domenica 28 marzo 2010

C'E' VITA DOPO LA MORTE? SI, CON LA CRIOCONSERVAZIONE

Quello dell'ibernazione non è più soltanto un espediente narrativo (ricordate Mel Gibson in Forever Young?) al contrario diventa una realtà sempre più diffusa. I costi, ancora elevatissimi, pongono un freno naturale alla domanda ma nei prossimi anni si prevede un ulteriore boom di richieste, in attesa che scienza e medicina compiano altri miracolosi progressi. Tra i corpi congelati, ci sarà anche quello di un italiano. C'è vita dopo la morte? C'è chi sostiene di sì, ma non dal punto di vista affascinante che ci offrono religioni e filosofia, piuttosto da un'ottica prettamente scientifico-tecnologica. L'ibernazione, in questi casi meglio definita con il termine "crioconservazione" viene già utilizzata in medicina durante interventi chirurgici particolarmente delicati (soprattutto durante operazioni di cardio e neurochirurgia), vengono trattati così anche gli organi espiantati a donatori e non da ultimo viene utilizzata per la conservazione di spermatozoi e embrioni umani. Quest'ultima applicazione nasce da un'idea del fisiologo italiano Mantegazza il quale, a metà Ottocento, ipotizzava di conservare il seme dei soldati impiegati in guerra. Neve e ghiaccio non erano però adatti allo scopo. In tempi più moderni (anni '60 del secolo scorso) è stato impiegato l'azoto liquido. Il centro Alcor Life Extension Foundation, in Arizona, è il più grande impianto al mondo in cui si pratica la crioconservazione, ovvero il congelamento dei corpi, scelto da defunti facoltosi in attesa che la scienza e la tecnologia riescano ad invertire il processo che li ha portati nel mondo dei più. Il sangue viene sostituito da una soluzione che non ghiaccia quando il corpo viene portato alla temperatura di -196 gradi centigradi, ma tutto questo non basta. Il professor Merkle, responsabile del centro Alcor, spiega che la ricerca punta sulle nanotecnologie, considerate la chiave per la restituzione della vita ma, allo stato attuale, si è piuttosto lontani dal momento in cui queste possano essere efficaci allo scopo. Ma arriverà il momento in cui l’uomo sarà in grado di "riparare" i corpi, sempre secondo Merkle entro il 2050 quella che oggi è fantascienza potrà essere realtà. Il costo del congelamento di un corpo si attesta attorno ai 150mila dollari americani (110mila euro) e, prevede il responsabile della Alcor, nel 2060 la crioconservazione sarà talmente diffusa da fare crollare i prezzi. Nel frattempo sono centinaia i corpi congelati, in attesa che il progresso faccia il proprio decorso e oltre mille sono le prenotazioni. Tra queste un avvocato italiano, ancora in vita, che nel 2003 ha firmato un contratto con il centro Alcor, affinché il suo corpo venga congelato. La fantascienza lascia largo alla scienza, resta da risolvere la questione etico-morale, resta da affrontare l’aspetto religioso della controversa questione. Intanto business, scienza e tecnologia avanzano.

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