domenica 31 ottobre 2010
A VOLTE RITORNANO
sabato 30 ottobre 2010
HANNIBAL
venerdì 29 ottobre 2010
IL COGNATO DI FINI, IL MICHAEL JACKSON PUGLIESE
Noi che siamo notoriamente dei maligni non possiamo fare a meno di segnalare il trucco – anche un po’ pesante e volgare per i nostri gusti – del cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, il proprietario della tanto discussa casa di Montecarlo. Non sappiamo cosa faccia di mestiere il giovane “mascarato” e non ci interessa, per ora, sapere come faccia ad avere una Ferrari ed una casa a Montecarlo mentre la maggioranza degli italiani, che lavora da impazzire e che Fini vorrebbe convincere a votarlo, non arriva neanche più al 20 del mese. Gli è che l’imbellettato cognato del presidente della Camera pensa ad agghindarsi come una soubrette degli anni settanta, con rossetto color arancia pallida, mascara abbondante a ciglia e sopracciglia depilate, fondotinta e fard, con tanto di ricciolo tirabaci frontale. In queste foto, ma anche in altre, il femmineo Tulliani con la boccuccia di rosa (“poi de' labbri formando un picciol arco”, direbbe il Parini) sembra proprio un Michael Jackson nostrano. C’è da chiedersi se sappia anche ballare e cantare come il suo illustre antesignano, perché se così fosse la sua Ferrari ed il suo appartamento a Montecarlo sarebbero in qualche modo meritati, ma per fortuna le sue presunte abilità ritmico-motorie non ci interessano granché e, in ogni caso, siamo convinti che ognuno sia libero di fare quel che vuole purché non leda la libertà degli altri. Kant diceva: “Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo, ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro, secondo una possibile legge universale”. Il che, tradotto in parole povere, vale a dire che la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri. Ecco perchè noi che, oltre ad essere maligni siamo anche liberali, non ci permettiamo di condannare il bel Giancarlo che è libero di fare ciò che non lede le libertà altrui ma, parimenti, nessuno può impedirci di chiederci chi, fra lui e la sorella, passi più tempo davanti allo specchio.
FONTE: Alessandria Oggi
giovedì 28 ottobre 2010
IL 67 PER LA CABALA SIGNIFICA IMBARCARSI PER UN LUNGO VIAGGIO.
mercoledì 27 ottobre 2010
MILANO ILLUMINA LE STRADE DELLE VILLE DEL PREMIER AD ANTIGUA
Fonte: M.A.V.A.F.F.A.N.C.U.L.P.
martedì 26 ottobre 2010
NON VOGLIO MICA LA LUNA
lunedì 25 ottobre 2010
UN CALCIO ALLO SPORT
25 ottobre 2010 - Mentre Miguel Garcia resta ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Salamanca la Spagna s'interroga sull'ennesimo tragico caso di un calciatore con problemi di cuore. Il sesto in tre anni, con 3 ragazzi morti, Puerta (nella foto), Jarque e Pitarque, 2 ragazzi riportati in vita con un mezzo miracolo, De la Red e Miguel Garcia, e uno fermato appena in tempo, Sergio Sanchez. E poi c'è Kiko Femenia, grande promessa dell'Hercules, che soffre di ansia e mancamenti con i medici al momento indecisi sul da farsi.
SALVATO DAL DEFIBRILLATORE — Il giocatore del Salamanca ieri al 60' della sfida col Betis, serie B, è crollato in campo sotto gli occhi di moglie e figlia di 3 anni. Ha avuto un arresto cardiocircolatorio di 25 secondi ed è stato salvato grazie alla prontezza del medico del Betis e dalla presenza in campo di un defribillatore. Oggi è emerso che Miguel Garcia, 31 anni e una lunga carriera nel calcio minore spagnolo, nel 2004 quando era nel Saragozza B aveva sofferto di una trombosi nel braccio destro, con problemi di circolazione. Aveva poi superato tutte le prove cardiologiche a cui si era sottoposto.
PUERTA E DE LA RED — Il 28 agosto del 2007 morì Antonio Puerta. Tre giorni prima era svenuto in campo, giocando contro il Getafe. Il giocatore del Siviglia in precedenza era già svenuto diverse volte e al tempo si ebbe la netta sensazione che con un esame più approfondito il ragazzo, che lasciò la moglie incinta, sarebbe stato fermato e dunque salvato. Due mesi dopo fu Ruben De la Red a crollare sul campo del Real Union: il centrocampista del Real Madrid fu salvato ma da allora non ha più giocato. Gli esami ai quali è stato sottoposto dopo la crisi di Irun non hanno potuto escludere la possibilità di una possibile drammatica ricaduta. Conclusioni alle quali non si era giunti con gli esami fatti in precedenza. Oggi De la Red è in trattativa con il Madrid per entrare nel corpo tecnico di Mourinho.
JARQUE E PITARQUE — L'8 agosto del 2009 è la data della morte di Dani Jarque, capitano dell'Espanyol fulminato da un'asistolia mentre parlava al telefono con la moglie da una camera d'albergo di Coverciano. Nel gennaio del 2010 è arrivato lo stop a Sergio Sanchez. Ex Espanyol, una volta arrivato a Siviglia gli è stata riscontrata una pericolosa patologia cardiaca: operato in Germania, dovrebbe tornare a giocare a breve. La sua storia è emblematica: dopo il caso Puerta evidentemente a Siviglia i controlli medici sono stati rafforzati, e comunque a Siviglia hanno visto cose che a Barcellona non avevano individuato. Evidentemente non è così al Reus, squadra della terza serie iberica: all'alba del 6 settembre è morto a casa sua dopo 3 arresti cardiocircolatori Jordi Pitarque, calciatore di 23 anni.
"SENZA SOLUZIONE" — Siamo arrivati a ieri, al caso di Miguel Garcia, ma si potrebbe citare anche Antonio De Nigris, calciatore messicano morto nel sonno il 16 novembre del 2009: in passato aveva giocato nel Villarreal e non gli era stata riscontrata alcuna anomalia cardiaca. Oggi su As c'è un fondo di un medico spagnolo specializzato in medicina sportiva, il dottor Gonzalez, intitolato "Si ripete una storia senza soluzione". Questo l'attacco: "Ho già detto in varie occasioni che la medicina oggi non ha una risposta chiara per spiegare la morte istantanea". Può essere vero, ma è certo che in Italia i controlli medici effettuati sugli sportivi cominciano molto presto, con i bambini, e sono avanzati e scrupolosi. Basti citare i casi di Kanu, Fadiga e Koné, tre giocatori africani che avevano giocato a lungo e in diversi Paesi prima di arrivare da noi. In Italia sono stati fermati, e, nei primi due casi, operati. A Fadiga e Koné i medici italiani avevano consigliato di smettere di giocare, per il proprio bene. I due hanno continuato altrove.
FONTE Gazzetta.it
MINACCIA SUL MEKONG
Foto del reportage apparso sul NY Times
domenica 24 ottobre 2010
AKUKU IL POLIGAMO
sabato 23 ottobre 2010
BIANCANEVE VIVE IN FRANCIA
venerdì 22 ottobre 2010
ETERNA GIOVINEZZA
giovedì 21 ottobre 2010
QUALI I GENITORI MIGLIORI?
mercoledì 20 ottobre 2010
ADDIO TOM
Un abbraccio Tom, grazie per aver accompagnato i nostri pomeriggi di tanti anni fa, resterai sempre nei nostri cuori.
martedì 19 ottobre 2010
SCOTHNUCLEARLAND
lunedì 18 ottobre 2010
NUCLEAR EMERGERNCY DAY
domenica 17 ottobre 2010
MAMMA MIA DAMMI MILLE EURO CHE ALL'ESTERO ME NE VOGLIO ANDAR...
Fonte:
sabato 16 ottobre 2010
CHE MONDO DI M !!!!!
venerdì 15 ottobre 2010
LA FINTA AUTONOMIA PAPUA
giovedì 14 ottobre 2010
DEPOSITO NUCLEARE
Il progetto, su un’area di circa 300 ettari, prevede, oltre al Deposito anche laboratori di ricerca, insediamenti industriali, centri di formazione e informazione. Che dovrebbero essere realizzati, secondo quanto si è appreso, anche a prescindere dalla costruzione in Italia di nuove centrali nucleari. Ma la Basilicata, anche lunedì, ha continuato a dare il suo netto ”no”. Un rifiuto che si è consolidato dopo la protesta del novembre 2003, all’indomani della decisione dell’allora Governo di realizzare a Scanzano Jonico (Matera) proprio il deposito unico delle scorie, progetto ritirato dopo proteste che bloccarono la zona per diversi giorni. E’ stato il governatore lucano, Vito De Filippo, a ribadire il concetto di ”radicale contrarieta”’ al nucleare, al progetto e al metodo di scelta dei siti: questo territorio ”ha già dato” con l’impianto ex Itrec della Trisaia di Rotondella (Matera), in cui dagli anni Sessanta sono custodite 64 barre di uranio irraggiato provenienti dagli Stati Uniti. E proprio a questa struttura è stato dedicato l’incontro dell’undici ottobre. La Sogin ha infatti presentato il piano triennale di ”decommissioning” in cinque punti, che prevede, tra l’altro, entro la metà del 2011 la consegna all’Ispra del rapporto di progetto particolareggiato per lo stoccaggio a secco delle barre e la presentazione, a giugno dello stesso anno, dell’istanza di autorizzazione alla disattivazione del sito al ministero dello Sviluppo economico: ”Lo spostamento in avanti del cronoprogramma – ha detto De Filippo – è insopportabile. I tempi per le attività previsti in precedenza, fissavano il completamento delle diverse fasi tra il 2007 e il 2010, mentre oggi si va dal 2011 al 2014. Chiediamo inoltre anche tutte le carte e tutti i documenti prodotti dalla Sogin per descrivere le attività da fare”.
mercoledì 13 ottobre 2010
ARRIVA IL VACCINONE!
FONTE: PRIMAPRESS
martedì 12 ottobre 2010
BENEVENTO IN MONGOLFIERA
lunedì 11 ottobre 2010
DATEMI IL MATTONE
sabato 9 ottobre 2010
HASTA COMANDANTE SIEMPRE
Le ultime parole del “CHE”:«Lo so che cosa sei venuto a fare, sono pronto. Resterò in piedi per questo. Sappi questo ora: stai per uccidere un uomo! Signor Colonnello, sono Ernesto “Che” Guevara mi spari, tanto sarò utile da morto come da vivo»
HASTA SIEMPRE
FURBI, INGEGNOSI E SFORTUNATI
ROMA:Impreparato all'esame teorico di guida per la patente, ha pensato di chiedere ad un amico "secchione" di sostituirlo. «Tanto ci assomigliamo pure» si sono persino detti prima di tentare la truffa. E così, dopo aver consegnato i documenti, l'amico si è seduto davanti al funzionario della Motorizzazione Civile di via delle Cince, a Roma. È bastato un rapido sguardo al documento d'identità e al permesso di soggiorno per rendersi conto che la foto sui documenti in realtà era di un'altra persona. L'impiegato ha sospettato subito la sostituzione di persona e ha telefonato al 113, richiedendo l'intervento della polizia. Messo alle strette, A.E.N., 21enne nigeriano, ha confessato agli agenti del Commissariato Casilino di essersi sostituito al candidato con la speranza di non essere riconosciuto, perché l'amico era impreparato a sostenere la prova. Lo straniero pertanto è stato denunciato in stato di libertà per il reato di sostituzione di persona. Da accertamenti della Polizia, è emerso che lo stesso «impostore» già lo scorso giugno era stato coinvolto in una situazione simile a Treviso. In quell'occasione aveva provato a sostituirsi ad un altro connazionale per la pratica del rinnovo del permesso di soggiorno, ma anche allora venne scoperto.
SOUTH FULTON (Tennesse):I vigili del fuoco di una cittadina del Tennessee si sono rifiutati di bloccare le fiamme che stavano bruciando una abitazione perchè il proprietario non aveva pagato una tassa di 75 dollari. La cittadina di South Fulton protegge dal fuoco solo le case della comunità. Chi abita fuori città deve pagare una tassa speciale di 75 dollari. Ma il proprietario Gene Cranick non aveva pagato la tassa anti-incendio e i vigili del fuoco hanno lasciato bruciare la sua casa dandosi invece da fare per salvare un'abitazione adiacente che era in regola con i pagamenti. A nulla sono valse la promesse di Cranick di pagare i 75 dollari al più presto. «Se la città consentisse alla gente di pagare la tassa solo dopo essere stata salvata da un incendio - ha detto il sindaco David Crocker - cesserebbe ogni incentivo a pagare il contributo anti-incendio».
PARIGI: Spaghetti per me e una bicicletta per lui, grazie'. Questa l'ordinazione classica della moglie di Michel Lotito al ristorante. Lotito era un intrattenitore francese (nato nel 1950). Come avrete capito divenne famoso incredibilmente per essere un consumatore di oggetti, normalmente indigeribili da ogni essere umano : metallo, bicchieri, lampadine, pezzi di biciclette, di televisioni e altre nefandezze del genere. Ha anche ingerito, in due anni, un Cessna 150 fatto a pezzi. Insomma mentre noi congeliamo le polpette di mamma, lui mette nel surgelatore una ruota, un radiatore,i chiodi....Ma come è stato possibile che lo stomaco di Michel potesse digerire cose simili? Alcuni medici che lo hanno vivisezionato hanno spiegato così la sua possibilità di pasteggiare con metalli : egli possedeva uno stomaco e un intestino con pareti di spessore doppio del previsto, e i sui acidi digestivi erano, presumibilmente, straordinariamente potenti, tanto da permettergli di digerire una certa porzione di metalli e simili ogni pasto. Purtroppo non vi sto prendendo in giro...fidatevi. Anzi date un occhio a questo video che lo presenta per farvi un'idea.
Lotito morì nel 2007...e non di cancro allo stomaco!
venerdì 8 ottobre 2010
NESSUNO CI PUO' SALVARE
Tierra del Medio, Amazzonia orientale, stato del Pará, Brasile. Qui, nel bacino del fiume Xingú, un secolo fa giunsero alcune famiglie dal povero e desertificato Nordest. L'intento era rifarsi una vita grazie alla ricchezza naturale prodotta da quell'immenso mercato no profit a cielo aperto che è la foresta. E ci riuscirono. In poco tempo divennero esperti siringueros, estrattori del latte che l'albero del cauchù produce senza fine dalla sua corteccia. In poco tempo entrarono così nella grande catena di produzione della gomma, e la loro vita cambiò. In meglio. Ma oggi qualcosa minaccia quel tradizionale rapporto proficuo e rispettoso con la foresta. Un manipolo di aziende, affamate e senza scrupoli, spalleggiate dal governo, ha inteso trasformare quel fazzoletto di terra in una fonte energetica, sfruttando la potenza dei fiumi. E' nato, infatti, il progetto della centrale idroelettrica dello Xingú, la quale sfrutterà il dislivello di 85 metri che il fiume forma all'altezza di una grande curva chiamata Volta Grande. Un'occasione ghiotta a cui nessuno degli interessati pare voler rinunciare. Governo Lula in testa. Il quale, ancora una volta, si distingue per la sua rinomata politica del 'cerchiobottismo'. Nel 2004, infatti, l'area ora minacciata dalla centrale, era stata dichiarata Riserva estrattiva (Resex) Riozinho do Anfrísio proprio tramite decreto presidenziale. Un gesto eclatante fatto per garantire il tradizionale lavoro di quelle famiglie e per proteggere la ricchezza del luogo dalla minaccia della deforestazione selvaggia in nome del profitto. Non solo. Per dimostrare da che parte stava, Lula aveva anche inviato sul posto una decina di militari per proteggere gli abitanti dalle continue minacce di pistoleiros mandati da aziende che li vorrebero fuori dai piedi. Poi, il voltafaccia. "Sono obbligato a vivere nascosto nella mia terra, senza aver discusso con nessuno né rubato nulla", ha raccontato a Tierramérica Herculano Porto de Oliveira, 66 anni, siringueiro. "Lula ci dette coraggio creando la riserva, ma ora ci scoraggia con Belo Monte", il nome della centrale idroelettrica in via di costruzione. Il Riozinho do Anfrísio, infatti, cuore della riserva, è un affluente del fiume Iriri che sbocca nello Xingú, e quindi subirà sicure conseguenze dalla nascita della centrale. Non solo. Uno dei due laghi artificiali previsti dal progetto andrà a inondare le zone basse di Altamira, inclusa la casetta che Oliveira comprò due anni fa per accogliere la gente della Resex che aveva bisogno di assistenza medica o di altri servizi. La zona, infatti, è distante da tutto e tutti. I pochi viaggi in barca verso la città durano "tre giorni per andare e quattro per tornare", che diventano otto o dieci nei periodi di siccità, a causa delle pietre nascoste sotto le rapide o nei pressi delle cascate, precisa Oliveira. Lo Studio di Impatto ambientale del progetto Belo Monte riconosce che le acque inonderanno gli alloggi di 16.420 abitanti di Altamira e di 2.822 persone della zona rurale. Gli sfollati saranno cinquantamila, trentamila solo in Altamira. Ad assicurarlo è Antonia Melo, coordinatrice del Movimento Xingú Vivo, che riunisce più di cento organizzazioni in netta opposizione alle centrali idroelettriche della conca del fiume, area eccezionale per la sua diversità biologica e sociale. Oltre a contenere molte specie animali e vegetali, esistenti soltanto qui, questa zona ospita da sempre trenta terre indigene abitate da più di tredicimila persone di 24 popoli, e dodici aree di conservazione, fra le quali quattro riserve estrattive e altre totalmente protette. Le zone protette stanno infatti da tempo facendo da barriera alla deforestazione selvaggia che dietro le spoglie di allevatori di bestiame, agricoltori e predatori del legno preme da est e da sud. E adesso anche da nord, visto che la centrale spalleggiata dal governo porterà non solo inondazioni e distruzione dell'ecosistema, ma anche l'asfalto della Transamazzonica. Belo Monte è "l'inizio di un nuovo ciclo di estinzione - ha commentato André Villas-Bôas, il sociologo che coordina il programma Xingú per la Ong Isa -. Ora si tratta di mangiarsi il fiume, poi toccherà ai boschi". E secondo lui, oramai la idroelettrica è "un fatto compiuto", nonostante le azioni giudiziarie che cercano di fermarne la costruzione. L'ultima risale allo scorso aprile, quando il giudice Antonio Almeida Campel accolse una richiesta avanzata da sei pubblici ministeri del paese. Sarà un gigante da 11.233 megawatt di potenza, che però andrà a rendere solo per un 40 percento del suo potenziale, visto che il flusso idrico del fiume nell'estate amazzonica - secondo semestre dell'anno - arriva a toccare appena mille metri cubi al secondo, contro i ventimila del periodo delle pioggie. Da qui la necessità di costruire grandi dighe a monte, con il fine di rendere più regolare il flusso e aumentare l'energia prodotta. I giochi sono fatti e migliaia di persone sono ora inconsolabili. A nulla è valsa la promessa di Brasilia di limitarsi a questa unica centrale. L'effetto devastante che avrà basta e avanza. E lo testimoniano gli studi di 40 specialisti riunitisi in una tavola rotonda apposita, i quali hanno pesantemente criticato le approssimazioni e gli errori dello Studio di impatto ambientale scritto ad hoc per fare approvare il progetto. Le due dighe previste e la deviazione del corso delle acque non solo ridurranno drasticamente il flusso in un tratto di cento chilometri all'altezza della Volta Grande, con la conseguente e probabile estinzione o diminuzione di molte specie di pesci, ma cambierà l'ecosistema di tutto lo Xingú. Parola di Hermes Medeiros, professore di ecologia alla Universidad Federal de Pará, Altamira. La Volta Grande è lunga cento chilometri e fatta di rapide e cascate. È dunque una carriera naturale alla migrazione della fauna acquatica, e divide il fiume in due parti ecologicamente molto differenti. Subendo la deviazione, questa preziosa funzione andrà perduta. Le due dighe verranno infatti costruite dove finisce la parte più accidentata del rio, e proprio qui sorgerà la centrale. E anche tutti coloro che da sempre vivono di pesca, di raccolta di castagne e di altre erbe officinali tipiche della Amazzonia, molto richieste dalle industrie di cosmetici che ne ricavano preziosi oli essenziali, resteranno a bocca asciutta. Un disastro a catena, dunque, che sembra nessuno avrà il potere di scongiurare.
FONTE: pacereporter.net