Solo dieci italiani su cento lo sanno, ma dal 1991 il numero unico per la gestione delle emergenze è il 112. Ancora meno (tre su cento) sono quelli che sanno che il 112 è europeo, cioè che in tutta Europa per segnalare qualunque tipo di emergenza (medica, fuoco, delinquenza ecc.) basta comporre queste tre cifre, come avviene in Australia con lo 000 . Al contrario degli italiani, la maggioranza dei turisti stranieri europei lo sa e sa che nelle proprie nazioni il sistema è assolutamente funzionale: a Londra sono in grado di rispondere in ben 170 lingue! In Italia il 112 è ancora il numero di emergenza dei Carabinieri, che si danno da fare per gestire la situazione, ma non hanno ovviamente un centro di servizio specifico. Sono accaduti quindi casi in cui chi rispondeva parlava solo italiano oppure dava un altro numero da chiamare per una determinata emergenza. Per questo l’Europa ha “bacchettato” l’Italia. La prima procedura, avviata nel 2008, riguarda il fatto che il centralino del 112 non sia stato in grado di smistare le chiamate al servizio interessato. Una seconda procedura di infrazione riguarda l’incapacità di rintracciare il luogo da cui la telefonata è partita. Speriamo che presto si ponga rimedio a queste inadempienze, nel frattempo memorizzate sul cellulare il numero unico europeo!
lunedì 30 novembre 2009
Emergenza in Europa
La censura passa (anche) da internet
Con il pacchetto sulla sicurezza approvato dal Senato, Il governo dà al ministro degli Interni il potere di chiudere siti Internet, filtrarli e multarli pesantemente. Il governo si arroga un potere che solo nei Paesi totalitari appartiene alla polizia mentre nei Paesi democratici può essere esercitato solo dall’autorità giudiziaria e mai dal governo per via amministrativa. Chiedere la verità a gran voce è uno strumento democratico del quale tutti dovremmo iniziare a fare un corretto e concreto uso. La nostra democrazia è in pericolo per una progressiva, insorgente forma di cultura della non cultura, di appiattimento della proprietà di riflessione contro un nulla su cui riflettere che avrà come naturale conseguenza la gestione ed il controllo organizzato delle nostre emozioni. Non ci stanno dominando, ci stanno indebolendo fino a quando non saremo noi a chiedere di essere dominati. Nel frattempo, coloro che a vario titolo cercano di contribuire alla scoperta delle verità muoiono, fisicamente e socialmente, uccisi da mani ignote o da strumenti istituzionali gestiti in modo illecito dalle stesse mani ignote; vengono create azioni giudiziarie e campagne di delegittimazione mediatiche feroci che inducono nella collettività smarrimento e confusione per cui è difficile capire chi è la vittima e chi è il persecutore. Questi fatti non sono casuali, ma programmi (non complotti) ben studiati per gestire le masse, per renderle oggettuali ai centri di potere, che non sono solo politici, ma che della politica tentano di fare la propria espressione attraverso la quale non desiderano dominare ma mantenere uno status quo che gli consenta di non cambiare nulla. Paradossalmente ci usano per rinforzare e difendere i loro interessi, tramite il bombardamento quotidiano dei programmi televisivi che, per quanto opinabili, non hanno nulla di strano se presi singolarmente; ma che se trasmessi con una certa frequenza, con scientifica contrapposizione alle notizie di cronaca, con ritmo preciso, si trasformano in una vera e propria arma, psicologica, sociale ed emotiva. Vogliono convincerci che “ribellarci” è errato…… piuttosto che identificarci nella debolezza e nella ignoranza più assoluta degli esempi proposti. Desiderano condizionare le nostre emozioni (menti) attraverso dei programmi che “formano“ le nuove generazioni a vivere delle relazioni di sudditanza e non di crescita. Ci stanno dividendo, separando, contrapponendo. Ci fanno credere di essere in una Democrazia (voto) ma il loro unico fine è quello di mantenere congelato l’attuale status quo:
1. Potere e controllo sulle masse
2. Sudditanza psicologica
3. Divisione sociale
4. Istigazione al razzismo
5. Astio religioso tra culture diverse
6. Lotta tra poveri per la sopravvivenza
Prendere coscienza dei propri limiti e cominciare a guardarsi intorno sarebbe già un buon inizio…..!
1. Potere e controllo sulle masse
2. Sudditanza psicologica
3. Divisione sociale
4. Istigazione al razzismo
5. Astio religioso tra culture diverse
6. Lotta tra poveri per la sopravvivenza
Prendere coscienza dei propri limiti e cominciare a guardarsi intorno sarebbe già un buon inizio…..!
Approfindimento della Legge sulla censura dei siti internet.
EMENDAMENTO del senatore Gianpiero D’Alia «Art. 50-bis. (Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet)
1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
2. Il Ministro dell’interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all’adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all’autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.
3. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l’effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l’attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministro dell’interno con proprio provvedimento.
4. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dell’interno, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.
5. Al quarto comma dell’articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: “col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda”.»…………….
EMENDAMENTO del senatore Gianpiero D’Alia «Art. 50-bis. (Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet)
1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
2. Il Ministro dell’interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all’adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all’autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.
3. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l’effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l’attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministro dell’interno con proprio provvedimento.
4. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dell’interno, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.
5. Al quarto comma dell’articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: “col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda”.»…………….
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domenica 29 novembre 2009
Muraglia verde anti desertificazione
Dodici Paesi africani vogliono piantare una “Grande muraglia verde” su 7.000 chilometri di lunghezza e 15 chilometri di larghezza, da Dakar a Gibuti, per arginare le progressione dei deserti del Sahel e del Sahara. L’iniziativa, promossa dall’Unione africana, vuole essere una risposta dell’Africa alle sfide climatiche e alle conseguenze della desertificazione. La Grande muraglia verde sarà una cintura di alberi di diverse specie che collegherà Dakar, in Senegal (ovest) e Gibuti, nel Golfo di Aden (est). Ogni Paese dovrà delimitare una fascia di circa quindici chilometri nella zona del Sahel (subito a sud del Sahara) in una regione in cui le precipitazioni piovose siano comprese tra 100 e 400 millimetri l’anno. L’andamento della striscia sarà piuttosto lineare anche se in alcuni punti dovrà ovviamente aggirare degli ostacoli come montagne, corsi d’acqua e centri abitati. Il progetto, denominato Gmv ha come obiettivi globali quelli di contribuire alla lotta contro l’avanzamento del deserto, di valorizzare le zone degradate del Sahel in vista di una gestione sostenibile delle risorse e di lottare contro la povertà
sabato 28 novembre 2009
L'Eroica, una corsa d'altri tempi
Si chiama proprio cosi', e' da quest' anno e' divenuta una corsa prettamente riservata a bici d'epoca, il percorso de "L' Eroica" percorre alcune delle più belle strade della zona del Chianti senese, della Valdarbia e della Valdorcia; ma il clou è rappresentato dai quei tratti di strade bianche ancora esistenti, che consentono di rivivere l'atmosfera del ciclismo d'epoca e ripropone ambienti e scenografie del ciclismo anteguerra, polvere o fango, nessuna assistenza tecnica, ristori d'epoca, strade stupende quanto difficili, grande spirito di sacrificio e d'adattamento. Si ricercano le radici autentiche di quella straordinaria passione popolare che è stato (per tanti versi lo è tuttora) il ciclismo dei giganti della strada, quellla che ha alimentato tante leggende letterarie.La corsa si snoda per 205 km ed è interamente tracciata con segnaletica stradale, realizzata in collaborazione con la Provincia di Siena e l'Agenzia per il Turismo di Siena. La segnaletica consiste in cartelli di indicazione della direzione apposti agli incroci e di tabelle chilometriche che indicano il km progressivo e le distanze ai successivi centri abitati.La segnaletica consente anche di seguire il percorso "medio" da 135 km. I percorsi "corto" e "cicloturistico" non sono invece al momento segnalati in maniera permanente.
Per saperne di piu' visita il sito ufficiale della competizione.
Per saperne di piu' visita il sito ufficiale della competizione.
Bollo auto a consumo, l'Olanda ci pensa
È l’idea alla quale sta lavorando il governo olandese, con l’obiettivo di detassare e quindi abbassare il prezzo di acquisto delle auto, di circa il 25%, ma soprattutto di disincentivare l’uso delle vetture, per snellire il traffico e ridurre l’inquinamento dell’aria. Il progetto allo studio dovrebbe entrare in vigore dal 2012, quando gli automobilisti olandesi dovranno pagare una nuova tassa a chilometro percorso. L’obiettivo al quale punta il governo è quello di limitare le emissioni di CO2 del 10%, e il prezzo a chilometro percorso per una vettura media sarà di 3 centesimi di euro nel 2012. La cifra aumenterà progressivamente fino al 2018 e la tassa sarà più elevata a seconda della cilindrata del veicolo e delle sue emissioni di CO2, hanno precisato le autorità. Saranno invece soppresse le tasse sull’acquisto di un veicolo nuovo, circa il 25% del prezzo totale. Il “piano olandese” ha nel mirino il traffico automobilistico e il conseguente inquinamento atmosferico: quindi la “tassa a consumo” sarà parametrata anche all’uso dell’auto a seconda degli orari, delle città e delle vie più trafficate: a tenere sotto controllo gli automobilisti un sistema Gps. Sarà bene, per esempio, stare alla larga da alcune strade di Amsterdam e Utrecht, in particolare in alcune ore di punta della giornata.
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venerdì 27 novembre 2009
Attenti al fluoro
“Sono spaventato dalla prospettiva di utilizzo dell’acqua come veicolo di farmaci. I fluoruri sono corrosivi veleni che produrranno seri effetti a lungo termine. Ogni tentativo di utilizzare l’acqua a questo scopo è deplorevole.” - Dr. Charles Gordon Heyd, ex Presidente della American Medical Association. [1] Asserzioni forti come questa sono solo un esempio di quanto numerosi ed autorevoli ricercatori, odontoiatri, associazioni mediche, sostengono da tempo contro la controversa pratica della fluorizzazione delle acque ad uso domestico. Il fluoro è un alogeno (come il cloro), ed è il più elettronegativo degli elementi, reagisce perciò facilmente con la maggior parte di essi; è un gas biatomico tossico, corrosivo e di odore penetrante. Si trova in natura nei minerali fluorite, criolite e apatite; inoltre, sotto forma di fluoruri, si trova nelle acque, negli organismi vegetali, e nello scheletro e nei denti degli animali [2]. E’ alla base di gas nervini come il Soman ed il Sarin. Dal 1945, quando venne sperimentata l’addizione di fluoro nelle acque potabili di Newburgh (stato di New York) [3], si è progressivamente diffusa questa pratica il cui scopo dichiarato è quello di prevenzione delle carie nella popolazione. Oggi è praticata in numerosi Paesi, tra cui USA, Australia ed alcune zone in Gran Bretagna. E’ proibita in Belgio, Danimarca, Olanda e Francia, in Spagna e Germania ogni decisione è rimessa alle autorità locali, in Italia non esiste una legge specifica a riguardo. [4] Queste poche informazioni già permettono di capire quanto si tratti di una questione complessa, e interessante a quanto pare. Cerchiamo di capire meglio. Il beneficio della fluoroprofilassi, ossia dell’uso di dentifrici contenenti fluoruri (tipicamente fluoruro di sodio, monofluorofosfato di sodio o fluoruro stannoso) o nel caso dei bambini nell’assunzione di fluoro via tavolette o gocce, consistono essenzialmente nella formazione di uno smalto più resistente agli attacchi acidi demineralizzanti. Ma la distinzione tra uso locale, come nel caso dei dentifrici (purché non ingeriti!), ed uso sistemico, come nel caso delle tavolette o dell’acqua “fluorizzata” non è banale. L’assorbimento complessivo è infatti ben diverso nei due casi. Perché un eccessivo assorbimento di fluoro è tanto dannoso da spingere Belgio ed India a bandire non solo la fluorizzazione delle acque, ma anche chewing-gum , compresse e gocce? Perché esso provoca fluorosi, che si manifesta con denti screziati, decolorati, macchiati fino a significative erosioni dello smalto stesso (vedi http://www.dentrolanotizia.com/n/n38.php)
Fonti:
[1] – da www.nofluoride.com
[2] – da http://web.romascuola.net/itaer/vaula/chimica/fluoro.htm
[3] – da http://www.nofluoride.com/a_bomb_%26teeth.htm
[4] – da Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (1999/C 370/173)
[5] – The Natick Report. Findings, Conclusion, and Recommendations of the Natick Fluoridation Study Committee, 27 September, 1997
[6] - The significance of age-dependent fluoride accumulation in bone in relation to daily intake of fluoride, P. Wix and S.M. Mohamedally, London, England. From Polytechnic of the South Bank, Dept. of Biology and Food Science, 103 Borough Road, London SEI OAA. Presented at the Tenth Conference of the I.S.F.R. in Oxford, England, Sept. 16 - 19, 1979.
[7] – da www.nofluoride.com
[8] – ibidem
[9] - Marier JR. (1977). Some current aspects of environmental fluoride. Sci Total Environ 8(3):253-65.
[10] – The "Fuzzy Math" of Fluoride Promotion, Paul Connett, PhD, co-fondatore de Fluoride Action Network e professore di Chimica, St. Lawrence University, Canton, NY.
[11] – da http://www.fluoride.org.uk/infodocs/f10.html
Fonti:
[1] – da www.nofluoride.com
[2] – da http://web.romascuola.net/itaer/vaula/chimica/fluoro.htm
[3] – da http://www.nofluoride.com/a_bomb_%26teeth.htm
[4] – da Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (1999/C 370/173)
[5] – The Natick Report. Findings, Conclusion, and Recommendations of the Natick Fluoridation Study Committee, 27 September, 1997
[6] - The significance of age-dependent fluoride accumulation in bone in relation to daily intake of fluoride, P. Wix and S.M. Mohamedally, London, England. From Polytechnic of the South Bank, Dept. of Biology and Food Science, 103 Borough Road, London SEI OAA. Presented at the Tenth Conference of the I.S.F.R. in Oxford, England, Sept. 16 - 19, 1979.
[7] – da www.nofluoride.com
[8] – ibidem
[9] - Marier JR. (1977). Some current aspects of environmental fluoride. Sci Total Environ 8(3):253-65.
[10] – The "Fuzzy Math" of Fluoride Promotion, Paul Connett, PhD, co-fondatore de Fluoride Action Network e professore di Chimica, St. Lawrence University, Canton, NY.
[11] – da http://www.fluoride.org.uk/infodocs/f10.html
Ecomostri del Belpaese
Ecco i mostri permanenti del Bel Paese, frutto della superficialità, della corruzione, dell'indifferenza per le vite degli altri e per la terra in cui viviamo. La contaminazione di aria, acqua e suolo prodotta dalla grande industria chimica e petrolchimica (ma non solo) ha compromesso l'ambiente - forse per sempre, visti i tempi e i risultati delle bonifiche, e per un'estensione che va ben oltre il territorio dove ci sono (o c'erano) le industrie stesse, come vedrete nella "tappa" dedicata a Mantova, per esempio. La contaminazione ha gravemente compromesso la salute di lavoratori e popolazioni, come leggerete qui' di seguito, e ha avvelenato il nostro cibo come conseguenza del traffico illecito di rifiuti pericolosi e lo spargimento in aria di veleni come la diossina - per risparmiare sui costi di smaltimento o di trattamento, e guadagnare... di più.
Porto Marghera (Venezia, Veneto)
ESTENSIONE: 3.200 ettari di terra emersa, 350 di canali portuali e 2.200 di area lagunare.
CONTAMINANTI: idrocarburi, fenoli, cloro-benzeni, composti organo clorurati, PBC, diossine, CVM, arsenico e metalli pesanti, fosfogessi radioattivi e altri contaminanti.
CONTAMINATORI: industria petrolifera, petrolchimica, chimica e siderurgica.
Il colore dell'acqua... non sono alghe, né fanghi o terre colorate. È per via dei rifiuti tossici. Dalla fine dell'Ottocento, quando si insediarono le prime fabbriche del polo petrolchimico, fino ai giorni nostri, milioni di tonnellate di rifiuti tossici sono stati rovesciati nella Laguna di Venezia e nell'Adriatico. L'elenco dei veleni riscontrati nei terreni e fondali della Laguna è lunghissimo: si va dalle diossine ai PCB, dal CVM - il cloruro di vinile monomero, usato nella produzione di plastiche - all'arsenico, dai metalli pesanti ai fosfogessi radioattivi e decine di altre sostanze tossiche e cancerogene. Clicca sulle parole sottolineate se vuoi sapere subito che cosa sono tutte queste belle sostanze.
Porto Marghera (Venezia, Veneto)
ESTENSIONE: 3.200 ettari di terra emersa, 350 di canali portuali e 2.200 di area lagunare.
CONTAMINANTI: idrocarburi, fenoli, cloro-benzeni, composti organo clorurati, PBC, diossine, CVM, arsenico e metalli pesanti, fosfogessi radioattivi e altri contaminanti.
CONTAMINATORI: industria petrolifera, petrolchimica, chimica e siderurgica.
Il colore dell'acqua... non sono alghe, né fanghi o terre colorate. È per via dei rifiuti tossici. Dalla fine dell'Ottocento, quando si insediarono le prime fabbriche del polo petrolchimico, fino ai giorni nostri, milioni di tonnellate di rifiuti tossici sono stati rovesciati nella Laguna di Venezia e nell'Adriatico. L'elenco dei veleni riscontrati nei terreni e fondali della Laguna è lunghissimo: si va dalle diossine ai PCB, dal CVM - il cloruro di vinile monomero, usato nella produzione di plastiche - all'arsenico, dai metalli pesanti ai fosfogessi radioattivi e decine di altre sostanze tossiche e cancerogene. Clicca sulle parole sottolineate se vuoi sapere subito che cosa sono tutte queste belle sostanze.
ESTENSIONE: 5.358 ettari, di cui 4.563 di acque e fondali marini e 795 di terreno.
CONTAMINANTI: idrocarburi Il polo petrolchimico di Gela nasce ad opera dell'Eni alla fine degli anni Cinquanta per sfruttare i giacimenti petroliferi scoperti nel 1956. Attorno all'area industriale la città crebbe disordinatamente, senza piano regolatore, e per il controllo degli appalti negli anni '80 scoppiò una sanguinosa guerra di mafia tra Stidda (la criminalità organizzata locale) e Cosa Nostra. Nel frattempo, però, si era capito che il greggio di Gela era troppo denso e troppo in profondità per essere sfruttato in modo vantaggioso... Ciò che rimane oggi sul territorio è la contaminazione da idrocarburi e metalli pesanti di suolo, fondali marini e falde, e la cronica penuria d'acqua per le inefficienze del dissalatore gestito anch'esso dal petrolchimico.
Priolo (Siracusa, Sicilia)
CONTAMINANTI: idrocarburi Il polo petrolchimico di Gela nasce ad opera dell'Eni alla fine degli anni Cinquanta per sfruttare i giacimenti petroliferi scoperti nel 1956. Attorno all'area industriale la città crebbe disordinatamente, senza piano regolatore, e per il controllo degli appalti negli anni '80 scoppiò una sanguinosa guerra di mafia tra Stidda (la criminalità organizzata locale) e Cosa Nostra. Nel frattempo, però, si era capito che il greggio di Gela era troppo denso e troppo in profondità per essere sfruttato in modo vantaggioso... Ciò che rimane oggi sul territorio è la contaminazione da idrocarburi e metalli pesanti di suolo, fondali marini e falde, e la cronica penuria d'acqua per le inefficienze del dissalatore gestito anch'esso dal petrolchimico.
Priolo (Siracusa, Sicilia)
ESTENSIONE: 13.451 ettari, di cui 10.086 di fondali marini e 3.366 di terreno. Fino al secondo dopoguerra Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, sulla costa orientale della Sicilia, era un piccolo paese di pescatori. All'inizio degli Anni Cinquanta si decise di costruire le prime raffinerie e in una decina di anni l'area divenne uno dei poli petroliferi, petrolchimici e chimici più importati d'Italia, espandendosi anche ai comuni di Augusta, Melilli, Siracusa, Floridia e Solarino. Per farvi posto si spostarono intere comunità e si distrusse il litorale, diventato oggi una distesa di serbatoi e fabbriche chimiche. I sistemi di trattamento dei rifiuti restarono per decenni inadeguati, se non inesistenti, provocando una gravissima contaminazione di terreni e fondali marini, resa evidente dalle frequenti morie di pesci. Gli Anni '90 portarono un nuovo incubo: l'aumento di tumori e di nascite di bambini malformati. Raffinerie e stabilimenti chimici sono in attività ancora oggi; nonostante i molti incidenti che continuano a verificarsi negli impianti più obsoleti l'ultimo progetto è di costruire nell'area anche un rigassificatore al quale però la popolazione si è opposta con un referendum. Il progetto è stato riproposto a Melilli, pochi chilometri più a sud, e anche lì è stato sottoposto a referendum, il cui esito però è contestato e proprio in questi giorni sottoposto a verifica.
Taranto (Puglia)
Taranto (Puglia)
ESTENSIONE: 11.374 ettari, di cui 6.991 di fondali marini e 4.383 di terreno.
CONTAMINANTI: diossine e PCB, metalli pesanti, idrocarburi, amianto.
CONTAMINATORI: industria siderurgica, petrolifera e cementifera. Taranto è un importante porto e arsenale militare fin dall'unità d'Italia. Negli anni Sessanta del Novecento fu costruito anche un gigantesco polo siderurgico, una raffineria e vari cementifici. La città divenne così un polo industriale e navale strategico per l'economia italiana, uno dei più imponenti d'Europa. Seppur ridimensionata da molte ristrutturazioni, l'attività industriale continua anche oggi a pieno ritmo: la principale azienda siderurgica è la Ilva (ex Italsider). A causa della cronica inadeguatezza dei controlli ambientali il territorio circostante l'area industriale è pesantemente contaminato, soprattutto da diossina, metalli pesanti, idrocarburi.
CONTAMINANTI: diossine e PCB, metalli pesanti, idrocarburi, amianto.
CONTAMINATORI: industria siderurgica, petrolifera e cementifera. Taranto è un importante porto e arsenale militare fin dall'unità d'Italia. Negli anni Sessanta del Novecento fu costruito anche un gigantesco polo siderurgico, una raffineria e vari cementifici. La città divenne così un polo industriale e navale strategico per l'economia italiana, uno dei più imponenti d'Europa. Seppur ridimensionata da molte ristrutturazioni, l'attività industriale continua anche oggi a pieno ritmo: la principale azienda siderurgica è la Ilva (ex Italsider). A causa della cronica inadeguatezza dei controlli ambientali il territorio circostante l'area industriale è pesantemente contaminato, soprattutto da diossina, metalli pesanti, idrocarburi.
ESTENSIONE: 15.242 ettari di terreno e sedimenti.
CONTAMINANTI: DDT, mercurio, arsenico.
CONTAMINATORI: industria chimica (ex Enichem).
Le fabbriche chimiche a Pieve Vergonte, un piccolo paese in Val D'Ossola, furono inaugurate nel 1915 per sintetizzare cloro con cui produrre gas bellici per la Prima guerra mondiale. Dopo il conflitto la produzione venne convertita a sostanze per usi civili, altrettanto pericolose, però: acido solforico, ammoniaca, urea (un fertilizzante) e ancora cloro e suoi derivati, fra i quali anche il DDT (dicloro-difenil-tricloroetano), un potente pesticida messo al bando in occidente negli anni '70 perché cancerogeno e teratogeno A Pieve Vergonte, però, si è prodotto DDT per i Paesi del Terzo Mondo fino al 1996. Quell'anno un laboratorio di Lugano lanciò un allarme: nei pesci del Lago Maggiore avevano riscontrato un'alta concentrazione di DDT e le indagini provarono che la contaminazione arrivava dagli impianti di Pieve Vergonte, portata dal fiume Toce, che dalla Val D'Ossola scende al lago. Il Ministero dell'Ambiente bloccò la produzione, ma i terreni in prossimità delle fabbriche, il letto del Toce e i fondali del Lago Maggiore restano contaminati da DDT e da mercurio Oggi una parte degli impianti è ancora in funzione, convertita per fortuna a produzioni meno inquinanti.
Casale Monferrato (Alessandria, Piemonte)
CONTAMINANTI: DDT, mercurio, arsenico.
CONTAMINATORI: industria chimica (ex Enichem).
Le fabbriche chimiche a Pieve Vergonte, un piccolo paese in Val D'Ossola, furono inaugurate nel 1915 per sintetizzare cloro con cui produrre gas bellici per la Prima guerra mondiale. Dopo il conflitto la produzione venne convertita a sostanze per usi civili, altrettanto pericolose, però: acido solforico, ammoniaca, urea (un fertilizzante) e ancora cloro e suoi derivati, fra i quali anche il DDT (dicloro-difenil-tricloroetano), un potente pesticida messo al bando in occidente negli anni '70 perché cancerogeno e teratogeno A Pieve Vergonte, però, si è prodotto DDT per i Paesi del Terzo Mondo fino al 1996. Quell'anno un laboratorio di Lugano lanciò un allarme: nei pesci del Lago Maggiore avevano riscontrato un'alta concentrazione di DDT e le indagini provarono che la contaminazione arrivava dagli impianti di Pieve Vergonte, portata dal fiume Toce, che dalla Val D'Ossola scende al lago. Il Ministero dell'Ambiente bloccò la produzione, ma i terreni in prossimità delle fabbriche, il letto del Toce e i fondali del Lago Maggiore restano contaminati da DDT e da mercurio Oggi una parte degli impianti è ancora in funzione, convertita per fortuna a produzioni meno inquinanti.
Casale Monferrato (Alessandria, Piemonte)
ESTENSIONE: 74.325 ettari.
CONTAMINANTI: amianto.
CONTAMINATORI: Eternit (industria del cemento-amianto).
Eternit è il nome commerciale di un materiale brevettato nel 1901: è un fibrocemento, un impasto di cemento e fibra d'amianto, ed è anche il nome dell'industria che lo produceva. Gli stabilimenti Eternit aprirono a Casale Monferrato nel 1907. Si producevano lastre ondulate per i tetti, tubazioni e rivestimenti, tutto in cemento-amianto. Gli operai sbriciolavano e impastavano l'amianto con enormi frantoi, lavorandolo senza alcuna protezione (né consapevolezza dei rischi), immersi in una nube di fibrille. L'impianto di ventilazione espelleva all'esterno l'aria satura di polvere d'amianto e così venne contaminata anche l'intera città. Gli scarti di lavorazione, poi, venivano regalati agli abitanti che, ignari del pericolo, li usarono per consolidare la pavimentazione di marciapiedi e cortili. Nel 1986 la Eternit di Casale dichiara fallimento e chiude le fabbriche, spostando la produzione in altri Paesi (la Slovenia, per esempio) e lasciando il territorio contaminato per chilometri. Grazie a finanziamenti pubblici oggi gli stabilimenti sono stati bonificati ed è in corso lo smaltimento dei manufatti in cemento-amianto disseminati nel territorio. Nel frattempo, però, poiché l'amianto agisce lentamente, i malati e i morti di tumore fra gli ex operai e gli abitanti che lo respirarono continuano ad aumentare.
Laghi di Mantova (Lombardia)
CONTAMINANTI: amianto.
CONTAMINATORI: Eternit (industria del cemento-amianto).
Eternit è il nome commerciale di un materiale brevettato nel 1901: è un fibrocemento, un impasto di cemento e fibra d'amianto, ed è anche il nome dell'industria che lo produceva. Gli stabilimenti Eternit aprirono a Casale Monferrato nel 1907. Si producevano lastre ondulate per i tetti, tubazioni e rivestimenti, tutto in cemento-amianto. Gli operai sbriciolavano e impastavano l'amianto con enormi frantoi, lavorandolo senza alcuna protezione (né consapevolezza dei rischi), immersi in una nube di fibrille. L'impianto di ventilazione espelleva all'esterno l'aria satura di polvere d'amianto e così venne contaminata anche l'intera città. Gli scarti di lavorazione, poi, venivano regalati agli abitanti che, ignari del pericolo, li usarono per consolidare la pavimentazione di marciapiedi e cortili. Nel 1986 la Eternit di Casale dichiara fallimento e chiude le fabbriche, spostando la produzione in altri Paesi (la Slovenia, per esempio) e lasciando il territorio contaminato per chilometri. Grazie a finanziamenti pubblici oggi gli stabilimenti sono stati bonificati ed è in corso lo smaltimento dei manufatti in cemento-amianto disseminati nel territorio. Nel frattempo, però, poiché l'amianto agisce lentamente, i malati e i morti di tumore fra gli ex operai e gli abitanti che lo respirarono continuano ad aumentare.
Laghi di Mantova (Lombardia)
ESTENSIONE: 1.030 ettari di terreno.
CONTAMINANTI: mercurio e altri metalli pesanti; diossine, furani e PCB; benzene, xilene, toluene e altri idrocarburi.
CONTAMINATORI: industria chimica e petrolchimica.
Il polo petrolchimico di Mantova fu costruito nel 1957 all'uscita del Lago Inferiore, una delle tre enormi anse che forma il fiume Mincio attorno alla città. Oggi si producono soprattutto plastiche e fibre sintetiche e fino al 1991 funzionava anche un impianto cloro-soda a mercurio. Le materie prime arrivano su navi fluviali o attraverso lunghe condotte direttamente dal petrolchimico di Marghera. I primi sistemi di trattamento delle acque reflue del cloro-soda furono installati solo negli anni '70, nel frattempo nei terreni, sui fondali del lago e del fiume Mincio e nelle acque di falda si sono accumulati mercurio e idrocarburi.
CONTAMINANTI: mercurio e altri metalli pesanti; diossine, furani e PCB; benzene, xilene, toluene e altri idrocarburi.
CONTAMINATORI: industria chimica e petrolchimica.
Il polo petrolchimico di Mantova fu costruito nel 1957 all'uscita del Lago Inferiore, una delle tre enormi anse che forma il fiume Mincio attorno alla città. Oggi si producono soprattutto plastiche e fibre sintetiche e fino al 1991 funzionava anche un impianto cloro-soda a mercurio. Le materie prime arrivano su navi fluviali o attraverso lunghe condotte direttamente dal petrolchimico di Marghera. I primi sistemi di trattamento delle acque reflue del cloro-soda furono installati solo negli anni '70, nel frattempo nei terreni, sui fondali del lago e del fiume Mincio e nelle acque di falda si sono accumulati mercurio e idrocarburi.
ESTENSIONE: 263 ettari di terreno, secondo l'annuario Ispra 2007. Almeno 7 km quadrati secondo il comitato Ambiente Brescia.
CONTAMINANTI: PCB e diossine; mercurio e altri metalli pesanti.
CONTAMINATORI: industria chimica Caffaro.
Le industrie Caffaro di Brescia sono nate nel 1909 per produrre soda caustica e cloro, antiparassitari (fino al 1957 anche il DDT sono stati sparsi nel terreno e sono "passati" a coltivazioni e allevamenti, e quindi alle persone. Da gennaio 2009 Caffaro srl è in liquidazione, mentre Caffaro Chimica srl attende entro maggio la decisione del Tribunale di Udine per la nomina di un commissario straordinario per la gestione della società. La situazione legale si trascina dal settembre 2008, quanto è stato messo sotto sequestro l'impianto cloro-soda di Torviscosa (Udine), ed è doppiamente problematica: sia per i dipendenti - ora in cassa integrazione - sia per l'ambiente, in quanto lascia un grosso punto interrogativo su chi dovrà pagare le operazioni di bonifica. Terreni e rogge sono infatti ancora intrisi di veleni e solo un intervento radicale potrà ripulirli.
Manfredonia (Foggia, Puglia)
CONTAMINANTI: PCB e diossine; mercurio e altri metalli pesanti.
CONTAMINATORI: industria chimica Caffaro.
Le industrie Caffaro di Brescia sono nate nel 1909 per produrre soda caustica e cloro, antiparassitari (fino al 1957 anche il DDT sono stati sparsi nel terreno e sono "passati" a coltivazioni e allevamenti, e quindi alle persone. Da gennaio 2009 Caffaro srl è in liquidazione, mentre Caffaro Chimica srl attende entro maggio la decisione del Tribunale di Udine per la nomina di un commissario straordinario per la gestione della società. La situazione legale si trascina dal settembre 2008, quanto è stato messo sotto sequestro l'impianto cloro-soda di Torviscosa (Udine), ed è doppiamente problematica: sia per i dipendenti - ora in cassa integrazione - sia per l'ambiente, in quanto lascia un grosso punto interrogativo su chi dovrà pagare le operazioni di bonifica. Terreni e rogge sono infatti ancora intrisi di veleni e solo un intervento radicale potrà ripulirli.
Manfredonia (Foggia, Puglia)
ESTENSIONE: 1.157 ettari, di cui 853 di fondali marini e 304 di terreno.
CONTAMINANTI: arsenico, sali sodici, nitrati, ammoniaca, benzene, toluene, benzo-antrace.
CONTAMINATORI: industria chimica
Il polo chimico Enichem di Mafredonia entrò in funzione nel 1971. Vi si producevano soprattutto fertilizzanti e il caprolattame da cui si ricavano fibre sintetiche. I controlli sugli scarichi e sulla sicurezza degli impianti sono stati cronicamente inadeguati e gli incidenti con fughe di sostanze tossiche si susseguirono a cadenza quasi regolare. Il più grave avvenne il 26 settembre 1976, quando un'esplosione all'impianto per la fabbricazione dell'urea (un fertilizzante) provocò la fuoriuscita di una nube di anidride arseniosa (un gas contenente arsenico): nessun decesso diretto, ma le conseguenze si fanno sentire ancora oggi tra gli ex dipendenti e la popolazione del territorio circostante gli impianti. E da quel momento Manfredonia sarà soprannominata la "Seveso del Sud". Nel 1988 chiuse l'impianto per la produzione di caprolattame, dopo che i sistemi di smaltimento delle scorie furono sequestrati dalla magistratura di Otranto perché sospettati di causare una moria di delfini e tartarughe nel basso Adriatico. Il resto del polo chimico chiuse nel 1994.
Pianura, Contrada Pisani (Napoli, Campania)
ESTENSIONE: in fase di studio.
CONTAMINANTI: i trafficanti in rifiuti, la criminalità organizzata. E i rifiuti tossici e pericolosi, è naturale.
CONTAMINATORI: trafficanti in rifiuti tossici e criminalità organizzata.
La discarica di Contrada Pisani fu aperta nel secondo dopoguerra per ricevere i rifiuti solidi urbani, la cosiddetta immondizia, di Napoli. Nei decenni successivi venne progressivamente allargata mentre tutto attorno si costruivano interi quartieri abusivi. A causa dell'inadeguatezza dei controlli la criminalità organizzata riuscì a smaltirvi considerevoli quantità di rifiuti speciali e tossici, per i quali la discarica non è adatta, provocando così la contaminazione dei terreni. Nel 1996 la discarica venne chiusa e si decise la bonifica dell'area, ma tutto si interruppe nel gennaio 2008 quando, nonostante la dura opposizione degli abitanti, venne riaperta con la forza per fare fronte all'emergenza rifiuti di Napoli. Siamo all'ultima tappa di questo nostro primo viaggio tra i mostri permanenti del Bel Paese.
CONTAMINANTI: arsenico, sali sodici, nitrati, ammoniaca, benzene, toluene, benzo-antrace.
CONTAMINATORI: industria chimica
Il polo chimico Enichem di Mafredonia entrò in funzione nel 1971. Vi si producevano soprattutto fertilizzanti e il caprolattame da cui si ricavano fibre sintetiche. I controlli sugli scarichi e sulla sicurezza degli impianti sono stati cronicamente inadeguati e gli incidenti con fughe di sostanze tossiche si susseguirono a cadenza quasi regolare. Il più grave avvenne il 26 settembre 1976, quando un'esplosione all'impianto per la fabbricazione dell'urea (un fertilizzante) provocò la fuoriuscita di una nube di anidride arseniosa (un gas contenente arsenico): nessun decesso diretto, ma le conseguenze si fanno sentire ancora oggi tra gli ex dipendenti e la popolazione del territorio circostante gli impianti. E da quel momento Manfredonia sarà soprannominata la "Seveso del Sud". Nel 1988 chiuse l'impianto per la produzione di caprolattame, dopo che i sistemi di smaltimento delle scorie furono sequestrati dalla magistratura di Otranto perché sospettati di causare una moria di delfini e tartarughe nel basso Adriatico. Il resto del polo chimico chiuse nel 1994.
Pianura, Contrada Pisani (Napoli, Campania)
ESTENSIONE: in fase di studio.
CONTAMINANTI: i trafficanti in rifiuti, la criminalità organizzata. E i rifiuti tossici e pericolosi, è naturale.
CONTAMINATORI: trafficanti in rifiuti tossici e criminalità organizzata.
La discarica di Contrada Pisani fu aperta nel secondo dopoguerra per ricevere i rifiuti solidi urbani, la cosiddetta immondizia, di Napoli. Nei decenni successivi venne progressivamente allargata mentre tutto attorno si costruivano interi quartieri abusivi. A causa dell'inadeguatezza dei controlli la criminalità organizzata riuscì a smaltirvi considerevoli quantità di rifiuti speciali e tossici, per i quali la discarica non è adatta, provocando così la contaminazione dei terreni. Nel 1996 la discarica venne chiusa e si decise la bonifica dell'area, ma tutto si interruppe nel gennaio 2008 quando, nonostante la dura opposizione degli abitanti, venne riaperta con la forza per fare fronte all'emergenza rifiuti di Napoli. Siamo all'ultima tappa di questo nostro primo viaggio tra i mostri permanenti del Bel Paese.
giovedì 26 novembre 2009
Per il clima contro il nucleare
La mobilitazione nazionale di Legambiente per un sistema energetico moderno, pulito e sicuro.
Il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con il quale pensa di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo, di rispettare l’accordo europeo 20-20-20 per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), e di ridurre il costo dell’energia e le importazioni, grazie a delle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate. La realtà però è molto differente. A più di 20 anni dall’incidente di Chernobyl, il nucleare non solo pone ancora gravissimi problemi di sicurezza, ma è anche una fonte energetica costosa che non abbasserà affatto la bolletta energetica nazionale, non ridurrà la nostra dipendenza dall’estero e non ci permetterà di rispettare gli impegni europei e internazionali. Riaprire al nucleare vuole anche dire abbandonare qualsiasi investimento alternativo sullo sviluppo delle tecnologie pulite e dell’efficienza energetica, e rinunciare alla costruzione di un sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale. Per questi motivi Legambiente lancia la mobilitazione nazionale Per il Clima Contro il Nucleare con l’obiettivo di rispondere alle bugie del governo e dei nuclearisti, ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare e la sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20, e per alimentare il dibattito a livello territoriale sui due scenari energetici alternativi futuri, ovvero con (secondo il governo) o senza (secondo noi) l’atomo.
Per informazioni: scientifico@legambiente.eu
Firma l'appello Per un sistema energetico moderno, pulito, sicuro
Approfondimenti
Il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con il quale pensa di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo, di rispettare l’accordo europeo 20-20-20 per la lotta ai cambiamenti climatici (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), e di ridurre il costo dell’energia e le importazioni, grazie a delle non meglio identificate centrali di “nuova” generazione, descritte come sicure, pulite e tecnologicamente avanzate. La realtà però è molto differente. A più di 20 anni dall’incidente di Chernobyl, il nucleare non solo pone ancora gravissimi problemi di sicurezza, ma è anche una fonte energetica costosa che non abbasserà affatto la bolletta energetica nazionale, non ridurrà la nostra dipendenza dall’estero e non ci permetterà di rispettare gli impegni europei e internazionali. Riaprire al nucleare vuole anche dire abbandonare qualsiasi investimento alternativo sullo sviluppo delle tecnologie pulite e dell’efficienza energetica, e rinunciare alla costruzione di un sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale. Per questi motivi Legambiente lancia la mobilitazione nazionale Per il Clima Contro il Nucleare con l’obiettivo di rispondere alle bugie del governo e dei nuclearisti, ristabilire la verità sulla dannosità del nucleare e la sua inutilità per il raggiungimento del 20-20-20, e per alimentare il dibattito a livello territoriale sui due scenari energetici alternativi futuri, ovvero con (secondo il governo) o senza (secondo noi) l’atomo.
Per informazioni: scientifico@legambiente.eu
Firma l'appello Per un sistema energetico moderno, pulito, sicuro
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Il basilico contro artrite e bronchiti
Dalla Medicina Ayurvedica i rimedi contro dolori e problemi respiratori.
Sono due le varietà di basilico utilizzate con successo dell'antica arte medica indiana, l'Ayurveda: il Basilico Ocimum tenuiflorum e il Basilico Ocimum americanum.
Questi due tipi di pianta aromatica hanno dimostrato avere la proprietà di ridurre l'infiammazione e il gonfiore, e quindi essere un potenziale rimedio contro l'artrite. Ma non solo, poiché in Ayurveda le due varietà di basilico sono conosciute e utilizzate anche nei casi di bronchiti, asma bronchiale, malattie della pelle e febbre.I ricercatori del Poona College of Pharmacy di Poona in India, hanno eseguito uno studio in cui si evidenzia l'azione antinfiammatoria dell'estratto di Basilico tenuiflorum. La tintura ha mostrato di ridurre l'infiammazione fino al 73% già 24 ore dopo il trattamento. La varietà di Basilico americanum ha mostrato effetti simili e, nel complesso, entrambi hanno agito in modo analogo a quello di un noto farmaco antinfiammatorio, già ampiamente impiegato nel trattamento dell'artrite.
«Questi risultati – ha commentato il dr. Vaibhav Shinde durante la loro presentazione - supportano l'impiego di questi trattamenti tradizionali nelle condizioni infiammatorie come l'artrite. Ora noi faremo una minuziosa valutazione delle piante e dei loro composti attivi che potrebbero essere utilizzati per sviluppare nuovi farmaci».
Sono due le varietà di basilico utilizzate con successo dell'antica arte medica indiana, l'Ayurveda: il Basilico Ocimum tenuiflorum e il Basilico Ocimum americanum.
Questi due tipi di pianta aromatica hanno dimostrato avere la proprietà di ridurre l'infiammazione e il gonfiore, e quindi essere un potenziale rimedio contro l'artrite. Ma non solo, poiché in Ayurveda le due varietà di basilico sono conosciute e utilizzate anche nei casi di bronchiti, asma bronchiale, malattie della pelle e febbre.I ricercatori del Poona College of Pharmacy di Poona in India, hanno eseguito uno studio in cui si evidenzia l'azione antinfiammatoria dell'estratto di Basilico tenuiflorum. La tintura ha mostrato di ridurre l'infiammazione fino al 73% già 24 ore dopo il trattamento. La varietà di Basilico americanum ha mostrato effetti simili e, nel complesso, entrambi hanno agito in modo analogo a quello di un noto farmaco antinfiammatorio, già ampiamente impiegato nel trattamento dell'artrite.
«Questi risultati – ha commentato il dr. Vaibhav Shinde durante la loro presentazione - supportano l'impiego di questi trattamenti tradizionali nelle condizioni infiammatorie come l'artrite. Ora noi faremo una minuziosa valutazione delle piante e dei loro composti attivi che potrebbero essere utilizzati per sviluppare nuovi farmaci».
mercoledì 25 novembre 2009
Direttrice di banca come Robin Hood
Una seria direttrice di banca di Bonn si era trasformata in una Robin Hood in gonnella. Erika B., 62 anni, a capo di una filiale della Vr Bank in un paesino alle porte della città tedesca, spostava cifre di denaro dai conti dei clienti più ricchi a quelli degli altri in "rosso". Lo faceva per evitarne la chiusura e senza mai intascare un solo euro. La sua attività di "benefattrice", però, è stata scoperta e condannata con 22 mesi di carcere. Dal dicembre 2003 al febbraio 2005, Erika B ha trasferito segretamente ben 7,6 milioni di euro tramite 117 differenti transazioni da conti correnti "pesanti" a conti "leggeri". Poi, appena raggiunto il suo scopo, cioè appena i clienti poveri diventavano nuovamente solventi, ritrasferiva il denaro sui conti "tassati". Ad un certo punto, tuttavia, questi movimenti hanno lasciato un ammanco di 1,1 milioni. Così è partita l'inchiesta. Quel che è certo - scrive la Bild online - è che la Robin Hood tedesca non ha mai intascato un euro per sé e adesso ha perso tutto: licenziata in tronco, vive di 1000 euro al mese di pensione minima, non ha più immobili né assicurazioni sulla vita.
martedì 24 novembre 2009
Creduto in coma per 23 anni
Capiva e cercava di urlare, e' la storia di un belga rimasto paralizzato in un incidente. Per ventitré anni è stato considerato in coma, in realtà era vigile: ma Ron Houben, rimasto paralizzato in un incidente stradale quando aveva 23 anni, non riusciva a dire che capiva ogni cosa di quel che gli accadeva attorno. "Sognavo di alzarmi", ha raccontato Houben, oggi 46enne e in grado di comunicare grazie a un pc e ad una particolare testiera che gli consente di rapportarsi al mondo esterno. Secondo i medici era in un persistente stato vegetativo. "Urlavo ma non riuscivo a sentire la mia voce", è la sua testimonianza. Dopo l'incidente, i medici di Zolder, in Belgio, utilizzarono i test in uso nella comunità scientifica prima di concludere che la sua coscienza era "estinta". Ma tre anni fa, nuovi scanner ultra-sofisticati hanno dimostrato che il suo cervello ancora funziona normalmente. Houben, la cui inquietante vicenda è stata raccontata dalla stampa britannica, ha descritto quel momento come la sua "seconda nascita". Il suo caso è venuta alla luce perché il neurologo che lo ha "salvato", Steven Laureys, l'ha raccontato in un articolo di una rivista scientifica. "Per tutto quel tempo ho letteralmente sognato una vita migliore. "Frustrazione" è un termine troppo limitativo per descrivere quel che sentivo". Secondo Laureys, potrebbero esserci altri casi simili nel mondo; e la vicenda è destinata a risollevare il dibattito sul diritto a morire di chi è in coma. I medici a Zolder utilizzarono la Scala di Glascow, la stessa utilizzata internazionalmente, che valuta vista, parola e risposte motorie. Ma solo quando il caso fu riesaminato dai medici dell'Università di Liegi si scoprì che l'uomo aveva perso il controllo del corpo, ma era ancora perfettamente consapevole di quel che accadesse. "Voglio leggere - spiega adesso - dialogare con i miei amici, godermi la vita ora che la gente sa che non sono morto". Secondo gli studi di Laureys, i pazienti in stato vegetativo spesso sono vittime di diagnosi sbagliate. "Chi viene bollato come "in stato incosciente" difficilmente riesce a sbarazzarsi di questo marchio. Solo in Germania", racconta il neurolgo dell'Università di Liegi, "ogni anno circa 100.000 persone soffrono di lesioni cerebrali traumatiche gravi. E tra le 3.000 e le 5.000 persone all'anno rimangono intrappolate in uno stadio intermedio, vivono senza mai tornare indietro
Fecondazione gratuita, basta non avere vizi.
Un ciclo di fecondazione gratuito se si firma un "contratto per una vita sana", con il divieto di fumare o bere prima e durante il trattamento. E' quanto propone una clinica di fecondazione assistita, la Bridge Clinic di Londra. I pazienti che vorranno sottoporsi a un ciclo di fecondazione potranno decidere di sottostare a questo contratto mirato ad aumentare le chance di successo dell'intervento. In cambio, i pazienti avranno diritto a un altro ciclo gratuito se il primo dovesse fallire. "Il programma si chiama 'Ivf plus', e possono parteciparvi le donne al di sotto dei 36 anni, con un peso nella norma e che hanno ricevuto, senza successo, il trattamento nel passato", ha detto Mohamed Menabawey, direttore medico della Bridge Clilic. "Il pacchetto - ha continuato - costa 4.500 sterline (circa 5.000 euro) e include tutti i test, farmaci e trattamenti consigliati per le donne che si sottopongono all'inseminazione artificiale". Il programma è stato inizialmente proposto solo ai pazienti con buone possibilità di successo, ma dopo le prime 50 inseminazioni si comincia a considerare l'estensione anche ai casi più difficili. I pazienti che sottoscrivono il contratto devono impegnarsi a migliorare il loro stile di vita, smettendo di fumare, bere e perdendo peso se necessario, in modo da arrivare all'inizio del trattamento nelle migliori condizioni di benessere psicofisico. "E' un contratto tra noi e il paziente, per il raggiungimento del miglior risultato possibile", ha detto Menabawey. "La tecnologia permette di ottenere un successo nella fecondazione assistita, ma il paziente deve fare la sua parte", ha concluso.
lunedì 23 novembre 2009
Buon Compleanno Emergency
Dal primo intervento di un team di chirurghi durante la guerra civile in Ruanda alla creazione di un Centro regionale di cardiochirurgia in Sudan, passando per alcuni dei paesi più disastrati al mondo: Cambogia, Iraq, Sierra Leone, Sudan, Repubblica Centrafricana, Afganistan. E un intervento anche in Italia, con un Poliambulatorio a Palermo che offre assistenza specialistica e gratuita ai migranti e alle persone in stato di bisogno. Dal 1994 ad oggi Emergency ha portato cure a oltre 3 milioni e mezzo di persone proponendo un modello di intervento umanitario che ha nella qualità, nell’uguaglianza e nel rispetto i suoi fondamenti. Grazie Gino
Edizione straordinaria
Un ragazzino italiano di 14 anni ha capito, tramite una canzone, la situazione politica del nostro paese, ha capito che il governo italiano cela la sua dittatura dietro ad una finta democrazia che non incanta quasi piu' nessuno, ma che acceca sorprendentemente il proprio popolo. Il mio augurio e' che tutti i ragazzini di 14 anni italiani abbiano la stessa intuizione e che nel loro futuro possa esistere un'Italia degna di chiamarsi paese libero e democratico. Spero che loro riescano a fare quello che i nostri genitori non sono stati capaci, probabilmente perche' accecati dalla rivoluzione industriale e dal boom economico. Mi rammarico del fatto che neppure la mia di generazione sia riuscita a cambiare questo paese di ladri e di corrotti per dargli un'anima. La cosa che ancor piu' mi fa stare male e' il vedere il mio popolo arrendersi senza lottare e capitolare di fronte alla straffottenza di questa finta democrazia. Se veramente fossimo un paese con le contropalle avremmo gia' rovesciato questa dittatura. Invece ci facciamo andare bene tutto, nascondiamo la testa sotto la sabbia, preferiamo non sapere e lottiamo per il nostro piccolo..... Molti scappano all' estero per avere un futuro o per darne uno ai propri figli. Mi spiace per chi non ce l'ha fatta o per chi non ha avuto il coraggio di prendere questa decisione.
Ragazzini di 14 anni, siate uniti almeno voi per cambiate questo mondo schifoso.
Ecco la lettera che mi ha inviato Thomas: ragazzino di 14 anni
Piacere sono Thomas, il nipote di Roberto e vi scrivo un’articolo sul mio gruppo preferito....gli Articolo 31(eheh un’articolo sugli Articolo). Il cantante e’ Alessandro Aleotti alias J-Ax, il disc jockey e’ Vito Luca Perrini meglio conosciuto come DJ-Jad. Vi starete sicuramente chiedendo cosa significa la “J” di Ax...ebbene sta semplicemente ad indicare il suo idolo dei film:il ben noto Joker. Terminata questa breve presentazione vorrei tristemente ricordare che il gruppo si e’ sciolto nel 2005, poco prima dell’uscita del nuovo singolo Profumo.
Prendono subito una posizione di spicco nel panorama rap italiano scrivendo canzoni molto significative che, nonostante la semplicita’ delle parole, riescono ad esprmimere i loro ideali in pieno effetto.Ricordiamone una, si intitola Barbecue e recita cosi(vi prego di leggere il testo mentre ascoltate la canzone):
LINK DELLA CANZONE BARBEQUE
Prendono subito una posizione di spicco nel panorama rap italiano scrivendo canzoni molto significative che, nonostante la semplicita’ delle parole, riescono ad esprmimere i loro ideali in pieno effetto.Ricordiamone una, si intitola Barbecue e recita cosi(vi prego di leggere il testo mentre ascoltate la canzone):
LINK DELLA CANZONE BARBEQUE
C’era una volta quanto tempo fa non so
Un pianeta uguale al nostro solo che era come un grande zoo
Lì non c’erano persone ma soltanto animali
Il problema è che il pianeta lo comandavano i maiali e c’era…
Cibo in abbondanza ma lo stesso c’era la fame
C’era la fame perché i maiali assoldarono qualche cane
Li mandarono in giro a chiedere tasse sul cibo
Il presidente vuole il 70% di quello che c’hai nel frigo
Rit.
A lui piace il barbecue
E si ingrassa un po’ di più
A lui piace il barbecue…
Così il pianeta si divise in due regioni
I maiali con le pecore gli agnelli coi leoni
Il porcile era pulito il letame era nascosto
I maiali sporcavano le pecore pulivano al loro posto
E il capo mise in prova una politica nuova
Dal mangime alle galline in cambio chiedigli le uova
E rideva s’ingozzava alla tele e sul giornale
Così che pure un gattino vuole diventar maiale e mangiare
Fino a perdere il pelo e scoppiare e finanziare i leoni
Purché continuino a sbranare e mangiare e mangiare
Altri animali quasi estinti farsi un ricco barbecue e buttare via gli avanzi
Rit.
A lui piace il barbecue
E si ingrassa un po’ di più
A lui piace il barbecue…
Tutti i maiali a fare…
…barbecue…
gli altri animali senza…
…barbecue…
Ma un giorno mentre imboccava una maialina al silicone
Un maiale scivolò e finì sopra al carbone
Si diffuse nell’aria l’odore di maialino alla griglia
Cani e leoni annusavano la nuova meraviglia
D’un tratto smisero di scannarsi l’un con l’altro
Andando verso quel profumo che ora gli piaceva tanto
Rit.
Andava verso il barbecue
E si affamava un po’ di più
Il barbecue…
Così arrivarono al…barbecue…
Subito pecore e leoni gomito a gomito
alle porte del porcile con il brontolio allo stomaco
E il presidente dei maiali che tentò un discorso comico
Disse state buoni ci son mille soluzioni
Ma se affami dei leoni poi è difficile che ci ragioni
E offriva a tutti dei Ferrero Roche
Ma per l’arca di Noè era il momento del buffet quindi
Coltello e forchetta tavola imbandita
La storia dei maiali su quel pianeta è finita
La morale è che un maiale non sa mai che il futuro. Spesso è un limone in bocca ed una carota in culo!
Un pianeta uguale al nostro solo che era come un grande zoo
Lì non c’erano persone ma soltanto animali
Il problema è che il pianeta lo comandavano i maiali e c’era…
Cibo in abbondanza ma lo stesso c’era la fame
C’era la fame perché i maiali assoldarono qualche cane
Li mandarono in giro a chiedere tasse sul cibo
Il presidente vuole il 70% di quello che c’hai nel frigo
Rit.
A lui piace il barbecue
E si ingrassa un po’ di più
A lui piace il barbecue…
Così il pianeta si divise in due regioni
I maiali con le pecore gli agnelli coi leoni
Il porcile era pulito il letame era nascosto
I maiali sporcavano le pecore pulivano al loro posto
E il capo mise in prova una politica nuova
Dal mangime alle galline in cambio chiedigli le uova
E rideva s’ingozzava alla tele e sul giornale
Così che pure un gattino vuole diventar maiale e mangiare
Fino a perdere il pelo e scoppiare e finanziare i leoni
Purché continuino a sbranare e mangiare e mangiare
Altri animali quasi estinti farsi un ricco barbecue e buttare via gli avanzi
Rit.
A lui piace il barbecue
E si ingrassa un po’ di più
A lui piace il barbecue…
Tutti i maiali a fare…
…barbecue…
gli altri animali senza…
…barbecue…
Ma un giorno mentre imboccava una maialina al silicone
Un maiale scivolò e finì sopra al carbone
Si diffuse nell’aria l’odore di maialino alla griglia
Cani e leoni annusavano la nuova meraviglia
D’un tratto smisero di scannarsi l’un con l’altro
Andando verso quel profumo che ora gli piaceva tanto
Rit.
Andava verso il barbecue
E si affamava un po’ di più
Il barbecue…
Così arrivarono al…barbecue…
Subito pecore e leoni gomito a gomito
alle porte del porcile con il brontolio allo stomaco
E il presidente dei maiali che tentò un discorso comico
Disse state buoni ci son mille soluzioni
Ma se affami dei leoni poi è difficile che ci ragioni
E offriva a tutti dei Ferrero Roche
Ma per l’arca di Noè era il momento del buffet quindi
Coltello e forchetta tavola imbandita
La storia dei maiali su quel pianeta è finita
La morale è che un maiale non sa mai che il futuro. Spesso è un limone in bocca ed una carota in culo!
Sicuramente e’ una metafora per indicare un fatto accaduto in un paese. Il dubbio rimane forte e io ho elaborato due ipotesi:
1)Parla dell’Italia evidenziando l’ignoranza della popolazione che non riesce a vedere oltre cio che gli viene raccontato e oltre cio che viene mostrato senza sforzarsi di ragionare per cercare un piu intrinseco significato di quello che ci circonda. I maiali sarebbero il governo e probabilmente cerca di prevedere un futuro sempre piu prossimo dove tutto verra’ alla luce e il popolo riuscira’ finalmente a vedere oltre e finalmente terminera’ la dittatura italiana.Ci terrei a sottolineare il fatto che non specifica cio che accade dopo lasciando libera immaginazione all’ascoltatore.A parer mio se mai il governo venisse rovesciato in questo modo si creerebbe solamente un buio periodo di totale anarchia.
2)Parla del mondo in generale diviso in due parti: una capitalista comandata dagli USA e una socialista comandata dalla Russia e dai paesi dell’oriente comunista.I maiali e le pecore sarebbero rispettivamente gli Usa e i suoi “scagnozzi”.Gli agnelli e i leoni sarebbero rispettivamente la Russia( ormai debole) e i paesi in cui imperversa la guerra(paragonabili ovviamente a dei feroci leoni che si “scannano” l’un l’altro).I cani che agiscono al posto dei maiali riscuotendo tasse sul cibo e’ probabilmente un riferimento alle multinazionali stanziate in Africa.Il maiale che verso al fine viene scoperto a “inculare una maialina al silicone” indica probabilmente lo scandalo Lewinsky.
Ringrazio tutti per avermi letto e spero che qualcuno inizi a scoprire questo gruppo e le sue magnifiche canzoni!!!!!!!!!!!
1)Parla dell’Italia evidenziando l’ignoranza della popolazione che non riesce a vedere oltre cio che gli viene raccontato e oltre cio che viene mostrato senza sforzarsi di ragionare per cercare un piu intrinseco significato di quello che ci circonda. I maiali sarebbero il governo e probabilmente cerca di prevedere un futuro sempre piu prossimo dove tutto verra’ alla luce e il popolo riuscira’ finalmente a vedere oltre e finalmente terminera’ la dittatura italiana.Ci terrei a sottolineare il fatto che non specifica cio che accade dopo lasciando libera immaginazione all’ascoltatore.A parer mio se mai il governo venisse rovesciato in questo modo si creerebbe solamente un buio periodo di totale anarchia.
2)Parla del mondo in generale diviso in due parti: una capitalista comandata dagli USA e una socialista comandata dalla Russia e dai paesi dell’oriente comunista.I maiali e le pecore sarebbero rispettivamente gli Usa e i suoi “scagnozzi”.Gli agnelli e i leoni sarebbero rispettivamente la Russia( ormai debole) e i paesi in cui imperversa la guerra(paragonabili ovviamente a dei feroci leoni che si “scannano” l’un l’altro).I cani che agiscono al posto dei maiali riscuotendo tasse sul cibo e’ probabilmente un riferimento alle multinazionali stanziate in Africa.Il maiale che verso al fine viene scoperto a “inculare una maialina al silicone” indica probabilmente lo scandalo Lewinsky.
Ringrazio tutti per avermi letto e spero che qualcuno inizi a scoprire questo gruppo e le sue magnifiche canzoni!!!!!!!!!!!
Grazie: Thomas Tramarin (Alessandria)
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Incubi ecologici
Dalle nubi radioattive fuoriuscite dalle centrali nucleari ai fumi tossici dei mega-impianti petrolchimici, dalle dispersioni di metalli pesanti dell'industria mineraria ai veleni rilasciati dalle fabbriche di armi chimiche...ecco la tragica storia dei dieci luoghi piu' inquinati della terra, i piu' grandi incubi e disastri ecologici provocati dall'uomo. Tutti hanno un elemento in comune: sono accaduti in Paesi dove lo sviluppo industriale è considerato più importante dell'ambiente e delle persone. E, semplificando brutalmente, questo significa una cosa sola: i progetti di bonifica delle aree contaminate sono rinviati e rinviati e rinviati... Ignorati, insomma, Anche se le tecnologie per la "pulizia" ci sono e sono sempre più avanzate ed efficaci! Censiti nella Top ten world's worst polluted places, la classifica pubblicata dall'organizzazione ambientalista americana Blacksmith Institute in collaborazione con la Green Cross Switzerland.
Sumgayit, Azerbaijan
CONTAMINATI: 275.000 persone.
CONTAMINANTI: petrolio, mercurio, metalli pesanti, reagenti industria chimica organica.
CONTAMINATORI: industria chimica e petrolchimica.
Sumgayit era uno dei poli petrolchimici più importanti della defunta Unione Sovietica. Qui si trovavano concentrati più di quaranta complessi industriali per la produzione di sostanze chimiche destinate all'industria e all'agricoltura: plastiche, cloro, alluminio, detergenti, pesticidi e altro ancora. Accanto alle fabbriche c'era la città dei lavoratori, ma ciò che i dirigenti (politici e industriali) hanno sempre tenuto al primo posto nella lista delle priorità era la necessità di produrre al più basso costo possibile, senza preoccuparsi granché per la salute delle migliaia di lavoratori, per quella dei loro figli e famigliari e per l'impatto devastante causato dalle attività industriali sulla vicina città e sull'ambiente circostante. Enormi quantità di sostanze inquinanti venivano scaricate ovunque senza controllo: secondo il Blacksmith Institute, nel periodo di maggiore attività degli impianti furono rilasciate nell'atmosfera fino a 100 mila tonnellate di sostanze tossiche all'anno. Oltre a quelle disperse nel terreno e nelle acque. Negli ultimi anni gli impianti più obsoleti sono stati chiusi, ma il carico di sostanze tossiche che nei decenni si è accumulato nell'ambiente è di enormi proporzioni. Secondo il Blacksmith Institute la situazione è tuttora critica a causa della cronica mancanza di controlli sulle emissioni, delle tecnologie obsolete e per l'inadeguatezza dei metodi di stoccaggio delle scorie.
Clicca sull'immagine per aprire la mappa.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
L'incidenza delle malattie da esposizione a inquinamento chimico fra i lavoratori e gli abitanti di Sumgayit è sempre stata una delle più alte dell'Unione Sovietica e rimane altissima anche oggi. Da studi condotti dall'agenzia Onu Undp (United Nations Development Programme), dall'Organizzazione mondiale della sanità, dal Ministero della salute dell'Azerbaijan e dall'università dell'Alberta (Canada) risulta che la diffusione di tumori è fino al 51% superiore rispetto alla media nazionale registrata normalmente in Azerbaijan. E gli effetti della contaminazione minacciano anche le generazioni future: qui si registra infatti una percentuale anomala di malformazioni gravi e di aborti spontanei.
CHE COSA SI STA FACENDO
Il governo dell'Azerbaijan ha ottenuto il sostegno di diverse Agenzie delle Nazioni Unite per attuare un programma di recupero ambientale e riconversione economica della città e della regione. A Sumgayit è stato fondato un centro di ricerca per il recupero ambientale e nella capitale, Baku, vengono organizzati corsi di epidemiologia per preparare i medici e i dirigenti locali ad affrontare i problemi sanitari e ambientali legati all'inquinamento. Nel 2003 la Banca Mondiale ha concesso un prestito di 2,7 milioni di dollari per la bonifica da inquinamento di mercurio e altri progetti di recupero ambientale sono stati finanziati dalla Gran Bretagna e dal Giappone.
Linfen, Cina
CONTAMINATI: 3.000.000 di persone.
CONTAMINANTI: ceneri di carbone, monossido di carbonio, ossidi di azoto, pm-2.5, pm-10, anidride solforosa, composti organici volatili, arsenico, piombo.
CONTAMINATORI: industrie, traffico.
A Linfen non si respira, i suoi abitanti sono letteralmente soffocati dalla polvere di carbone che aleggia nell'aria giorno e notte infilandosi dappertutto. Linfen è una città mineraria dello Shanxi, una provincia della Cina nord orientale dal cui sottosuolo si estraggono i due terzi del fabbisogno di carbone del Paese. L'intero Shanxi è inquinato dall'attività mineraria, ma fra tutte le sue città questa è forse la più contaminata. Qui, infatti, si trovano concentrate centinaia di miniere di carbone, raffinerie e impianti siderurgici che rilasciano nell'atmosfera quantità di polveri e ossidi di zolfo che superano di diverse volte i limiti fissati dall'Organizzazione mondiale della Sanità. La stessa autorità ambientale nazionale ha classificato Linfen come la città con la peggiore qualità dell'aria di tutta la Cina. Il problema, però, non è solo l'aria, ma anche l'acqua: poiché l'industria ne assorbe quantità sempre maggiori gli abitanti ne hanno sempre meno, al punto che è razionata in molte città della regione.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Bronchiti, polmoniti, intossicazioni chimiche e cancro ai polmoni sono diffusissimi fra i minatori e gli abitanti di Linfen. Molti bambini soffrono di avvelenamento da piombo e l'intera popolazione è minacciata dall'alta concentrazione di arsenico nelle falde acquifere, le quali risultano contaminate per oltre il 52% del totale.
CHE COSA SI STA FACENDO
Le autorità di Linfen stanno programmando di chiudere a breve gli impianti inquinanti sostituendoli con altri più all'avanguardia dal punto di vista ecologico e di convertire al gas naturale le attuali centrali elettriche a carbone.
Grazie a queste scelte la qualità dell'aria di Linfen è in via di leggero miglioramento. Sono state approvate anche nuove norme di sicurezza sul lavoro per ridurre l'altissimo rischio di incidenti nelle miniere.
Tianying, Cina
Sumgayit, Azerbaijan
CONTAMINATI: 275.000 persone.
CONTAMINANTI: petrolio, mercurio, metalli pesanti, reagenti industria chimica organica.
CONTAMINATORI: industria chimica e petrolchimica.
Sumgayit era uno dei poli petrolchimici più importanti della defunta Unione Sovietica. Qui si trovavano concentrati più di quaranta complessi industriali per la produzione di sostanze chimiche destinate all'industria e all'agricoltura: plastiche, cloro, alluminio, detergenti, pesticidi e altro ancora. Accanto alle fabbriche c'era la città dei lavoratori, ma ciò che i dirigenti (politici e industriali) hanno sempre tenuto al primo posto nella lista delle priorità era la necessità di produrre al più basso costo possibile, senza preoccuparsi granché per la salute delle migliaia di lavoratori, per quella dei loro figli e famigliari e per l'impatto devastante causato dalle attività industriali sulla vicina città e sull'ambiente circostante. Enormi quantità di sostanze inquinanti venivano scaricate ovunque senza controllo: secondo il Blacksmith Institute, nel periodo di maggiore attività degli impianti furono rilasciate nell'atmosfera fino a 100 mila tonnellate di sostanze tossiche all'anno. Oltre a quelle disperse nel terreno e nelle acque. Negli ultimi anni gli impianti più obsoleti sono stati chiusi, ma il carico di sostanze tossiche che nei decenni si è accumulato nell'ambiente è di enormi proporzioni. Secondo il Blacksmith Institute la situazione è tuttora critica a causa della cronica mancanza di controlli sulle emissioni, delle tecnologie obsolete e per l'inadeguatezza dei metodi di stoccaggio delle scorie.
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EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
L'incidenza delle malattie da esposizione a inquinamento chimico fra i lavoratori e gli abitanti di Sumgayit è sempre stata una delle più alte dell'Unione Sovietica e rimane altissima anche oggi. Da studi condotti dall'agenzia Onu Undp (United Nations Development Programme), dall'Organizzazione mondiale della sanità, dal Ministero della salute dell'Azerbaijan e dall'università dell'Alberta (Canada) risulta che la diffusione di tumori è fino al 51% superiore rispetto alla media nazionale registrata normalmente in Azerbaijan. E gli effetti della contaminazione minacciano anche le generazioni future: qui si registra infatti una percentuale anomala di malformazioni gravi e di aborti spontanei.
CHE COSA SI STA FACENDO
Il governo dell'Azerbaijan ha ottenuto il sostegno di diverse Agenzie delle Nazioni Unite per attuare un programma di recupero ambientale e riconversione economica della città e della regione. A Sumgayit è stato fondato un centro di ricerca per il recupero ambientale e nella capitale, Baku, vengono organizzati corsi di epidemiologia per preparare i medici e i dirigenti locali ad affrontare i problemi sanitari e ambientali legati all'inquinamento. Nel 2003 la Banca Mondiale ha concesso un prestito di 2,7 milioni di dollari per la bonifica da inquinamento di mercurio e altri progetti di recupero ambientale sono stati finanziati dalla Gran Bretagna e dal Giappone.
Linfen, Cina
CONTAMINATI: 3.000.000 di persone.
CONTAMINANTI: ceneri di carbone, monossido di carbonio, ossidi di azoto, pm-2.5, pm-10, anidride solforosa, composti organici volatili, arsenico, piombo.
CONTAMINATORI: industrie, traffico.
A Linfen non si respira, i suoi abitanti sono letteralmente soffocati dalla polvere di carbone che aleggia nell'aria giorno e notte infilandosi dappertutto. Linfen è una città mineraria dello Shanxi, una provincia della Cina nord orientale dal cui sottosuolo si estraggono i due terzi del fabbisogno di carbone del Paese. L'intero Shanxi è inquinato dall'attività mineraria, ma fra tutte le sue città questa è forse la più contaminata. Qui, infatti, si trovano concentrate centinaia di miniere di carbone, raffinerie e impianti siderurgici che rilasciano nell'atmosfera quantità di polveri e ossidi di zolfo che superano di diverse volte i limiti fissati dall'Organizzazione mondiale della Sanità. La stessa autorità ambientale nazionale ha classificato Linfen come la città con la peggiore qualità dell'aria di tutta la Cina. Il problema, però, non è solo l'aria, ma anche l'acqua: poiché l'industria ne assorbe quantità sempre maggiori gli abitanti ne hanno sempre meno, al punto che è razionata in molte città della regione.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Bronchiti, polmoniti, intossicazioni chimiche e cancro ai polmoni sono diffusissimi fra i minatori e gli abitanti di Linfen. Molti bambini soffrono di avvelenamento da piombo e l'intera popolazione è minacciata dall'alta concentrazione di arsenico nelle falde acquifere, le quali risultano contaminate per oltre il 52% del totale.
CHE COSA SI STA FACENDO
Le autorità di Linfen stanno programmando di chiudere a breve gli impianti inquinanti sostituendoli con altri più all'avanguardia dal punto di vista ecologico e di convertire al gas naturale le attuali centrali elettriche a carbone.
Grazie a queste scelte la qualità dell'aria di Linfen è in via di leggero miglioramento. Sono state approvate anche nuove norme di sicurezza sul lavoro per ridurre l'altissimo rischio di incidenti nelle miniere.
Tianying, Cina
CONTAMINATI: 140.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, metalli pesanti.
CONTAMINATORI: miniere, industrie. Si sa pochissimo di Tianying, se non che è un centro industriale sperduto nella provincia cinese dell'Anhui. Ciò che è noto è che qui si lavora il piombo, moltissimo piombo: più o meno la metà del fabbisogno nazionale. Lo si estrae dal sottosuolo e lo si recupera dalle batterie esauste. A causa dell'arretratezza delle tecnologie impiegate e della diffusa illegalità (anche dei processi industriali), grandi quantità di metallo vengono disperse nell'ambiente. Dai controlli effettuati è stato rilevato che a Tianying il piombo si trova ovunque: nel suolo, nelle acque e persino in sospensione nell'aria, in minuscole particelle. Concentrazioni di piombo che superano di diverse volte i limiti consentiti dalle leggi cinesi sono state riscontrate nei raccolti, negli animali e nel sangue degli esseri umani. Questa situazione ha spinto gli abitanti e le autorità locali a unirsi per chiedere la chiusura degli impianti più inquinanti. EFFETTI SULLA POPOLAZIONE L'avvelenamento da piombo colpisce soprattutto il sistema nervoso: tra gli abitanti dell'area di Tianying dilagano encefalopatie e altre patologie più difficili da diagnosticare, dal deficit di attenzione a più generiche difficoltà di apprendimento fino ai disturbi mentali e sensoriali e ai danni cerebrali, mentre sul lato "fisico" si segnalano anemie e danni agli organi interni. I livelli di contaminazione stanno insomma mettendo a rischio anche le prossime generazioni. CHE COSA SI STA FACENDO L'area di Tianying fu dichiarata dalle autorità una delle più inquinate di tutta la Cina già nel 2000. Le amministrazioni locali ordinarono che tutti gli impianti per la lavorazione del piombo venissero chiusi e che fossero introdotti sistemi più moderni per la riduzione dell'inquinamento. Contemporaneamente il Governo Cinese ha lanciato un piano per trasferire tutti gli impianti in una nuova area industriale, dotata di sistemi e controlli più efficienti sulle emissioni. Interventi decisi, sembrerebbe... purtroppo, però, la totale mancanza di informazioni da parte delle autorità (e le difficoltà che hanno giornalisti o associazioni ambientaliste a raggiungere Tianying) non permettono di fare il punto della situazione. E non lasciano immaginare nulla di buono.
Sukinda, India
CONTAMINATI: 2.600.000 persone.
CONTAMINANTI: cromo esavalente e altri metalli.
CONTAMINATORI: miniere, industrie.
Sukinda è una grande vallata nel bacino del fiume Brahmani, nello stato indiano orientale dell'Orissa. Potremmo chiamarla "valle della cromite", il minerale dal quale si estrae il cromo: qui, infatti, si trovano il 97% dei giacimenti di cromite di tutta l'India e le cave minerarie a cielo aperto più grandi del mondo. Dodici miniere in funzione, nella mancanza più totale di un piano di gestione ambientale, scaricano le acque reflue direttamente nel fiume Brahmani, senza alcun trattamento, e ammassano tonnellate di scorie di lavorazione lungo le rive. Si calcola che nel corso dei decenni ve ne siano ne state depositate oltre 30 milioni di tonnellate decenni ve ne siano ne state depositate oltre 30 milioni di tonnellate. Gli effetti di tale gestione dei rifiuti tossici minerari sono facili da intuire: oltre il 70% delle acque di superficie e oltre il 60% di quelle potabili sono contaminate da cromo esavalente. Concentrazioni altissime di metallo pesante sono state misurate anche nel terreno e nell'aria di Sukinda, dimostrando il grave stato di contaminazione multipla dell'ambiente.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
I soggetti maggiormente colpiti dalla contaminazione da cromo esavalente sono prima di tutto i minatori di Sukinda. Insieme a loro, almeno il 24% degli abitanti dei vicini villaggi, i quali spesso non hanno alternative all'utilizzo dell'acqua contaminata del fiume e dei pozzi per irrigare i campi e per bere. Gli effetti dell'intossicazione vanno dai gravi disturbi gastrointestinali all'asma all'aumento di aborti spontanei e del tasso di infertilità. La Ovha, una associazione umanitaria indiana attiva dal 1974, ha calcolato che oltre l'80% delle morti registrate nell'area di Sukinda sono dovute alla contaminazione causata dall'attività estrattiva.
CHE COSA SI STA FACENDO
L'autorità di controllo ambientale dell'Orissa ha dichiarato lo stato di grave contaminazione della zona e ha ordinato alle industrie minerarie di installare i primi impianti di trattamento delle scorie. Secondo gli esperti dell'autorità stessa, tuttavia, i provvedimenti presi fin'ora dall'industria sono largamente insufficienti. Il governo dell'Orissa, inoltre, ha dovuto ammettere di non avere le capacità di fronteggiare questo gigantesco disastro ecologico. Anche per questa ragione diverse organizzazioni non governative specializzate nelle bonifiche ambientali stanno realizzando i loro progetti nella zona. Secondo il Blacksmith Institute, però, in assenza di un più ampio e sistematico piano di bonifica di tutta l'area, questi provvedimenti rappresentano solo una goccia nel mare.
Vapi, India
CONTAMINATI: 71.000 persone.
CONTAMINANTI: prodotti chimici, metalli pesanti.
CONTAMINATORI: industrie.
Lo chiamano The Golden Corridor, il corridoio dorato, perché qui c'è la più grande concentrazione industriale di tutto il Gujarat (si fanno affari d'oro), uno degli stati più industrializzati dell'India. Vi si contano oltre mille fabbriche concentrate in cinquanta mega agglomerati su di un'area relativamente stretta, lunga 400 km (da cui il "corridoio"). Si produce di tutto: farmaci, fertilizzanti, derivati petroliferi, pelli conciate e prodotti tessili, pesticidi, vernici e vari prodotti chimici. Vapi è all'estremità meridionale di questa zona, e di "dorato", qui come in tutto il Golden Corridor ci sono solamente i guadagni dei gruppi industriali. Per tutto il resto... questa è una delle regioni più drammaticamente inquinate dell'India. Dai dossier delle autorità ambientali federali indiane è emerso che fino ad almeno il 1994 nessuna delle centinaia di fabbriche di Vapi era dotata del benché minimo sistema di trattamento delle scorie. I rifiuti tossici venivano semplicemente rovesciati a tonnellate nell'ambiente come se fossero acqua di fonte. Il risultato è che attualmente nel terreno, nelle acque e nell'aria si misurano concentrazioni di metalli pesanti, idrocarburi, complessi policiclici aromatici, mercurio, arsenico e altri veleni decine e decine di volte più alte dei limiti consentiti. Il tratto terminale del Kolak, il fiume che raccoglie gran parte delle acque reflue della zona, è stato dichiarato ormai "incapace di sostenere la vita biologica".
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Le prime falde acquifere non inquinate si trovano ad almeno un chilometro e mezzo da Vapi. Facile dedurre che la maggior parte della popolazione che vive nella zona, per di più poverissima, sia costretta a utilizzare fonti d'acqua contaminate, se non avvelenate in senso stretto. L'elenco degli effetti sulla salute dei lavoratori e degli abitanti sono un inventario delle più terribili patologie: intossicazioni gravi, dermatiti, aborti spontanei, malformazioni e tumori di vario tipo.
CHE COSA SI STA FACENDO
Alla fine degli Anni Novanta, l'Associazione degli industriali di Vapi, incalzata da cittadini e autorità, cominciò a promuovere i primi progetti di trattamento dei rifiuti tossici e di bonifica ambientale, che però furono giudicati assolutamente insufficienti dalla Corte Suprema Indiana. Gli sforzi per migliorare la qualità delle acque, inoltre, furono vanificati dal malfunzionamento degli stessi impianti di depurazione, poiché essi finivano per rilasciare a loro volta fanghi tossici nell'ambiente. Nel frattempo tonnellate di scorie continuavano a essere scaricate illegalmente. Negli ultimi anni vi sono stati numerosi progetti locali di bonifica da parte di Ong (organizzazioni non governative) ambientaliste e delle stesse autorità locali, e i primi impianti di trattamento e stoccaggio dei rifiuti tossici cominciano lentamente a entrare in funzione. Ciò che manca ancora, tuttavia, è un efficace piano di bonifica delle enormi quantità di rifiuti accumulate nel territorio nel corso dei decenni.
La Oroya, Perù
CONTAMINATI: 35.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, rame, zinco, anidride solforosa.
CONTAMINATORI: industrie minerarie.
La Cordillera delle Ande è una catena di poderose montagne sulle cui cime innevate solo le ali del condor riescono ad arrivare, oltre a qualche avventuroso alpinista. Un territorio incontaminato? Forse, ma certamente non La Oroya, città mineraria aggrappata a 4.000 metri d'altezza sulle Ande peruviane. Qui, nel 1922, una compagnia americana decide di costruire un grande complesso minerario per l'estrazione e la lavorazione dei minerali di cui il sottosuolo è ricco, come rame e piombo. Migliaia di persone trovano lavoro nelle miniere e nelle fonderie, e lì accanto sorge un'intera città. I controlli della compagnia sulle emissioni tossiche degli impianti, però, sono colpevolmente irrilevanti e i fumi che fuoriescono per decenni dalle enormi ciminiere creano una nube tossica permanente, densa di particelle di metalli pesanti e veleni. L'area immediatamente circostante a La Oroya ne è imbevuta fino in profondità, ma la contaminazione arriva anche a pascoli e villaggi lontani, trasportata per chilometri dai forti venti di montagna. Anche le scorie solide vengono scaricate senza controlli, rilasciando il loro carico di veleni nel terreno e nelle falde acquifere.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Studi delle autorità sanitarie e ambientali del Perù hanno dimostrato che il novantanove per cento dei bambini di La Oroya presenta concentrazioni di piombo nel sangue anche tre volte oltre i limiti. Livelli di piombo oltre la norma sono stati riscontrati nel sangue dei neonati, che lo assorbono direttamente dalla mamma. L'intossicazione da piombo ha effetti devastanti sul sistema nervoso (vedi la pagina dedicata a Tianying), compromettendo gravemente il normale sviluppo mentale e nervoso dei bambini e minacciando, quindi, anche le generazioni future.
CHE COSA SI STA FACENDO
Tra qualche anno, forse, il "caso La Oroya" sarà spostato tra le storie di successo. Proprio grazie all'attenzione internazionale risvegliata dai primi rapporti ambientali (2006), la Doe Run, la compagnia americana che attualmente controlla il complesso minerario, ha annunciato un piano di investimenti per interventi sanitari in collaborazione con il governo peruviano. Già da alcuni anni, inoltre, la Doe Run introduce nuovi e più efficienti impianti di trattamento dei fumi e delle scorie: a sistema completato, dovrebbero portare a una sensibile riduzione delle emissioni. Dai controlli effettuati dagli esperti del Blacksmith Institute sembra che la Doe Run stia effettivamente rispettando i patti: l'inquinamento è ancora alto, ma in diminuzione. E tutti vissero felici e contenti? È ancora presto per dirlo, ma siamo sulla buona strada. L'importante è non abbassare la guardia!
Dzerzhinsk, Russia
CONTAMINATI: 300.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, fenoli, sostanze chimiche (usate qui per la produzione di gas sarin, VX e altri mostri).
CONTAMINATORI: industria bellica.
Armi chimiche... è terribile anche solamente pensarlo, eppure è un'altra delle tante realtà sporche con cui fare i conti. Durante gli anni della Guerra Fredda, Dzerzhinsk era una delle capitali sovietiche di questa industria della morte. Tonnellate di agenti chimici per uso bellico sono state sintetizzate negli impianti di questo polo petrolchimico segreto nel distretto di Nizhny Novgorod, un'antica città della Russia europea. Oltre ai veleni militari, venivano sintetizzati anche prodotti chimici per uso civile (ma altrettanto tossici), come il piombo tetraetile, che fino a qualche anno fa veniva aggiunto alla benzina come antidetonante. I controlli ambientali erano a dir poco inadeguati e negli anni si è creato un disastro ecologico colossale. La stessa autorità di controllo ambientale di Dzerzhinsk ha calcolato che dal 1930 al 1998 sono fuoriuscite dagli impianti chimici militari e civili circa 300 mila tonnellate di rifiuti altamente tossici. Il terreno e le acque della regione sono letteralmente intrisi di veleni, tanto che in certi punti le acque si sono trasformate in una fanghiglia ribollente biancastra. La concentrazione di diossine e fenolo è 17 milioni di volte oltre i limiti e ha fatto guadagnare a Dzerzhinsk il triste primato di "città più inquinata della Terra".
Oggi gli impianti più pericolosi sono stati chiusi, ma questa non è automaticamente una buona notizia: non essendo più risucchiata dalle fabbriche per i processi di lavorazione, la falda sotterranea si sta progressivamente innalzando trasportando con sé il suo carico di morte. Il pericolo è che le acque inquinate sotterranee confluiscano nel fiume Oka, fonte d'acqua potabile per i villaggi della zona e per la città di Nizhny Novgorod, capitale della regione e quarta città della Russia con un milione e 400 mila abitanti.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Come si vive nel luogo più inquinato del mondo? È più facile parlare di come si muore: il tasso di mortalità della regione supera la natalità del 260% e la speranza di vita è di 42 anni per gli uomini e 47 per le donne, più o meno quella del medioevo.
CHE COSA SI STA FACENDO
Fino a oggi sono stati messi in pratica diversi programmi parziali di bonifica ambientale, ma di scala ridotta e finalizzati al recupero di aree molto circoscritte o di specifiche fonti di contaminazione. Non esiste ancora, invece, un piano sistematico di recupero ecologico di un'area così vasta e così gravemente compromessa. Di questo dovrebbe occuparsi un apposito comitato di esperti nato negli ultimi anni dalla cooperazione tra le autorità locali e la Dront, una Ong russa sostenuta dal Blacksmith Institute. Grazie alla collaborazione tra l'organizzazione americana e il governo locale, inoltre, sono stati recentemente installati degli impianti di depurazione che riescono a fornire acqua potabile a due villaggi della zona. Meglio di niente, verrebbe da dire. Le autorità locali, nel frattempo, ammettono l'inquinamento ma negano di trovarsi davanti a un disastro ecologico. Secondo il Blacksmith Institute, però, le loro misurazioni si fermano alla qualità dell'aria e delle acque di superficie, mentre dovrebbero prendere in considerazione il suolo e le acque sotterranee, dove ristagna la maggior parte dei veleni. Senza un progetto di recupero su vasta scala e in profondità, quindi, Dzerzhinsk resterà una bomba ecologica a orologeria per le generazioni future.
Norilsk, Russia
CONTAMINATI: 134.000 persone.
CONTAMINANTI: particolato, anidride solforosa, metalli pesanti (nichel, rame, cobalto, piombo, selenio), fenoli, acido solfidrico.
CONTAMINATORI: industrie minerarie.
Prima della città c'era un campo di lavoro per prigionieri politici, un gulag, tanto per intenderci. «Era solo un pretesto: avevano bisogno di far venire gente a colonizzare la Siberia», spiega in un'intervista a Russia Today un'anziana signora deportata da giovane. La storia mineraria di Norilsk comincia così, con le miniere scavate dai forzati. Nel 1956, dopo la morte di Stalin, il gulag viene chiuso e al suo posto si costruisce una città, la più settentrionale dell'Unione Sovietica. Le miniere e gli impianti estrattivi vengono ampliati fino a fare di Norilsk il complesso minerario per l'estrazione di metalli pesanti più grande del mondo. Da qui escono ogni anno 500 tonnellate di nichel e altrettante di rame. Vengono estratte anche considerevoli quantità di cobalto, platino e palladio, metalli rarissimi e molto preziosi anche dal punto di vista industriale: il palladio, per esempio, è utilizzato nelle pile a combustibile delle auto a idrogeno. La Norilsk Nichel, la grande compagnia russa che ha rilevato gli impianti d'epoca sovietica, è accusata di essere una delle più inquinanti di tutta la Russia. Dalle sue ciminiere fuoriescono ogni anno due milioni di tonnellate di anidride solforosa e da uno studio del 1999 è emerso che le concentrazione di nichel nel terreno supera i limiti in un raggio di 60 km dal complesso industriale. Quando inizia il lungo inverno artico la neve che cade a Norilsk è nera come il fumo delle sue ciminiere. Impossibile visitarla per chi non è cittadino russo, dal 2001 la città è chiusa agli stranieri.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
I lavoratori di Norilsk vivono in media 10 anni in meno dei loro colleghi russi. Il resto degli abitanti soffre di neoplasie e di gravi disturbi respiratori. Si registrano anche numerosi casi di complicazioni nel parto e nascite premature.
CHE COSA SI STA FACENDO
La Norilsk Nichel sostiene di aver intrapreso un piano di investimento in tecnologie di abbattimento delle polveri e riduzione dei gas sempre più avanzate. La compagnia si è anche resa disponibile, nel 2007, a far visitare i suoi impianti a una delegazione del Blacksmith Institute, che confermò i cambiamenti in atto. Il prossimo obiettivo della compagnia russa è spostare fuori città gli impianti più inquinanti e ridurre drasticamente la quantità di anidride solforosa rilasciata in atmosfera. Nonostante questi interventi le rilevazioni ufficiali evidenziano un tasso di inquinamento ancora elevatissimo. Anzi, alcuni esperti ambientali e sanitari locali hanno dichiarato al Blacksmith Institute che, nonostante la riduzione di alcuni inquinanti, negli ultimi anni le concentrazioni di nichel, rame, anidride solforosa, fenolo, formaldeide e polveri sarebbero addirittura aumentate.
Chernobyl, Ucraina
CONTAMINATI: 5.500.000 persone, ufficialmente.
CONTAMINANTI: polveri di sostanze radioattive incluse uranio, plutonio, cesio-137, stronzio e altri metalli.
CONTAMINATORI: centrale nucleare di Chernobyl.
26 aprile 1986: a partire da questa data l'umanità ha un nuovo nome da dare alla catastrofe nucleare, chernobyl. Ciò che è successo in questa città industriale dell'Ucraina settentrionale è stato raccontato molte volte: alcune manovre azzardate durante una esercitazione notturna agli impianti di sicurezza della centrale nucleare provocano la fusione del nocciolo, l'esplosione del "reattore 4" e il collasso dell'intera struttura che lo proteggeva. Si sprigiona una nube carica di particelle radioattive cinquecento volte più velenosa di quella prodotta delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. I venti spargono le particelle nell'atmosfera e presto vengono contaminate intere regioni di Ucraina, Bielorussia e Russia. La nube raggiunge poi anche gran parte dell'Europa occidentale, contaminata anch'essa (seppure in misura minore). All'inizio le autorità cercano di nascondere l'accaduto, ma dopo alcuni giorni la verità emerge in tutta la sua drammaticità. È un accidente di grado 7 sulla scala INES, il più grave mai avvenuto in una centrale nucleare. Viene mobilitato l'esercito, gli abitanti della città sono caricati su autobus e camion ed evacuati in massa, mentre squadre di migliaia di operai e tecnici, chiamati poi "liquidators" e "biorobots", vengono inviate per i primi disperati interventi di contenimento della fuga radioattiva. Li chiameranno "biorobot" e sono gli eroi di Chernobyl: per far presto lavorano senza protezioni adeguate pur sapendo che così avranno i giorni contati a causa dell'esposizione a radiazioni migliaia di volte oltre la norma. Molti di loro moriranno di tumori e leucemie nell'arco di poche settimane o mesi. Altri vedranno le terribili conseguenze del loro sacrificio manifestarsi nei loro figli. Grazie a loro, il reattore viene chiuso in un sarcofago di cemento armato "provvisorio" che imprigiona i materiali radioattivi e lo isola dall'esterno. L'area attorno è devastata dalle radiazioni, del tutto inabitabile (per l'uomo) nel raggio di 19 chilometri, ma anche più lontano la contaminazione resta altissima e la vita molto difficile. I tempi di decadimento degli isotopi radioattivi sono calcolati in migliaia di anni. Nelle profondità del sarcofago, intanto, il nocciolo fuso continua a bruciare a una temperatura di mille gradi centigradi, indebolendone progressivamente la struttura. Chernobyl rimarrà una minaccia silenziosa per millenni.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Ufficialmente si parla di 4.000 casi di cancro alla tiroide tra Bielorussia, Ucraina e Russia, per l'esposizione nel solo periodo 1992-2002. Le cifre delle associazioni indipendenti sono almeno 10 volte superiori. I più colpiti sono i bambini e i ragazzi sotto i 14 anni di età, perché assorbono grandi quantità di radiazioni attraverso il latte. A tutt'oggi, nell'area considerata ufficialmente contaminata, vivono ancora 5 milioni di persone, fra le quali si registra un'alta diffusione di patologie dermatologiche, respiratorie, infertilità e malformazioni. In un suo recente rapporto, l'Organizzazione mondiale della Sanità sostiene che le conseguenze a lungo termine della contaminazione sulle generazioni future rimarrà abbastanza basso, ma su queste conclusioni sono molti gli esperti che hanno manifestato scetticismo.
CHE COSA SI STA FACENDO
Il sarcofago in cemento costruito a tempo di record dalle squadre di biorobot era stato pensato come soluzione provvisoria d'emergenza, tanto più che utilizza come struttura portante le stesse macerie del reattore crollato. Indebolito dal calore del nocciolo in fusione e dalle intemperie, si sta sgretolando. Ogni anno si aprono nuove crepe nelle quali si infiltra l'acqua piovana, che danneggia ulteriormente la struttura e la appesantisce facendola sprofondare nel terreno, con il rischio che arrivi alla falda acquifera, contaminando qui un'area vastissima. All'interno dell'involucro di cemento armato, inoltre, sono intrappolate grandi quantità di combustibile nucleare e materiale fortemente radioattivo, che in caso di incidenti provocherebbero una nuova catastrofe. Tanto più che l'area è considerata a rischio sismico. Una situazione assolutamente impossibile da affrontare per la sola Ucraina. Per questo già nel 1997 è stato creato un comitato internazionale con lo scopo di progettare, finanziare e costruire un nuovo e più sicuro sarcofago. I primi lavori sono stati avviati. Quando sarà finito, il nuovo scudo dovrebbe mettere in sicurezza la zona per un centinaio di anni e, contemporaneamente, è allo studio un piano di smaltimento dei materiali radioattivi e di recupero ambientale ed economico della zona, per un totale di... milioni e milioni di dollari.
Kabwe, Zambia
CONTAMINATI: 255.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, cadmio.
CONTAMINATORI: industria mineraria.
Gli inglesi scoprono gli immensi giacimenti di zinco e piombo sotto le colline di Kabwe nel 1902, quando la città ancora non esiste e lo Zambia è una lontana provincia dell'impero britannico nell'Africa australe. I lavori di scavo e lavorazione dei minerali iniziano subito e, insieme alle miniere, vengono costruiti anche gli impianti industriali e la città mineraria per i lavoratori. Kabwe diventa così la principale area industriale della Rhodesia settentrionale, come si chiamava lo Zambia prima che conquistasse l'indipendenza, nel 1964. L'attenzione all'ambiente è praticamente inesistente: le scorie di lavorazione vengono semplicemente ammassate a tonnellate sul terreno o riversate nei corsi d'acqua. Poi, nel 1994, le miniere chiudono e Kabwe sprofonda nella miseria. Tutto attorno, il disastro: il territorio è contaminato da metalli pesanti come cadmio, zinco, rame e piombo, e nessuno si preoccupa di informare la popolazione dei rischi sanitari che corre. I bambini fanno il bagno nei corsi d'acqua avvelenati e molti giovani disoccupati scavano fra i cumuli di scorie abbandonate alla ricerca di minerali da vendere.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Nel sangue degli abitanti di Kabwe è stata misurata una concentrazione di piombo anche 10 volte superiore al valore massimo ammesso negli Stati Uniti e in certi casi si sfiora il limite considerato "fatale". Come abbiamo più volte ripetuto in queste pagine, l'intossicazione cronica da piombo (e da metalli pesanti in genere) danneggia irrimediabilmente il sistema nervoso. I più esposti sono i giovani e i bambini, il cui sviluppo viene gravemente compromesso.
CHE COSA SI STA FACENDO
I lavori di bonifica ambientale necessari a Kabwe sono complessi e di vasta portata. E molto costosi. Lo Zambia però è uno degli stati più poveri del mondo, con il 70% della popolazione sotto la soglia della povertà e un reddito annuo procapite inferiore a 400 dollari. Per fare fronte all'emergenza e per i primi interventi di recupero ambientale, la Banca Mondiale ha stanziato 40 milioni di dollari (2007), a cui si sono aggiunti 10 milioni di dollari dall'Ndf (Nordic Development Fund). Tutto ciò è stato possibile anche grazie al lavoro di sensibilizzazione condotto dal Blacksmith Institute e da altre organizzazioni non governative, e in attesa che inizi la bonifica (che prevede, tra l'altro, il trasferimento dell'intera popolazione di Kabwe), sono in corso diversi programmi di educazione sanitaria mirati sulle condizioni locali.
CONTAMINATI: 2.600.000 persone.
CONTAMINANTI: cromo esavalente e altri metalli.
CONTAMINATORI: miniere, industrie.
Sukinda è una grande vallata nel bacino del fiume Brahmani, nello stato indiano orientale dell'Orissa. Potremmo chiamarla "valle della cromite", il minerale dal quale si estrae il cromo: qui, infatti, si trovano il 97% dei giacimenti di cromite di tutta l'India e le cave minerarie a cielo aperto più grandi del mondo. Dodici miniere in funzione, nella mancanza più totale di un piano di gestione ambientale, scaricano le acque reflue direttamente nel fiume Brahmani, senza alcun trattamento, e ammassano tonnellate di scorie di lavorazione lungo le rive. Si calcola che nel corso dei decenni ve ne siano ne state depositate oltre 30 milioni di tonnellate decenni ve ne siano ne state depositate oltre 30 milioni di tonnellate. Gli effetti di tale gestione dei rifiuti tossici minerari sono facili da intuire: oltre il 70% delle acque di superficie e oltre il 60% di quelle potabili sono contaminate da cromo esavalente. Concentrazioni altissime di metallo pesante sono state misurate anche nel terreno e nell'aria di Sukinda, dimostrando il grave stato di contaminazione multipla dell'ambiente.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
I soggetti maggiormente colpiti dalla contaminazione da cromo esavalente sono prima di tutto i minatori di Sukinda. Insieme a loro, almeno il 24% degli abitanti dei vicini villaggi, i quali spesso non hanno alternative all'utilizzo dell'acqua contaminata del fiume e dei pozzi per irrigare i campi e per bere. Gli effetti dell'intossicazione vanno dai gravi disturbi gastrointestinali all'asma all'aumento di aborti spontanei e del tasso di infertilità. La Ovha, una associazione umanitaria indiana attiva dal 1974, ha calcolato che oltre l'80% delle morti registrate nell'area di Sukinda sono dovute alla contaminazione causata dall'attività estrattiva.
CHE COSA SI STA FACENDO
L'autorità di controllo ambientale dell'Orissa ha dichiarato lo stato di grave contaminazione della zona e ha ordinato alle industrie minerarie di installare i primi impianti di trattamento delle scorie. Secondo gli esperti dell'autorità stessa, tuttavia, i provvedimenti presi fin'ora dall'industria sono largamente insufficienti. Il governo dell'Orissa, inoltre, ha dovuto ammettere di non avere le capacità di fronteggiare questo gigantesco disastro ecologico. Anche per questa ragione diverse organizzazioni non governative specializzate nelle bonifiche ambientali stanno realizzando i loro progetti nella zona. Secondo il Blacksmith Institute, però, in assenza di un più ampio e sistematico piano di bonifica di tutta l'area, questi provvedimenti rappresentano solo una goccia nel mare.
Vapi, India
CONTAMINATI: 71.000 persone.
CONTAMINANTI: prodotti chimici, metalli pesanti.
CONTAMINATORI: industrie.
Lo chiamano The Golden Corridor, il corridoio dorato, perché qui c'è la più grande concentrazione industriale di tutto il Gujarat (si fanno affari d'oro), uno degli stati più industrializzati dell'India. Vi si contano oltre mille fabbriche concentrate in cinquanta mega agglomerati su di un'area relativamente stretta, lunga 400 km (da cui il "corridoio"). Si produce di tutto: farmaci, fertilizzanti, derivati petroliferi, pelli conciate e prodotti tessili, pesticidi, vernici e vari prodotti chimici. Vapi è all'estremità meridionale di questa zona, e di "dorato", qui come in tutto il Golden Corridor ci sono solamente i guadagni dei gruppi industriali. Per tutto il resto... questa è una delle regioni più drammaticamente inquinate dell'India. Dai dossier delle autorità ambientali federali indiane è emerso che fino ad almeno il 1994 nessuna delle centinaia di fabbriche di Vapi era dotata del benché minimo sistema di trattamento delle scorie. I rifiuti tossici venivano semplicemente rovesciati a tonnellate nell'ambiente come se fossero acqua di fonte. Il risultato è che attualmente nel terreno, nelle acque e nell'aria si misurano concentrazioni di metalli pesanti, idrocarburi, complessi policiclici aromatici, mercurio, arsenico e altri veleni decine e decine di volte più alte dei limiti consentiti. Il tratto terminale del Kolak, il fiume che raccoglie gran parte delle acque reflue della zona, è stato dichiarato ormai "incapace di sostenere la vita biologica".
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Le prime falde acquifere non inquinate si trovano ad almeno un chilometro e mezzo da Vapi. Facile dedurre che la maggior parte della popolazione che vive nella zona, per di più poverissima, sia costretta a utilizzare fonti d'acqua contaminate, se non avvelenate in senso stretto. L'elenco degli effetti sulla salute dei lavoratori e degli abitanti sono un inventario delle più terribili patologie: intossicazioni gravi, dermatiti, aborti spontanei, malformazioni e tumori di vario tipo.
CHE COSA SI STA FACENDO
Alla fine degli Anni Novanta, l'Associazione degli industriali di Vapi, incalzata da cittadini e autorità, cominciò a promuovere i primi progetti di trattamento dei rifiuti tossici e di bonifica ambientale, che però furono giudicati assolutamente insufficienti dalla Corte Suprema Indiana. Gli sforzi per migliorare la qualità delle acque, inoltre, furono vanificati dal malfunzionamento degli stessi impianti di depurazione, poiché essi finivano per rilasciare a loro volta fanghi tossici nell'ambiente. Nel frattempo tonnellate di scorie continuavano a essere scaricate illegalmente. Negli ultimi anni vi sono stati numerosi progetti locali di bonifica da parte di Ong (organizzazioni non governative) ambientaliste e delle stesse autorità locali, e i primi impianti di trattamento e stoccaggio dei rifiuti tossici cominciano lentamente a entrare in funzione. Ciò che manca ancora, tuttavia, è un efficace piano di bonifica delle enormi quantità di rifiuti accumulate nel territorio nel corso dei decenni.
La Oroya, Perù
CONTAMINATI: 35.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, rame, zinco, anidride solforosa.
CONTAMINATORI: industrie minerarie.
La Cordillera delle Ande è una catena di poderose montagne sulle cui cime innevate solo le ali del condor riescono ad arrivare, oltre a qualche avventuroso alpinista. Un territorio incontaminato? Forse, ma certamente non La Oroya, città mineraria aggrappata a 4.000 metri d'altezza sulle Ande peruviane. Qui, nel 1922, una compagnia americana decide di costruire un grande complesso minerario per l'estrazione e la lavorazione dei minerali di cui il sottosuolo è ricco, come rame e piombo. Migliaia di persone trovano lavoro nelle miniere e nelle fonderie, e lì accanto sorge un'intera città. I controlli della compagnia sulle emissioni tossiche degli impianti, però, sono colpevolmente irrilevanti e i fumi che fuoriescono per decenni dalle enormi ciminiere creano una nube tossica permanente, densa di particelle di metalli pesanti e veleni. L'area immediatamente circostante a La Oroya ne è imbevuta fino in profondità, ma la contaminazione arriva anche a pascoli e villaggi lontani, trasportata per chilometri dai forti venti di montagna. Anche le scorie solide vengono scaricate senza controlli, rilasciando il loro carico di veleni nel terreno e nelle falde acquifere.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Studi delle autorità sanitarie e ambientali del Perù hanno dimostrato che il novantanove per cento dei bambini di La Oroya presenta concentrazioni di piombo nel sangue anche tre volte oltre i limiti. Livelli di piombo oltre la norma sono stati riscontrati nel sangue dei neonati, che lo assorbono direttamente dalla mamma. L'intossicazione da piombo ha effetti devastanti sul sistema nervoso (vedi la pagina dedicata a Tianying), compromettendo gravemente il normale sviluppo mentale e nervoso dei bambini e minacciando, quindi, anche le generazioni future.
CHE COSA SI STA FACENDO
Tra qualche anno, forse, il "caso La Oroya" sarà spostato tra le storie di successo. Proprio grazie all'attenzione internazionale risvegliata dai primi rapporti ambientali (2006), la Doe Run, la compagnia americana che attualmente controlla il complesso minerario, ha annunciato un piano di investimenti per interventi sanitari in collaborazione con il governo peruviano. Già da alcuni anni, inoltre, la Doe Run introduce nuovi e più efficienti impianti di trattamento dei fumi e delle scorie: a sistema completato, dovrebbero portare a una sensibile riduzione delle emissioni. Dai controlli effettuati dagli esperti del Blacksmith Institute sembra che la Doe Run stia effettivamente rispettando i patti: l'inquinamento è ancora alto, ma in diminuzione. E tutti vissero felici e contenti? È ancora presto per dirlo, ma siamo sulla buona strada. L'importante è non abbassare la guardia!
Dzerzhinsk, Russia
CONTAMINATI: 300.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, fenoli, sostanze chimiche (usate qui per la produzione di gas sarin, VX e altri mostri).
CONTAMINATORI: industria bellica.
Armi chimiche... è terribile anche solamente pensarlo, eppure è un'altra delle tante realtà sporche con cui fare i conti. Durante gli anni della Guerra Fredda, Dzerzhinsk era una delle capitali sovietiche di questa industria della morte. Tonnellate di agenti chimici per uso bellico sono state sintetizzate negli impianti di questo polo petrolchimico segreto nel distretto di Nizhny Novgorod, un'antica città della Russia europea. Oltre ai veleni militari, venivano sintetizzati anche prodotti chimici per uso civile (ma altrettanto tossici), come il piombo tetraetile, che fino a qualche anno fa veniva aggiunto alla benzina come antidetonante. I controlli ambientali erano a dir poco inadeguati e negli anni si è creato un disastro ecologico colossale. La stessa autorità di controllo ambientale di Dzerzhinsk ha calcolato che dal 1930 al 1998 sono fuoriuscite dagli impianti chimici militari e civili circa 300 mila tonnellate di rifiuti altamente tossici. Il terreno e le acque della regione sono letteralmente intrisi di veleni, tanto che in certi punti le acque si sono trasformate in una fanghiglia ribollente biancastra. La concentrazione di diossine e fenolo è 17 milioni di volte oltre i limiti e ha fatto guadagnare a Dzerzhinsk il triste primato di "città più inquinata della Terra".
Oggi gli impianti più pericolosi sono stati chiusi, ma questa non è automaticamente una buona notizia: non essendo più risucchiata dalle fabbriche per i processi di lavorazione, la falda sotterranea si sta progressivamente innalzando trasportando con sé il suo carico di morte. Il pericolo è che le acque inquinate sotterranee confluiscano nel fiume Oka, fonte d'acqua potabile per i villaggi della zona e per la città di Nizhny Novgorod, capitale della regione e quarta città della Russia con un milione e 400 mila abitanti.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Come si vive nel luogo più inquinato del mondo? È più facile parlare di come si muore: il tasso di mortalità della regione supera la natalità del 260% e la speranza di vita è di 42 anni per gli uomini e 47 per le donne, più o meno quella del medioevo.
CHE COSA SI STA FACENDO
Fino a oggi sono stati messi in pratica diversi programmi parziali di bonifica ambientale, ma di scala ridotta e finalizzati al recupero di aree molto circoscritte o di specifiche fonti di contaminazione. Non esiste ancora, invece, un piano sistematico di recupero ecologico di un'area così vasta e così gravemente compromessa. Di questo dovrebbe occuparsi un apposito comitato di esperti nato negli ultimi anni dalla cooperazione tra le autorità locali e la Dront, una Ong russa sostenuta dal Blacksmith Institute. Grazie alla collaborazione tra l'organizzazione americana e il governo locale, inoltre, sono stati recentemente installati degli impianti di depurazione che riescono a fornire acqua potabile a due villaggi della zona. Meglio di niente, verrebbe da dire. Le autorità locali, nel frattempo, ammettono l'inquinamento ma negano di trovarsi davanti a un disastro ecologico. Secondo il Blacksmith Institute, però, le loro misurazioni si fermano alla qualità dell'aria e delle acque di superficie, mentre dovrebbero prendere in considerazione il suolo e le acque sotterranee, dove ristagna la maggior parte dei veleni. Senza un progetto di recupero su vasta scala e in profondità, quindi, Dzerzhinsk resterà una bomba ecologica a orologeria per le generazioni future.
Norilsk, Russia
CONTAMINATI: 134.000 persone.
CONTAMINANTI: particolato, anidride solforosa, metalli pesanti (nichel, rame, cobalto, piombo, selenio), fenoli, acido solfidrico.
CONTAMINATORI: industrie minerarie.
Prima della città c'era un campo di lavoro per prigionieri politici, un gulag, tanto per intenderci. «Era solo un pretesto: avevano bisogno di far venire gente a colonizzare la Siberia», spiega in un'intervista a Russia Today un'anziana signora deportata da giovane. La storia mineraria di Norilsk comincia così, con le miniere scavate dai forzati. Nel 1956, dopo la morte di Stalin, il gulag viene chiuso e al suo posto si costruisce una città, la più settentrionale dell'Unione Sovietica. Le miniere e gli impianti estrattivi vengono ampliati fino a fare di Norilsk il complesso minerario per l'estrazione di metalli pesanti più grande del mondo. Da qui escono ogni anno 500 tonnellate di nichel e altrettante di rame. Vengono estratte anche considerevoli quantità di cobalto, platino e palladio, metalli rarissimi e molto preziosi anche dal punto di vista industriale: il palladio, per esempio, è utilizzato nelle pile a combustibile delle auto a idrogeno. La Norilsk Nichel, la grande compagnia russa che ha rilevato gli impianti d'epoca sovietica, è accusata di essere una delle più inquinanti di tutta la Russia. Dalle sue ciminiere fuoriescono ogni anno due milioni di tonnellate di anidride solforosa e da uno studio del 1999 è emerso che le concentrazione di nichel nel terreno supera i limiti in un raggio di 60 km dal complesso industriale. Quando inizia il lungo inverno artico la neve che cade a Norilsk è nera come il fumo delle sue ciminiere. Impossibile visitarla per chi non è cittadino russo, dal 2001 la città è chiusa agli stranieri.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
I lavoratori di Norilsk vivono in media 10 anni in meno dei loro colleghi russi. Il resto degli abitanti soffre di neoplasie e di gravi disturbi respiratori. Si registrano anche numerosi casi di complicazioni nel parto e nascite premature.
CHE COSA SI STA FACENDO
La Norilsk Nichel sostiene di aver intrapreso un piano di investimento in tecnologie di abbattimento delle polveri e riduzione dei gas sempre più avanzate. La compagnia si è anche resa disponibile, nel 2007, a far visitare i suoi impianti a una delegazione del Blacksmith Institute, che confermò i cambiamenti in atto. Il prossimo obiettivo della compagnia russa è spostare fuori città gli impianti più inquinanti e ridurre drasticamente la quantità di anidride solforosa rilasciata in atmosfera. Nonostante questi interventi le rilevazioni ufficiali evidenziano un tasso di inquinamento ancora elevatissimo. Anzi, alcuni esperti ambientali e sanitari locali hanno dichiarato al Blacksmith Institute che, nonostante la riduzione di alcuni inquinanti, negli ultimi anni le concentrazioni di nichel, rame, anidride solforosa, fenolo, formaldeide e polveri sarebbero addirittura aumentate.
Chernobyl, Ucraina
CONTAMINATI: 5.500.000 persone, ufficialmente.
CONTAMINANTI: polveri di sostanze radioattive incluse uranio, plutonio, cesio-137, stronzio e altri metalli.
CONTAMINATORI: centrale nucleare di Chernobyl.
26 aprile 1986: a partire da questa data l'umanità ha un nuovo nome da dare alla catastrofe nucleare, chernobyl. Ciò che è successo in questa città industriale dell'Ucraina settentrionale è stato raccontato molte volte: alcune manovre azzardate durante una esercitazione notturna agli impianti di sicurezza della centrale nucleare provocano la fusione del nocciolo, l'esplosione del "reattore 4" e il collasso dell'intera struttura che lo proteggeva. Si sprigiona una nube carica di particelle radioattive cinquecento volte più velenosa di quella prodotta delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. I venti spargono le particelle nell'atmosfera e presto vengono contaminate intere regioni di Ucraina, Bielorussia e Russia. La nube raggiunge poi anche gran parte dell'Europa occidentale, contaminata anch'essa (seppure in misura minore). All'inizio le autorità cercano di nascondere l'accaduto, ma dopo alcuni giorni la verità emerge in tutta la sua drammaticità. È un accidente di grado 7 sulla scala INES, il più grave mai avvenuto in una centrale nucleare. Viene mobilitato l'esercito, gli abitanti della città sono caricati su autobus e camion ed evacuati in massa, mentre squadre di migliaia di operai e tecnici, chiamati poi "liquidators" e "biorobots", vengono inviate per i primi disperati interventi di contenimento della fuga radioattiva. Li chiameranno "biorobot" e sono gli eroi di Chernobyl: per far presto lavorano senza protezioni adeguate pur sapendo che così avranno i giorni contati a causa dell'esposizione a radiazioni migliaia di volte oltre la norma. Molti di loro moriranno di tumori e leucemie nell'arco di poche settimane o mesi. Altri vedranno le terribili conseguenze del loro sacrificio manifestarsi nei loro figli. Grazie a loro, il reattore viene chiuso in un sarcofago di cemento armato "provvisorio" che imprigiona i materiali radioattivi e lo isola dall'esterno. L'area attorno è devastata dalle radiazioni, del tutto inabitabile (per l'uomo) nel raggio di 19 chilometri, ma anche più lontano la contaminazione resta altissima e la vita molto difficile. I tempi di decadimento degli isotopi radioattivi sono calcolati in migliaia di anni. Nelle profondità del sarcofago, intanto, il nocciolo fuso continua a bruciare a una temperatura di mille gradi centigradi, indebolendone progressivamente la struttura. Chernobyl rimarrà una minaccia silenziosa per millenni.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Ufficialmente si parla di 4.000 casi di cancro alla tiroide tra Bielorussia, Ucraina e Russia, per l'esposizione nel solo periodo 1992-2002. Le cifre delle associazioni indipendenti sono almeno 10 volte superiori. I più colpiti sono i bambini e i ragazzi sotto i 14 anni di età, perché assorbono grandi quantità di radiazioni attraverso il latte. A tutt'oggi, nell'area considerata ufficialmente contaminata, vivono ancora 5 milioni di persone, fra le quali si registra un'alta diffusione di patologie dermatologiche, respiratorie, infertilità e malformazioni. In un suo recente rapporto, l'Organizzazione mondiale della Sanità sostiene che le conseguenze a lungo termine della contaminazione sulle generazioni future rimarrà abbastanza basso, ma su queste conclusioni sono molti gli esperti che hanno manifestato scetticismo.
CHE COSA SI STA FACENDO
Il sarcofago in cemento costruito a tempo di record dalle squadre di biorobot era stato pensato come soluzione provvisoria d'emergenza, tanto più che utilizza come struttura portante le stesse macerie del reattore crollato. Indebolito dal calore del nocciolo in fusione e dalle intemperie, si sta sgretolando. Ogni anno si aprono nuove crepe nelle quali si infiltra l'acqua piovana, che danneggia ulteriormente la struttura e la appesantisce facendola sprofondare nel terreno, con il rischio che arrivi alla falda acquifera, contaminando qui un'area vastissima. All'interno dell'involucro di cemento armato, inoltre, sono intrappolate grandi quantità di combustibile nucleare e materiale fortemente radioattivo, che in caso di incidenti provocherebbero una nuova catastrofe. Tanto più che l'area è considerata a rischio sismico. Una situazione assolutamente impossibile da affrontare per la sola Ucraina. Per questo già nel 1997 è stato creato un comitato internazionale con lo scopo di progettare, finanziare e costruire un nuovo e più sicuro sarcofago. I primi lavori sono stati avviati. Quando sarà finito, il nuovo scudo dovrebbe mettere in sicurezza la zona per un centinaio di anni e, contemporaneamente, è allo studio un piano di smaltimento dei materiali radioattivi e di recupero ambientale ed economico della zona, per un totale di... milioni e milioni di dollari.
Kabwe, Zambia
CONTAMINATI: 255.000 persone.
CONTAMINANTI: piombo, cadmio.
CONTAMINATORI: industria mineraria.
Gli inglesi scoprono gli immensi giacimenti di zinco e piombo sotto le colline di Kabwe nel 1902, quando la città ancora non esiste e lo Zambia è una lontana provincia dell'impero britannico nell'Africa australe. I lavori di scavo e lavorazione dei minerali iniziano subito e, insieme alle miniere, vengono costruiti anche gli impianti industriali e la città mineraria per i lavoratori. Kabwe diventa così la principale area industriale della Rhodesia settentrionale, come si chiamava lo Zambia prima che conquistasse l'indipendenza, nel 1964. L'attenzione all'ambiente è praticamente inesistente: le scorie di lavorazione vengono semplicemente ammassate a tonnellate sul terreno o riversate nei corsi d'acqua. Poi, nel 1994, le miniere chiudono e Kabwe sprofonda nella miseria. Tutto attorno, il disastro: il territorio è contaminato da metalli pesanti come cadmio, zinco, rame e piombo, e nessuno si preoccupa di informare la popolazione dei rischi sanitari che corre. I bambini fanno il bagno nei corsi d'acqua avvelenati e molti giovani disoccupati scavano fra i cumuli di scorie abbandonate alla ricerca di minerali da vendere.
EFFETTI SULLA POPOLAZIONE
Nel sangue degli abitanti di Kabwe è stata misurata una concentrazione di piombo anche 10 volte superiore al valore massimo ammesso negli Stati Uniti e in certi casi si sfiora il limite considerato "fatale". Come abbiamo più volte ripetuto in queste pagine, l'intossicazione cronica da piombo (e da metalli pesanti in genere) danneggia irrimediabilmente il sistema nervoso. I più esposti sono i giovani e i bambini, il cui sviluppo viene gravemente compromesso.
CHE COSA SI STA FACENDO
I lavori di bonifica ambientale necessari a Kabwe sono complessi e di vasta portata. E molto costosi. Lo Zambia però è uno degli stati più poveri del mondo, con il 70% della popolazione sotto la soglia della povertà e un reddito annuo procapite inferiore a 400 dollari. Per fare fronte all'emergenza e per i primi interventi di recupero ambientale, la Banca Mondiale ha stanziato 40 milioni di dollari (2007), a cui si sono aggiunti 10 milioni di dollari dall'Ndf (Nordic Development Fund). Tutto ciò è stato possibile anche grazie al lavoro di sensibilizzazione condotto dal Blacksmith Institute e da altre organizzazioni non governative, e in attesa che inizi la bonifica (che prevede, tra l'altro, il trasferimento dell'intera popolazione di Kabwe), sono in corso diversi programmi di educazione sanitaria mirati sulle condizioni locali.
FINIAMO IL NOSTRO VIAGGI CON QUALCHE BUONA NOTIZIA
Le principali situazioni di grave contaminazione sul nostro pianeta sono note e le tecnologie per rimediare ci sono. L'organizzazione ambientalista americana Blacksmith Institute si è data l'obiettivo di affrontarle una ad una, e così, a oggi, sono più di 40 gli interventi promossi nei luoghi più contaminati della Terra. Le iniziative comprendono programmi di educazione sanitaria alle popolazioni delle aree disastrate, per ridurre i rischi di contaminazione; la creazione di fondi per finanziare interventi di grande portata; la pressione sui gruppi industriali e sui governi e la collaborazione con le organizzazioni locali per realizzare le prime bonifiche di emergenza. Nella sede dell'organizzazione, a New York, hanno perciò da raccontare anche le "storie di successo" ed è un sollievo che ci siano anche queste notizie. Non tutto è perduto quindi, a patto che organizzazioni come il Blacksmith Institute, i gruppi industriali e le istituzioni continuino il lavoro iniziato. D'altra parte non ci sono alternative, dal momento che ancora non è stato scoperto un altro pianeta su cui trasferirci a vivere.
LE STORIE DI SUCCESSO
Muslyumova (Russia), bonifica iniziale dei terreni contaminati da scorie nucleari.
Tomsk (Russia), rimozione di 2,5 tonnellate di ddt e altri pesticidi da un deposito obsoleto nel centro della città.
Noraiakheda (India), installazione di impianti di depurazione delle acque dal cromo esavalente e realizzazione di programmi di educazione ambientale.
Muthia (India), rimozione dello strato di terreno contaminato da metalli pesanti e realizzazione di un progetto di biodepurazione in collaborazione con la popolazione locale.
Mongolia (Cina), chiusura di una cartiera dalla quale fuoriuscivano mercurio e benzene.
Mozambico, supporto ai giornalisti locali nell'informazione ambientale.
Dar Es Salaam (Tanzania), installazione di sistemi di trattamento delle scorie nelle fabbriche dell'area industriale della città.
Cambogia, finanziamento di commissioni tecniche per l'elaborazione di una normativa sul trattamento dei rifiuti tossici.
bacini fluviali di Marilao, Meycauyan e Obando (Filippine), elaborazione di un piano di trattamento dei rifiuti tossici scaricati nelle acque dalle industrie.
Le principali situazioni di grave contaminazione sul nostro pianeta sono note e le tecnologie per rimediare ci sono. L'organizzazione ambientalista americana Blacksmith Institute si è data l'obiettivo di affrontarle una ad una, e così, a oggi, sono più di 40 gli interventi promossi nei luoghi più contaminati della Terra. Le iniziative comprendono programmi di educazione sanitaria alle popolazioni delle aree disastrate, per ridurre i rischi di contaminazione; la creazione di fondi per finanziare interventi di grande portata; la pressione sui gruppi industriali e sui governi e la collaborazione con le organizzazioni locali per realizzare le prime bonifiche di emergenza. Nella sede dell'organizzazione, a New York, hanno perciò da raccontare anche le "storie di successo" ed è un sollievo che ci siano anche queste notizie. Non tutto è perduto quindi, a patto che organizzazioni come il Blacksmith Institute, i gruppi industriali e le istituzioni continuino il lavoro iniziato. D'altra parte non ci sono alternative, dal momento che ancora non è stato scoperto un altro pianeta su cui trasferirci a vivere.
LE STORIE DI SUCCESSO
Muslyumova (Russia), bonifica iniziale dei terreni contaminati da scorie nucleari.
Tomsk (Russia), rimozione di 2,5 tonnellate di ddt e altri pesticidi da un deposito obsoleto nel centro della città.
Noraiakheda (India), installazione di impianti di depurazione delle acque dal cromo esavalente e realizzazione di programmi di educazione ambientale.
Muthia (India), rimozione dello strato di terreno contaminato da metalli pesanti e realizzazione di un progetto di biodepurazione in collaborazione con la popolazione locale.
Mongolia (Cina), chiusura di una cartiera dalla quale fuoriuscivano mercurio e benzene.
Mozambico, supporto ai giornalisti locali nell'informazione ambientale.
Dar Es Salaam (Tanzania), installazione di sistemi di trattamento delle scorie nelle fabbriche dell'area industriale della città.
Cambogia, finanziamento di commissioni tecniche per l'elaborazione di una normativa sul trattamento dei rifiuti tossici.
bacini fluviali di Marilao, Meycauyan e Obando (Filippine), elaborazione di un piano di trattamento dei rifiuti tossici scaricati nelle acque dalle industrie.
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domenica 22 novembre 2009
Riunione al campo base dell’Everest
Dopo le Maldive a tre metri sott'acqua ora e' il turno del governo nepalese che e’ pronto a tenere una riunione dell’esecutivo sul campo base dell’Everest per attirare l’attenzione degli altri paesi sui pericoli legati al cambiamento climatico, in previsione della conferenza internazionale di Copenaghen di dicembre. Lo ha detto ai giornalisti a Kathamndu il ministro dell’ambiente e delle foreste del Nepal Deepaak Bohara. ”Ci riuniremo sul Sagarmatha (nome nepalese dell’Everest, ndr), per attirare l’attenzione sull’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’Himalaya”, ha detto Bohara. Non e’ stata ancora decisa la data del consiglio dei ministri a quota 5300 metri, 3500 metri sotto alla vetta della montagna piu’ alta del mondo ai confini tra Nepal e Cina (Tibet). L’idea di Bohara e’ di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale cosi’ come ha fatto durante il mese scorso il governo maldiviano che si e’ riunito sott’acqua. Bohara ha sottolineato come il suo paese, patria di otto delle 14 montagne piu’ alte del mondo, sia molto vulnerabile ai cambiamenti climatici, anche se e’ responsabile del rilascio di solo lo 0,025% delle emissioni gassose, tra le piu’ basse al mondo. Ma a causa dei cambiamenti climatici che hanno portato all’innalzamento delle temperature, i ghiacciai himalayani, che servono diversi paesi asiatici, stanno sciogliendosi
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