Il traffico d’imbarcazioni tra Cina e Thailandia sul fiume Mekong, ma soprattutto la costruzione di nuove dighe lungo il suo corso, minacciano l’ecosistema di uno dei fiumi più importanti dell’Asia. Il Laos, con l’ambizione di diventare “la batteria dell’Asia”, sta pianificando di costruire lungo il corso del Mekong e dei suoi affluenti settanta dighe, sette delle quali già costruite. La Cambogia ne sta progettando altre due. Negli ultimi anni i commerci via Mekong tra Cina e Thailandia sono aumentati del 50 per cento, rendendo il fiume un ingresso preferenziale per i commerci con la Cina. E Pechino, per spianare il corso del fiume, ha distrutto con la dinamite montagne e cascate. “Questo sviluppo improvviso e intensivo minaccia le popolazioni che vivono da millenni in armonia con il fiume”, avverte il New York Times. “Tra le conseguenze più pericolose della costruzione delle dighe lungo il corso del Mekong ci sono i danni che provocano sulla pesca e sulle coltivazioni di riso del delta, che sono una delle attività primarie di sostentamento delle popolazioni lungo le sue rive”, scrive il New York Times. Le nuove dighe sono una questione cruciale per le sessanta milioni di persone che abitano nel bacino del Mekong, alcuni analisti avvertono che nei prossimi anni i conflitti sociali intorno a queste grandi opere sono destinati ad acuirsi. “Il maggiore imputato è la Cina, che danneggia il fiume a monte e sembra non curarsi delle conseguenze per i paesi che sono più a valle, come l’impoverimento della fauna ittica e l’inquinamento del corso del fiume. Ad agosto in Vietnam alcuni attivisti hanno cominciato una campagna per denunciare lo scempio rappresentato dalle dighe e movimenti come questi sono presenti in molti paesi”, continua il New York Times. Tuttavia per molti lo sviluppo economico e industriale di questo pezzo di Asia passa anche attraverso la costruzione di sbarramenti che “diventano anche un simbolo” dell’autonomia energetica e del progresso. Per esempio il governo del Laos ha pubblicizzato le nuove dighe definendole “l’energia per sconfiggere la povertà”. “I livelli dell’acqua un tempo dipendevano dalle stagioni, ora dipendono dalla volontà del governo cinese di aprire i rubinetti”, conclude il New York Times.
Foto del reportage apparso sul NY Times
Foto del reportage apparso sul NY Times
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