giovedì 30 dicembre 2010

Shark Feeding: favorevole o contrario?

La questione dello shark feeding è ancora aperta. Alcuni subacquei sono favorevoli, perché permette loro di apprezzare la visione da vicino di questi affascinanti predatori. Altri sono contrari, perché l’alimentazione innaturale modifica il comportamento di questi elasmobranchi. Nel frattempo, molte nazioni hanno vietato la pratica dello shark feeding (per esempio, l’Egitto, la Polinesia, alcune isole dei Caraibi). Generalmente questa proibizione ha fatto seguito ad alcuni incidenti o a forti spinte delle associazioni ambientaliste. Ora anche alle Hawaii è stato proibito lo shark feeding, non permettendo nel contempo nemmeno l’osservazione dalle gabbie con il lancio di esche, ritenendola un’attività lesiva del benessere degli squali. Stupisce che, mentre in tutto il mondo ci sono lunghe discussioni “scientifiche” sulle conseguenze dello shark feeding, le ricerche scientifiche in merito sono quasi assenti. Chi conosce l’inglese troverà quindi interessante il lavoro della studentessa Alissa Scharfer, svolto con il coordinamento del professor George Burgess (Program Director and Coordinator of Museum Operations del Florida Program for Shark Research). La ricerca, visibile su internet all’indirizzo
http://www.clas.ufl.edu/jur/200312/papers/paper_scharfer.html,
esamina scientificamente alcuni dati discernendo persino fra i diversi metodi utilizzati per lo shark feeding (con asta lunga, corta, a mano libera, sotto le rocce ecc.). Fra molte sorprese (l’uso dell’asta lunga rende gli squali più aggressivi), si scopre che comunque lo shark feeding modifica le abitudini degli squali e ne peggiora lo stato di salute (aumento dei parassiti). Per l’uomo, l’evento più pericoloso è la frequentazione di un sito di shark feeding (anche illegale) quando la pratica non ha luogo, come ha anche dimostrato il recente incidente a una turista francese in Mar Rosso.

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