sabato 6 marzo 2010

E VOI PENSATE DI ESSERE SFIGATI?

Quel pomeriggio del 12 gennaio la famiglia di Pierre Desarmes e molti dei suoi amici non avrebbero mai immaginato che di lì a poco la loro vita sarebbe cambiata. Pierre è un musicista conosciuto a Port au Prince, capitale di Haiti. Lui con la sua band, i Reggaeton Boys, ha avuto successo e questo li ha portati a vivere in Cile. Per questa ragione quel 12 gennaio non si trovava sull'isola. Ma la sua famiglia era in città, sotto il sole pomeridiano che bruciava l'asfalto. Poi alle 16.53 la natura ha scatenato tutta la sua potenza contro l'isola. Una potenza devastante. Un'espressione di quanto può essere disastrosa la ribellione delle forze sismiche, imprigionate nel sottosuolo del pianeta che sembra solo essere un contenitore per loro. Alle 16.53 il terremoto ha distrutto una città, anzi un'intera nazione, la vita di centinaia di migliaia di persone.. Imprecisato il numero di feriti. Molti dei Desarmes sono rimasti sotto le macerie. E lì sono rimasti per un po' di ore finché qualcuno ha sentito i loro lamenti, ha chiamato aiuto e li ha estratti dalle macerie sani e salvi. Forse un po' acciaccati, sicuramente molto impauriti, hanno visto la morte in faccia in quei minuti. E' solo a quel punto che Pierre ha preso la sua decisione: cercare più contatti possibili e portare la sua famiglia e altre persone via da Haiti, via dai pericoli di una nazione che soccombe sempre e a tutto. In breve, in nove da Port au Prince si sono diretti in Cile, in una bella casa della zona di San Bernardo, con tutte le difficoltà del caso: nessuno dei Desarmes parlava una parola di spagnolo e le differenze culturali e sociali erano fin troppo evidenti. Ma erano salvi. Erano sfuggiti alla furia devastante del terremoto haitiano e potevano finalmente considerarsi salvi. E con una prospettiva rosea per il futuro. Fino a quando mentre dormivano, alle 03.34 di sabato scorso, il mostro non li ha colpiti ancora. Una scossa sismica impressionante, la quinta più potente del secolo, ha svegliato tutto il Paese, distrutto strade e edifici, ucciso più di 700 persone, ferite migliaia e causato almeno 2 milioni di sfollati. "Abbiamo lasciato il disastro haitiano alle nostre spalle pensando di essere al sicuro. Però abbiamo trovato - poche settimane dopo - una situazione peggiore che ci ha fatto rivedere l'inferno" raccontano i Desarmes. "La prima preoccupazione è stata quella di metterci a terra mentre tutto tremava: questa volta, abbiamo pensato, se dobbiamo morire lo faremo tutti insieme". Le ultime 48 ore sono di ordinaria paura. Nessuno ha avuto il coraggio di rimettere piede in casa. Nessuno poi si è nemmeno sognato di andare a dormirci la notte. Un timido tentativo di rimettere il naso all'interno delle mura domestiche è arrivato ieri, durante l'ora di pranzo, quando la famiglia haitiana ha deciso che era il momento di far ritorno a casa. Adesso la palla passa agli esperti perchè come dice Pierre i suoi parenti dopo essere scampati alla morte in due circostanze del tutto uguali, sono psicologicamente provati. Ma il Cile non è Haiti e nonostante la forte intensità del sisma, tutto sembra essere sotto controllo delle autorità. La famiglia di Pierre può tornare a sperare in un futuro migliore. Anche in uno dei paesi con il più alto rischio sismico del pianeta.

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