lunedì 25 ottobre 2010

UN CALCIO ALLO SPORT

Aumentano i dubbi sulla bontà dei controlli medici effettuati sugli sportivi in Spagna dopo il bilancio di tre calciatori morti, due salvati in extremis e uno fermato in tempo in tre anni.

25 ottobre 2010 - Mentre Miguel Garcia resta ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Salamanca la Spagna s'interroga sull'ennesimo tragico caso di un calciatore con problemi di cuore. Il sesto in tre anni, con 3 ragazzi morti, Puerta (nella foto), Jarque e Pitarque, 2 ragazzi riportati in vita con un mezzo miracolo, De la Red e Miguel Garcia, e uno fermato appena in tempo, Sergio Sanchez. E poi c'è Kiko Femenia, grande promessa dell'Hercules, che soffre di ansia e mancamenti con i medici al momento indecisi sul da farsi.
SALVATO DAL DEFIBRILLATORE — Il giocatore del Salamanca ieri al 60' della sfida col Betis, serie B, è crollato in campo sotto gli occhi di moglie e figlia di 3 anni. Ha avuto un arresto cardiocircolatorio di 25 secondi ed è stato salvato grazie alla prontezza del medico del Betis e dalla presenza in campo di un defribillatore. Oggi è emerso che Miguel Garcia, 31 anni e una lunga carriera nel calcio minore spagnolo, nel 2004 quando era nel Saragozza B aveva sofferto di una trombosi nel braccio destro, con problemi di circolazione. Aveva poi superato tutte le prove cardiologiche a cui si era sottoposto.
PUERTA E DE LA RED — Il 28 agosto del 2007 morì Antonio Puerta. Tre giorni prima era svenuto in campo, giocando contro il Getafe. Il giocatore del Siviglia in precedenza era già svenuto diverse volte e al tempo si ebbe la netta sensazione che con un esame più approfondito il ragazzo, che lasciò la moglie incinta, sarebbe stato fermato e dunque salvato. Due mesi dopo fu Ruben De la Red a crollare sul campo del Real Union: il centrocampista del Real Madrid fu salvato ma da allora non ha più giocato. Gli esami ai quali è stato sottoposto dopo la crisi di Irun non hanno potuto escludere la possibilità di una possibile drammatica ricaduta. Conclusioni alle quali non si era giunti con gli esami fatti in precedenza. Oggi De la Red è in trattativa con il Madrid per entrare nel corpo tecnico di Mourinho.
JARQUE E PITARQUE — L'8 agosto del 2009 è la data della morte di Dani Jarque, capitano dell'Espanyol fulminato da un'asistolia mentre parlava al telefono con la moglie da una camera d'albergo di Coverciano. Nel gennaio del 2010 è arrivato lo stop a Sergio Sanchez. Ex Espanyol, una volta arrivato a Siviglia gli è stata riscontrata una pericolosa patologia cardiaca: operato in Germania, dovrebbe tornare a giocare a breve. La sua storia è emblematica: dopo il caso Puerta evidentemente a Siviglia i controlli medici sono stati rafforzati, e comunque a Siviglia hanno visto cose che a Barcellona non avevano individuato. Evidentemente non è così al Reus, squadra della terza serie iberica: all'alba del 6 settembre è morto a casa sua dopo 3 arresti cardiocircolatori Jordi Pitarque, calciatore di 23 anni.
"SENZA SOLUZIONE" — Siamo arrivati a ieri, al caso di Miguel Garcia, ma si potrebbe citare anche Antonio De Nigris, calciatore messicano morto nel sonno il 16 novembre del 2009: in passato aveva giocato nel Villarreal e non gli era stata riscontrata alcuna anomalia cardiaca. Oggi su As c'è un fondo di un medico spagnolo specializzato in medicina sportiva, il dottor Gonzalez, intitolato "Si ripete una storia senza soluzione". Questo l'attacco: "Ho già detto in varie occasioni che la medicina oggi non ha una risposta chiara per spiegare la morte istantanea". Può essere vero, ma è certo che in Italia i controlli medici effettuati sugli sportivi cominciano molto presto, con i bambini, e sono avanzati e scrupolosi. Basti citare i casi di Kanu, Fadiga e Koné, tre giocatori africani che avevano giocato a lungo e in diversi Paesi prima di arrivare da noi. In Italia sono stati fermati, e, nei primi due casi, operati. A Fadiga e Koné i medici italiani avevano consigliato di smettere di giocare, per il proprio bene. I due hanno continuato altrove.

FONTE Gazzetta.it

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