giovedì 13 maggio 2010

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Nuove ricerche scientifiche asseriscono che la zona più ricca in biodiversità di tutta l’America del Sud è una vasta area dell’Amazzonia ecuadoregna e peruviana. Ciò nonostante, questa regione, in cui abitano alcuni degli ultimi popoli isolati rimasti al mondo, è gravemente minacciata dallo sfruttamento minerario e petrolifero. Lo studio, pubblicato in PLoS ONE, stabilisce che numerose regioni situate nell’Ecuador orientale e nel Perù settentrionale sono eccezionalmente ricche di anfibi, di uccelli, di mammiferi e piante. Gli autori deplorano anche il fatto che le compagnie petrolifere operino o stiano per operare nel 79% di questa zona. “Sfortunatamente, nella regione la più ricca in biodiversità dell’America del Sud sono compresi i Lotti petroliferi 39, 67, 121, 123 e 129” ha dichiarato Matt Finer dell’organizzazione Save America’s Forests, uno degli autori del rapporto. La Repsol -YPF opera nel Lotto 39 mentre la Perenco nei Lotti 67 e 121. La Perenco ha già scoperto vasti giacimenti di petrolio mentre Repsol è ancora in fase esplorativa. Queste nuove ricerche forniscono le basi scientifiche per l’implementazione di raccomandazioni e policy tra cui il blocco di nuove attività petrolifere e il veto di costruire strade a Yasuni (in Ecuador), oppure promuovere la creazione di aree in cui siano proibiti progetti di sviluppo su larga scala nella vicina regione vicina nel nord del Perù” si legge nel dossier. L’organizzazione nazionale degli Indiani dell’Amazzonia peruviana, AIDESEP, ha fatto appello ai tribunali peruviani per far cessare le attività estrattive nella regione. L’organizzazione ha anche presentato una protesta al massimo organismo in materia di diritti umani dell’America Latina, la Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani.

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