venerdì 12 novembre 2010

MONTENEGRO O MONTECIECO?

”La costruzione di quattro dighe per la produzione di energia idroelettrica sul fiume Moraca in Montenegro rischia di degradare irreversibilmente una delle più importanti aree umide dell’Europa orientale”. All’indomani dall’apertura della Conferenza Onu sulla Biodiversità in corso a Nagoya (COP 10), il WWF lancia l’allarme su un paradiso sconosciuto ai più, a pochi chilometri dalle coste italiane che subisce lo stesso destino riservato ai bacini dell’Amazzonia o del Congo, dove lo sfruttamento delle risorse idriche per la produzione di energia non tiene conto del grande patrimonio di biodiversità e dei servizi economici ad esso legati. L’enorme impianto idroelettrico della potenza di 600 GWh l’anno – spiega il WWF – dovrebbe servire a coprire il fabbisogno energetico nazionale e ad esportare energia, in Italia in particolare attraverso un elettrodotto in Adriatico per la cui realizzazione esiste già un accordo dei due governi. Se realizzate secondo le linee guida indicate, le dighe danneggeranno non solo l’ecosistema fluviale del Moraca, ma l’intero patrimonio di biodiversità del lago Scutari, il più esteso della penisola balcanica. A rischio di sparizione specie ittiche molto rare e all’orizzonte una riduzione dei proventi dal settore della pesca del 30%, con una perdita di reddito pari a 1,5 miliardi di euro l’anno. Il Lago Scutari, di cui il fiume Moraca è il principale affluente, è protetto dalla Convenzione di Ramsar ed è al centro di una zona umida, dimora di circa 1900 specie vegetali e piu’ di 400 specie animali tra mammiferi, pesci, uccelli, rettili e anfibi, molte delle quali endemiche. L’intera area è inoltre uno degli ultimi siti di nidificazione dell’Adriatico di molte specie di uccelli. Questo immenso patrimonio rischia di subire uno squilibrio irreversibile a causa della costruzione di quattro dighe sul fiume Moraca, progettate in assenza di una seria Valutazione Ambientale Strategica e in violazione di quanto l’Unione europea prescrive in tema di trasparenza e sostenibilità.

Nessun commento: