Qualche settimana dopo da quando sono emerse alcune osservazioni speculative da parte di un giornalista in merito alla fusione di tutti i ghiacciai dell’Himalaya entro il 2035 , l’organizzazione del mondo rispetto al cambiamento climatico ha cominciato ad essere più attentamente esaminata, ed ha richiesto un riesame del dato contestato. Ma facciamo un passo indietro. Il rapporto IPCC ha spiegato che:
I ghiacciai dell’Himalaya si stanno ritirando più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo e, se il tasso di riscaldamento attuale dovesse continuare, la loro probabilità di sparire entro l’anno 2035, e forse prima, è molto elevata.
La dichiarazione originale che ha dato vita a questa ipotesi è stata fatta dal glaciologo indiano Syed Hasnain a Fred Pearce per un articolo apparso su New Scientist. Pearce stesso ha poi fatto marcia indietro sulla notizia, affermando che proprio Hasnain ha poi rivisto quelle indicazioni. Sul quotidiano The Guardian, il ministro indiano dell’ambiente Jairam Ramesh ha invece confermato che i ghiacciai dell’Himalaya sono una realtà sfuggente e il tasso [di scioglimento] è motivo di grande preoccupazione. A questo punto si potrebbe andare in confusione. L’affermazione del 2035 può essere fuori luogo, ma il nocciolo della questione è che i ghiacciai dell’Himalaya si stanno ritirando rapidamente, con conseguenze mortali per l’approvvigionamento idrico e, successivamente, per l’approvvigionamento di cibo, di circa un miliardo di persone. Se lo scioglimento dei ghiacciai cominciasse a fare sul serio, e venisse a mancare entro il 2035 o 2135, non cambia il fatto che abbiamo la capacità di modificare la traiettoria con delle azioni intraprese già oggi. L’IPCC nel frattempo ha rianalizzato i dati, grazie anche alle nuove indicazioni sul progresso delle condizioni climatiche, considerando un pericolo prima tralasciato, e cioè l’innalzamento del livello del mare dovuto proprio allo scioglimento del ghiaccio. Secondo le nuove previsioni la situazione potrebbe benissimo essere peggiore di quello che si era inizialmente previsto.
I ghiacciai dell’Himalaya si stanno ritirando più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo e, se il tasso di riscaldamento attuale dovesse continuare, la loro probabilità di sparire entro l’anno 2035, e forse prima, è molto elevata.
La dichiarazione originale che ha dato vita a questa ipotesi è stata fatta dal glaciologo indiano Syed Hasnain a Fred Pearce per un articolo apparso su New Scientist. Pearce stesso ha poi fatto marcia indietro sulla notizia, affermando che proprio Hasnain ha poi rivisto quelle indicazioni. Sul quotidiano The Guardian, il ministro indiano dell’ambiente Jairam Ramesh ha invece confermato che i ghiacciai dell’Himalaya sono una realtà sfuggente e il tasso [di scioglimento] è motivo di grande preoccupazione. A questo punto si potrebbe andare in confusione. L’affermazione del 2035 può essere fuori luogo, ma il nocciolo della questione è che i ghiacciai dell’Himalaya si stanno ritirando rapidamente, con conseguenze mortali per l’approvvigionamento idrico e, successivamente, per l’approvvigionamento di cibo, di circa un miliardo di persone. Se lo scioglimento dei ghiacciai cominciasse a fare sul serio, e venisse a mancare entro il 2035 o 2135, non cambia il fatto che abbiamo la capacità di modificare la traiettoria con delle azioni intraprese già oggi. L’IPCC nel frattempo ha rianalizzato i dati, grazie anche alle nuove indicazioni sul progresso delle condizioni climatiche, considerando un pericolo prima tralasciato, e cioè l’innalzamento del livello del mare dovuto proprio allo scioglimento del ghiaccio. Secondo le nuove previsioni la situazione potrebbe benissimo essere peggiore di quello che si era inizialmente previsto.
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