BIMBI OBESI, IL PUNTO CRITICO E' A DUE ANNI
Chi vuole evitare ai figli una vita di battaglie con la bilancia deve allertarsi gia' quando sono piccolissimi: secondo un gruppo di ricercatori statunitensi, il 'punto critico' a partire dal quale un bimbo si avvia sulla strada dell'obesita' e' spesso ancora prima dei due anni. Uno studio, che ha preso in esame oltre 100 bambini e adolescenti obesi, ha rivelato che piu' della meta' erano sovrappeso gia' a 24 mesi; il 90 per cento a cinque anni; un quarto di loro, addirittura prima dei cinque mesi; e tutti erano sovrappeso o obesi all'eta' di 10. Lo studio, pubblicato in Clinical Pediatrics, sottolinea che, per quanto ancora non siano ben chiare le cause dell'obesita' in eta' infantile, fattori come la pessima alimentazione, l'introduzione precoce di cibi solidi e lo scarsa attivita' fisica sono fattori scatenanti. Non solo: i gusti alimentari si definiscono intorno ai due anni, per cui cambiare le abitudine in eta' piu' avanzata puo' risultare complicato. Secondo John Harrington, professore all'Eastern Virginia Medical School che ha guidato la ricerca, lo studio dovrebbe suonare "un campanello d'allarme per i medici". "Troppo spesso i medici attendono fino quando non sono nate complicazioni: convincere genitori e bambini a cambiare abitudini gia' radicate costituisce una sfida monumentale densa di ostacoli e delusioni. Lo studio dimostra che dobbiamo discutere dei comportamenti appropriati molto precocemente nella vita di un bambino per ottenere cambiamenti significativi nel trend attuale verso l'obesita'".
IL POTERE ANTITUMORE DEL RABARBARO
Il rabarbaro contiene sostanze chimiche che uccidono il cancro. Se viene cotto per 20 minuti, la sua concentrazione di anti-cangerogeni aumenta significativamente. Almeno questo e' quanto ha scoperto un gruppo di ricercatori britannici della Sheffield Hallam University in uno studio pubblicato sulla rivista Food Chemistry. Il rabarbaro sarebbe ricco di sostanze chimiche, chiamate 'polifenoli', capaci di uccidere o impedire la crescita delle cellule tumorali. Secondo i ricercatori, i polifenoli potrebbero essere usati per sviluppare nuovi farmaci anti-tumorali meno tossici e piu' efficaci. E' possibile pensare di estrarre queste potenti sostanze chimiche direttamente dal rabarbaro e utilizzarle soprattutto per quei tipi di tumore resistenti ad altri trattamenti. "La nostra ricerca", ha detto Nikki Jordan-Mah, che ha coordinato lo studio, "ha dimostrato che il rabarbaro britannico e' una potenziale fonte di sostanze chimiche che possono essere utilizzate per sviluppare nuovi farmaci anti-tumorali". Il rabarbaro, ha continuato l'esperto, "ha dimostrato di avere polifenoli molto interessanti che hanno proprieta' anti-tumorali. Se saremo in grado di estrarre i polifenoli -ha concluso- possiamo pensare di usarli per aiutare a combattere il cancro con la chemioterapia. I trattamenti attuali non sono efficaci in tutti i tumori e la resistenza e la tossicita' e' un problema comune'".
UN CATTIVO USO DEGLI ANTIBIOTICI CREA 'SUPER-GERMI'
Se non si finiscono correttamente le cure a base di antibiotici si creano dei 'super-germi' resistenti anche agli altri farmaci. Lo ha scoperto una ricerca dell'universita' di Boston, pubblicata dalla rivista 'Molecular cell', che per la prima volta ha mostrato il meccanismo biomolecolare che produce i batteri resistenti. In dosi letali, spiegano gli esperti, l'antibiotico sbriciola il Dna del battere e lo uccide. Se pero' si prende meno farmaco del necessario, la stessa reazione causa mutazioni genetiche che non solo non uccidono il microrganismo, ma lo rendono resistente anche a molte altre sostanze. "In effetti cio' che non li uccide li rende piu' forti", ha spiegato il coordinatore dello studio James Collins, "questa scoperta rende necessaria una maggiore regolazione dell'uso degli antibiotici, soprattutto in agricoltura, ma anche una maggiore disciplina nelle prescrizioni da parte dei medici. Infine i pazienti devono essere piu' disciplinati nel seguire le prescrizioni". Due anni fa Collins dimostro' che il meccanismo di azione dell'antibiotico implica la formazione di radicali liberi, molecole altamente reattive che danneggiano il Dna. Da questo studio, invece, e' emerso che se la quantita' di antibiotico e' scarsa i radicali liberi che si formano non sono sufficienti a uccidere la cellula, ma accelerano le mutazioni del Dna che la rendono resistente.
Se non si finiscono correttamente le cure a base di antibiotici si creano dei 'super-germi' resistenti anche agli altri farmaci. Lo ha scoperto una ricerca dell'universita' di Boston, pubblicata dalla rivista 'Molecular cell', che per la prima volta ha mostrato il meccanismo biomolecolare che produce i batteri resistenti. In dosi letali, spiegano gli esperti, l'antibiotico sbriciola il Dna del battere e lo uccide. Se pero' si prende meno farmaco del necessario, la stessa reazione causa mutazioni genetiche che non solo non uccidono il microrganismo, ma lo rendono resistente anche a molte altre sostanze. "In effetti cio' che non li uccide li rende piu' forti", ha spiegato il coordinatore dello studio James Collins, "questa scoperta rende necessaria una maggiore regolazione dell'uso degli antibiotici, soprattutto in agricoltura, ma anche una maggiore disciplina nelle prescrizioni da parte dei medici. Infine i pazienti devono essere piu' disciplinati nel seguire le prescrizioni". Due anni fa Collins dimostro' che il meccanismo di azione dell'antibiotico implica la formazione di radicali liberi, molecole altamente reattive che danneggiano il Dna. Da questo studio, invece, e' emerso che se la quantita' di antibiotico e' scarsa i radicali liberi che si formano non sono sufficienti a uccidere la cellula, ma accelerano le mutazioni del Dna che la rendono resistente.
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