martedì 4 maggio 2010

IL GIGANTE DI CANAAN

L'origine di coloro che erano chiamati giganti risale ad epoche antidiluviane. In quei tempi, secondo le fonti, popolarono la Terra. Anche coloro che erano nati dall'unione tra figli degli dèi e donne terrestri sarebbero stati «giganti sulla terra» (Genesi, 6,4). Qui si inserisce la mitologia norvegese. Essa racconta che la prima crea­tura vivente fu il gigante Ymir. Da questi, secondo la leggenda, avrebbe avuto origine sia l'attuale razza umana sia una diversa di uomini giganti. Gli indiani del nord-ovest degli Stati Uniti hanno tramandato racconti su giganti primitivi che divoravano gli uomini. Da alcune descrizioni risulta che queste mostruose figure possedevano parti del corpo di animali, come i serpenti velenosi ai piedi o la coda squamosa del drago. In Giappone il prode Raiko annientò, insieme a fedeli soldati, un'intera banda di giganti, i quali stando a quel che si dice aggredivano le donne e bevevano il loro sangue. Lo stratagemma di Raiko fu quello di travestirsi da scimmia insieme ai suoi' soldati e di indebolire i giganti facendogli bere un filtro magico. Nell' Antico Testamento vengono nominati diversi giganti, come ad esempio gli Anakiti, i Refei, Og e il noto Golia, sconfitto da Davide, Nella Bibbia si legge: «Davide corse contro il filisteo... trasse fuori un ciottolo, lo frombolò, colpì Golia alla fronte ed egli cadde con la faccia a terra [...], Davide corse e si fermò sulfilisteo, afferrò la spada di lui, la estrasse dal fodero e lo uccise troncandogli la testa» (Samuele 1, 17-51). Da allora il suo trionfo vale come simbolo della vittoria del buono sulla violenza del malvagio. Questa storia del Vecchio Testamento è una delle tante tradizioni che raccontano di come un uomo riesca a sconfiggere un gigante con l'astuzia. Stando a ciòche si dice, Golia raggiungeva i tre metri e mezzo di altezza, e la sua corazza doveva pesare 104 chilogrammi. Og è un altro gigante citato nella Bibbia. Mosè lo sconfigge durante la conquista di Canaan da parte degli israeliti (Numeri,21, 32-35). «Il suo letto di ferro - sta scritto - aveva nove cubiti di lunghezza e quattro cubiti di larghezza» (Deuterono­mio, 3.11). Og dev' essere stato dunque un colosso di circa 4 metri di altezza. Secondo la mitologia ebraica, Og faceva parte dei numerosi giganti antidiluviani. Tra di loro egli è stato l'unico sopravvissuto, perché l' acqua gli arrivava appena fino alle ginocchia. Si dice anche che Noè lo abbia preso con sé nell'arca durante il diluvio. Dentro la nave il gigante non aveva posto, ma poté sedere sul tetto. Un altro episodio biblico si svolge nei dintorni di Ebron. Lì vive da anni una stirpe di giganti che discende da Anak, gli Anakiti (o Anakim ­cfr. HERA n° 41, pago 80). In particolare tre figli di Anak, Achiman, Sesai e Talmai, gettano nel panico gli israeliti durante il loro cammino verso la terra promessa (Numeri, 13, 22 e 31 sgg.). Qui vi è una relazione col mondo greco, che venerava una stirpe di dèi e di antichi re, gli anachi. Il nome deriverebbe nuovamente dai giganti biblici. La mitologia greca è una miniera di racconti sui giganti. Sono universalmente noti i viaggi di Ulisse, re di Itaca. In essi si parla dell'incontro con il ciclope Polifemo. Gli studiosi di mitologia ritengono che a far nascere la saga dei ciclopi siano stati teschi di elefanti nani, rinvenuti nelle isole greche del Mediterraneo. Quei teschi presentavano un grande foro all'altezza della proboscide, cosa che faceva pensare al cavo orbitale sulla fronte di un gigante. In Grecia sono comunque molti i luoghi connessi alle peregrinazioni di Ulisse, considerati scenari storici di alcuni eventi. Uno di questi è "l'antro del ciclope", situato presso Maronia, a nord del Paese. Gli scavi hanno rilevato che questa grotta è servita per secoli come abitazione e luogo di culto. Al centro dell'ingresso si trova una grande stalagmite a cui è stato dato il nome di "sigillo di pietra di Polifemo". Non lontano si trova una grande galleria, denominata "zona dei giganti". Molte leggende e racconti sui giganti hanno a che fare con le grotte. Il Bayernkonigloch (tana dell'imperatore bavarese), ad esempio, situato tra le rocce del Kaisergebirge, nella regione settentrionale del Tirolo, secondo il cultore di leggende Anton Karg deve il suo nome ad alcuni giganti che avevano cura di sorvegliare «l'ingresso ai padiglioni dell'imperatore». Anche la tradizione inglese è ricca di storie fantastiche e impressionanti sulla nascita di colline, valli e altre forme paesaggistiche. Così i giganti avrebbero più volte gettato cumuli di terra e scagliato in mare imponenti blocchi di roccia. Nelle loro poesie gli anglosassoni citano spesso giganti che sarebbero esistiti prima del loro arrivo in Inghilterra. Nelle antiche leggende, il noto santuario megalitico di Stonehenge, nell'Inghilterra meridionale, viene definito il luogo della "danza dei giganti". Il mago Merlino, coi suoi poteri magici, avrebbe trasferito quel colosso di pietra dall'Irlanda alla sua sede attuale. Anche i tedeschi hanno i loro giganti. Riibezahl, il genio del monte dei giganti, secondo la leggenda ha assunto numerose sembianze. Egli avrebbe aiutato i viandanti, ma si sarebbe anche vendicato dei suoi dileggiatori: così viene detto nei testi antichi. Sono molti i giganti che rivestono un ruolo nelle saghe del Reno. Un gigante di nome Tannchel avrebbe fatto saltare le rocce che facevano ristagnare le acque del Reno tra la Foresta Nera e il Volgi. Dicono poi che l'imperatore Massimiliano in persona abbia sconfitto l'ultimo gigante dell' 0denwald in un torneo medievale svoltosi nella città di Worms, situata sulla riva sinistra del Reno.
Grazie a Priscilla M. (Sydney)

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