domenica 18 aprile 2010

CONTRO I DIRITTI CIVILI

Sul Washington Post del 19 gennaio il freelance John Salomon e Carrie Johnson pubblicano un pezzo esplosivo: per diversi anni il Federal Bureau of Investigation ha deliberatamente violato le legge al fine di ottenere tabulati di conversazioni telefoniche cui non avrebbe potuto accedere. Il reportage è irrobustito da decine di documenti resi disponibili da una persona non appartenente all'Agenzia, che ne è entrata in possesso nel corso di un'indagine che verteva proprio sul corretto funzionamento delle procedure di autorizzazione o ratifica delle indagini sul traffico telefonico. Prima dell'11 settembre, l'FBI poteva ottenere dalla società telefoniche i tabulati telefonici di interesse presentando un mandato del Gran Giurì, oppure, nelle indagini per terrorismo, una "lettera di sicurezza nazionale" (National Security Letter, o NSL). Con l'approvazione del Patriot Act (ottobre 2001), ovviamente, le garanzie dei cittadini si sono affievolite: le richieste potevano essere effettuate anche da funzionari di uffici locali e coprire fattispecie più varie; benché ottenere i tabulati fosse diventato più semplice per gli agenti, una richiesta poteva essere presa in considerazione solo dimostrando che essa era imprescindibile per il buon esito di un'inchiesta per terrorismo già aperta. Ma ai funzionari FBI questo non piaceva, volevano le mani libere: ed è così che qualcuno di loro ha ideato una nuova fattispecie: "La lettera di autorizzazione per circostanze di improrogabile urgenza". Redigendo questo documento, un funzionario può dichiarare l'esistenza di una situazione di emergenza, guadagnandosi così immediato accesso ai tabulati telefonici, salva l'emissione di una NSL di ratifica a cose fatte: una vera e propria foglia di fico, assai utile a coprire migliaia di richieste discutibili, che peraltro continuavano a rimanere prive delle "lettere di sicurezza nazionale" anche dopo l'acquisizione dei tabulati da parte di FBI. Nella primavera del 2005, l'agente speciale Bassem Youssef, responsabile dell'ufficio Analisi Comunicazioni, cominciò a ricevere contestazioni dalle compagnie telefoniche che lamentavano la mancanza della documentazione di supporto. Youssef, che l'FBI non considerava un impiegato modello (in passato aveva contestato all'Agenzia una mancata promozione legata alle sue origini etniche), cominciò a smuovere le acque per forzare i suoi superiori gerarchici a sanare una situazione che cominciava a diventare imbarazzante. A fine dicembre del 2004 un avvocato dell'Ufficio Legale FBI, Patrice Kopitansky, gestì una richiesta che proveniva direttamente dall'allora vice Direttore esecutivo Gary Bald. L'unità Analisi Comunicazioni le chiese di predisporre una lettera di sicurezza nazionale per regolarizzare l'operazione; prima di poter procedere, Kopitansky aveva bisogno di sapere a quale indagine per terrorismo si riferisse la richiesta e per quale ragione quei numeri di telefono si fossero resi necessari. Non solo non si riusciva a capire se l'indagine esistesse veramente, ma un impiegato della Analisi Comunicazioni le scrisse candidamente che "la gran parte delle richieste viene dagli alti livelli gerarchici. Non sempre ricevo la documentazione o so a quali fatti quel determinato numero telefonico è legato, il che mi crea dei problemi quando cerco di ottenere una NSL." Quindi, se ad esempio, un qualche alto papavero FBI avesse voluto controllare il traffico in entrata ed in uscita dal telefonino della sua amante, non avrebbe avuto difficoltà ad ottenere le informazioni che gli interessavano senza nemmeno disturbarsi a regolarizzare una richiesta di informazioni illegale. Dato che ad alcuni mesi dall'inizio della vicenda Kopitansky non ancora era in grado di emettere la NSL, a marzo del 2005 scrisse ai suoi superiori sollevando il problema. Nella mail che il Post pubblica, l'avvocato solleva un problema generale, specificando che, nei casi di richieste di "emergenza", le NSL venivano emesse solo occasionalmente e che spesso quelle che venivano chiamate "emergenze" tali non erano. Ci sarebbe quasi da essere grati a Youssef e Kopitansky per aver scoperchiato la pentola. Se non fosse che il loro modo di risolvere la questione era a dir poco non cristallino: avevano pensato bene di aprire un certo numero di indagini preliminari (PI) generiche cui le richieste illegali avrebbero potuto essere "agganciate" per salvare le apparenze. Del resto in una delle email acquisite, la Kopitansky si esprime così: "Dobbiamo fare in modo di rispettare la lettera della legge senza per questo mettere a rischio la sicurezza nazionale". Ed effettivamente la soluzione prospettata sembra rispettosa più della forma che della sostanza della legge. Alla fine il Federal Bureau of Investigation seguì una strada diversa: l'emissione di una NSL massiva dotata del magico potere di sanare tutte le precedenti richieste tabulati irregolari. Nel novembre del 2006, stando alla testimonianza di Kopitansky, Joseph Billy, Vicedirettore dell'Unità Anti-terrorismo FBI, firmò la NSL "tana libera tutti". Non deve essere stato particolarmente fiero della sua decisione, dato che, quando i legali si dimostrarono per così dire non entusiasti dell'iniziativa, egli negò di averla mai firmata. "Non ricordo di aver mai firmato niente di simile. Per quanto ne so le NSL sono emesse caso per caso", così scrisse al capo del legale Valerie Caproni. Grazie alle ingegnose architetture poste in essere per eludere la legge, sembra che il Federal Bureau of Investigation abbia raccolto illecitamente più di 2.000 record telefonici, tra cui quelli che si riferiscono a due giornalisti, uno di The New York Times e uno dello stesso Washington Post. Questo accadeva tra il 2002 e il 2006, anno in cui sulla vicenda cominciò ad indagare il Dipartimento di Giustizia. E' utile, la ricostruzione dei fatti del Post: prima di tutto perché dimostra come negli Stati Uniti sia possibile imbattersi in un esempio di stampa libera in grado di raccontare senza peli sulla lingua tutte le nefandezze di cui si macchia il Potere. E poi perché le email e memo compromettenti di cui viene dato conto disegnano una situazione preoccupante, nella quale la disinvoltura con cui venivano violate le libertà civili degli americani andava di pari passo con l'autoreferenzialità tipica di tutte le burocrazie.

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