lunedì 16 novembre 2009

Cuba, dura vita per la blogger Yoani Sanchez

La blogger cubana Yoani Sanchez ha, pochi giorni fa, denunciato di essere stata vittima di un «sequestro» con «molta violenza fisica e verbale» da parte di agenti della Sicurezza dello Stato. Secondo quanto ha detto la Sanchez, due persone in borghese hanno impedito a lei e ad Orlando Luis Pardo, anche lui blogger, di partecipare ad una manifestazione contro la violenza costringendoli a salire su una macchina privata. Mezz'ora dopo sono stati «lanciati» dall'auto per strada, lontano da dove sarebbero stati arrestati. «Pensavo che non ne sarei uscita viva. Mi hanno tolto i vestiti, mi hanno messo le gambe verso l'alto e la testa in giù per caricarmi in macchina», ha raccontato. «Con un ginocchio mi facevano forza contro il petto e io gli stringevo i testicoli. Poi mi hanno picchiato in testa». Tutto questo sarebbe successo dentro la vettura, nella quale una persona guidava e altre due picchiavano, secondo la Sanchez, autrice del blog Generacion Y. «È stato un sequestro nel peggior stile della camorra. Mi hanno detto: Fino a qui sei arrivata. Non farai più niente». Nello stesso momento un'altra blogger, Claudia Cadelo, e una sua amica sono state arrestate e costrette ad entrare in un'auto della polizia e sono state liberate successivamente. «Con una mossa di judo mi hanno costretta a salire in macchina, mentre portavano via Yoani con un'altra auto», ha detto Cadelo. Appena una settimana fa, le autorità cubane hanno bloccato l'accesso a un dibattito pubblico a L'Avana che aveva per argomento Internet, lasciando fuori blogger, dissidenti e diplomatici (questi ultimi sono stati poi ammessi a seguito delle proteste). La famosa blogger dissidente Yoani Sanchez era riuscita tuttavia ad entrare travestita con una parrucca bionda e occhiali. Quando le è stata data la parola, si è tolta la parrucca ed ha attaccato le autorità cubane per il «filtro ideologico» applicato a suo dire nel paese a internet e a tutte le manifestazioni del pensiero.

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