lunedì 4 ottobre 2010

TROPICAL LIGURIA

Dopo Portofino la Gallinara. L’isola che si affaccia su Albenga e Alassio è destinata a diventare simbolo di una nuova riserva marina. “Cernia bruna” e “cernia corvina” sono tornate nel loro habitat naturale, nelle acque antistanti quello che fu il rifugio di San Martino di Tours. Nei fondali dove “dormono” relitti risalenti al V secolo a. C. hanno colonizzato anche specie ittiche provenienti da mari più caldi. Pesci come la “bavosa africana”, lo “scorfano di Madeira” e la “donzella pavone” si sono impadroniti in parte del bacino circostante la Gallinara. Una scoperta di indubbio interesse, dopo un monitoraggio attento di alcune miglia di fondale. Un lavoro minuzioso quello fatto da Andrea Molinari, biologo marino, presidente della Cooperativa di ricerca “RSTA” di Genova, che ha monitorato le specie di pesci che vivono nei fondali di quella che sarà la futura area protetta. «Grazie allo studio effettuato insieme ad altri ricercatori sono emersi particolari interessantissimi legati ai fondali marini prospicienti l’isola Gallinara - spiega Molinari - L’attenta visione del mondo sommerso ci ha permesso di evidenziare la presenza di una fauna ittica di ragguardevoli dimensioni. Abbiamo anche accertato che è iniziato un consistente ripopolamento delle aree limitrofe a quello che dovrà diventare “parco naturale”, con evidenti benefici per la pesca». Andrea Molinari descrive l’ambiente subacqueo ricordando come anche poche settimane fa sia stato pubblicato dal “Italian Journal of Zoology” una lunga serie di notizie riferite anche all’attività di ricerca condotta nel 2005 e finalizzata a fornire informazioni al ministero dell’Ambiente inerenti e propedeutiche alla creazione della “Area Marina Protetta”. I dati forniti al ministero, tutti di tipo scientifico e socio- economico, dovranno essere utilizzati per dare una definitiva spinta per la protezione dei fondali circostanti l’Isola Gallinara. La grande “tartaruga” che sembra galleggiare a poche centinaia di metri dalla terraferma diventerà simbolo di protezione di quella variegata popolazione ittica che sembra, di giorno in giorno, mutare dando al Mediterraneo l’imprimatur definitivo di mare adeguato anche al vivere di pesci abituati in acque sicuramente più calde. L’incursione termica, certamente, continuerà ad essere al centro della sperimentazione scientifica. Altro tema di particolare interesse, legato alla nascita della futura “marina protetta”, è lo stato di sfruttamento delle risorse ittiche. «Si può parlare di sovrasfruttamento della fauna ittica- aggiunge Molinari- e ciò è emerso dagli accertamenti che hanno poi portato la ricerca a dare indicazioni precise sulle possibili zone da sottoporre a maggiore e rapido recupero delle aree di popolamento ittico. Non è stato dimenticato quanto importante sia l’area della Gallinara per alcune categorie economiche come quelle legate al turismo e alla pesca professionale». E in merito alla pesca è stato anche sottolineato dai ricercatori come in passato molti siano stati gli ostacoli messi in atto per evitare la creazione di riserve marine. «Deve essere chiaro il fatto che oggi il nostro lavoro ha permesso anche di evidenziare come i parchi marini siano di beneficio al ripopolamento dei pesci». Andrea Molinari ricorda anche che in un recente congresso della “Società Italiana di Biologia Marina” siano stati presentati lavori svolti nel parco di Portofino, area protetta istituita dieci anni fa, dove la pesca professionale è consentita con “attrezzi da pesca selettiva”. Il monitoraggio ha permesso anche di evidenziare la presenza di specie ittiche di grandi dimensioni, pesci che hanno iniziato a ripopolare le aree limitrofe al parco con evidenti benefici per la pesca. Il presidente della cooperativa di ricerca genovese punta molto sul recupero del patrimonio naturalistico ed economico legato alla fauna ittica della Gallinara. «La creazione di un’area marina protetta intorno all’isola, istituita seguendo un approccio scientifico - conclude Molinari - potrebbe portare dei benefici non solo in termini di tutela dell’ambiente naturale ma anche in riferimento alle ripercussioni positive per quelle categorie economiche che guardano al mare come una risorsa da sfruttare in maniera eco-sostenibile».
FONTE IL SECOLO XIX Savona

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