La blogger cubana Yoani Sanchez ha, pochi giorni fa, denunciato di essere stata vittima di un «sequestro» con «molta violenza fisica e verbale» da parte di agenti della Sicurezza dello Stato. Secondo quanto ha detto la Sanchez, due persone in borghese hanno impedito a lei e ad Orlando Luis Pardo, anche lui blogger, di partecipare ad una manifestazione contro la violenza costringendoli a salire su una macchina privata. Mezz'ora dopo sono stati «lanciati» dall'auto per strada, lontano da dove sarebbero stati arrestati. «Pensavo che non ne sarei uscita viva. Mi hanno tolto i vestiti, mi hanno messo le gambe verso l'alto e la testa in giù per caricarmi in macchina», ha raccontato. «Con un ginocchio mi facevano forza contro il petto e io gli stringevo i testicoli. Poi mi hanno picchiato in testa». Tutto questo sarebbe successo dentro la vettura, nella quale una persona guidava e altre due picchiavano, secondo la Sanchez, autrice del blog Generacion Y. «È stato un sequestro nel peggior stile della camorra. Mi hanno detto: Fino a qui sei arrivata. Non farai più niente». Nello stesso momento un'altra blogger, Claudia Cadelo, e una sua amica sono state arrestate e costrette ad entrare in un'auto della polizia e sono state liberate successivamente. «Con una mossa di judo mi hanno costretta a salire in macchina, mentre portavano via Yoani con un'altra auto», ha detto Cadelo. Appena una settimana fa, le autorità cubane hanno bloccato l'accesso a un dibattito pubblico a L'Avana che aveva per argomento Internet, lasciando fuori blogger, dissidenti e diplomatici (questi ultimi sono stati poi ammessi a seguito delle proteste). La famosa blogger dissidente Yoani Sanchez era riuscita tuttavia ad entrare travestita con una parrucca bionda e occhiali. Quando le è stata data la parola, si è tolta la parrucca ed ha attaccato le autorità cubane per il «filtro ideologico» applicato a suo dire nel paese a internet e a tutte le manifestazioni del pensiero.
lunedì 16 novembre 2009
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