lunedì 25 gennaio 2010

MA I CITTADINI ITALIANI SOFFRONO DI AMNESIA?

Dall’esperienza giovanile di “animatore” sulle navi da crociera al Presidente del Consiglio è rimasto il vezzo di fare delle promesse che sa di non poter mantenere. Se il cittadino italico non fosse troppo distratto da Juve, Milan, Inter e Grande Fratello, si accorgerebbe che le promesse di Silvio Berlusconi sono sempre le stesse. Siamo tornati nuovamente al “meno tasse per tutti”. Il Silvio nazionale, dopo essere stato colpito dalla guglie del duomo di Milano è rientrato sulla scena politica nazionale con il viso liscio come il culetto di un bambino, e torna subito in attacco, “il 2010 sarà l’anno delle riforme”. Fissa l’agenda del Governo, si parte dalla giustizia, tema sempre a cuore del Presidente Berlusconi che naviga sempre a vista tra le insidie delle “toghe rosse”. Poi il secondo passo sarà la riforma della scuola, dove si annidano docenti comunisti che deviano le personalità in formazione dei futuri cittadini. Per finire, come dessert (dulcis in fundo) la riforma fiscale che ridurrà le tasse per tutti gli italiani. “Il partito dell'amore”, non quello di Moana Pozzi, bonanima, ma il Berlusconiano Partito del Polopo delle Libertà, però, affronterà queste riforme solo dopo le elezioni regionali, quindi queste iniziative rientrano a pieno titolo nelle “promesse” da campagna elettorale e come tali si devono intendere. Il “sogno” del Cavaliere è un’imposizione fiscale basata su due aliquote, al 23 e 33 %, con un’ampia “detax-area”, che peraltro è un sogno annunciato più volte. Nel 1994, prima delle elezioni politiche, il Cavaliere proponeva addirittura un’aliquota unica al 33% per tutti i contribuenti e l’esenzione per “i poveri”. Poi nel 1999 le aliquote divennero due, esattamente quelle del “sogno” attuale, 23 e 33%, aliquote confermate nel famoso “contratto con gli italiani” sottoscritto davanti a Bruno Vespa nel 2001. Contratto che non fu rispettato, tanto che a a Bari alcuni cittadini decisero di intentare una causa civile contro Berlusconi per non aver onorato il contratto con gli italiani con la quale pretendevano un risarcimento sulla differenza delle tasse pagate e quelle che avrebbero invece pagato se fossero state rispettate le promesse. Per le elezioni del 2006 le promesse programmatiche del Cavaliere si concentrarono sul “quoziente familiare”, ma le elezioni le vinse Prodi. Tornato nuovamente a Palazzo Chigi il Silvio nazionale annuncia: “Basta con i condoni” e fa cassa con uno “scudo fiscale” che praticamente legalizza il riciclaggio di capitali provenienti da redditi illeciti. Dichiara anche di voler abolire l’IRAP, che invece gode sempre di ottima salute. Ora con l’avvicinarsi delle elezioni regionale che dovrebbe comunque vicnere a mani basse (i sondaggi danno al centro sinistra la maggioranza solo in tre regioni), non perde il suo vezzo antico e ritorna all’attacco con il suo “meno tasse per tutti”. Ma come si fanno ad abbassare le imposte in un Paese come l’Italia che ha il secondo debito pubblico più elevato del pianeta? Come mai le imposte si vogliono ridurre sempre in prossimità delle tornate elettorali senza mai trovare riscontro successivamente nella realtà dei fatti? Ma i cittadini italiani soffrono davvero di amnesia? Quanto mi piacerebbe essere smentito dai fatti.

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