mercoledì 20 gennaio 2010

STAGLIENO: ERA IL VANTO, ORA E' UNA VERGOGNA

Viaggio nel cimitero di Staglieno dopo il caso della salma scomparsa, che era stata sistemata in un magazzino per mancanza di spazi. Il degrado si è impadronito di vialetti e gallerie. Un incedere lento, che negli anni ha piano piano eroso parte dello splendore originario con tombe sprofondate, alberi caduti, gallerie allagate. Lungo il lato est si succedono cappelle, statue, tombe di famiglia. Un tempo era un vanto averne una, uno status symbol. L’incuria in cui versano molte fa capire come sia cambiato lo spirito dei tempi. Sul lato ovest la situazione è ancora peggiore. Non è raro incontrare bare aperte. Poco distante c’è una cripta. È l’ossario generale, il capolinea dell’oblio. Piove all’interno, il pavimento è zuppo. Più avanti si apre una radura in cui iniziano altre tombe familiari. In alcuni casi, al posto delle lapidi, sono rimasti solo i mattoni a vista. Le responsabilità sono tante. E mentre la città guarda da un’altra parte, a Staglieno l’incuria avanza e ogni giorno si porta via un pezzetto della sua memoria.Il dipendente comunale: «Questione di “palanche”, si rifiata solo quando arrivano» In tanti se la prendono con gli addetti, accusati di non lavorare al meglio e di essere responsabili del degrado. Accuse che i diretti interessati respingono al mittente: «Siamo dimezzati negli ultimi quattro anni. Facciamo un lavoro infame, per pochi soldi e spesso riceviamo pure degli insulti». Il vero problema sono i finanziamenti:«È tutta una questione di palanche - ragiona un dipendente comunale - Per gli interventi necessari ci vorrebbero milioni, ma il Comune non ce l’ha. Ogni tanto arrivano dei fondi europei e si respira un po’». «La verità è che se Staglieno versa in queste condizioni non è solo perché Tursi non ha soldi - continua l’addetto - I privati dove sono? Noi possiamo anche cercare di tenere pulito, ma ognuno dovrebbe curare le proprie tombe».

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