pozzo guasto potrebbe produrre greggio per un valore di 85 milioni durante i prossimi 60 giorni, fino a quando la perdita potrà essere finalmente fermata. Coloro che sono proprietari del sito sottomarino affittato alla BP – ovvero i contribuenti americani – vedranno un pò di soldi, ma certo non nella quantità che finirà in tasca alla compagnia petrolifera. Al ministero del Tesoro si calcola che spetteranno 328.000 dollari al giorno, ovvero un totale di 19 milioni in 60 giorni. Ci sarano poi le royalties che la BP dovrà pagare per il greggio andato perduto, per un totale di 13,5 milioni. Il calcoli del sito McClatchy si basano su calcoli governativi che stimano la perdita a 25 mila barili al giorno e la royalty del 18,75 per cento applicabile sul pozzo della BP con i prezzo del petrolio stabilito in una media di 70 dollari a barile. Ieri lo spot price si aggirava sui 74 dollari a barile.

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