venerdì 9 ottobre 2009

Scempio nei siti archeologici iracheni


Sono sepolti nel cuore dell’Irak, sotto la polvere e l’argilla, sono i mille tesori e la storia della cultura occidentale. A partire dall’invasione del 2003, oltre al dramma della guerra, l’immensa eredità culturale dell’Iraq ha subito un saccheggio a dir poco ‘barbarico’. In particolare negli ultimi due anni, poi, la depredazione è stata così scellerata da ridurre, a livello visivo, il suolo dell’antica Mesopotamia ad una terra desolata. E’ di fatto una razzia incontrollabile, talmente fuori controllo da permettere che rarissimi manufatti finiscano, addirittura, in vendita su Ebay per meno di 100 dollari. E’ possibile trovare alcune tavolette con incise le gesta eroiche di Gilgamesh semplicemente ricercandole nel sito di aste online, e senza particolari difficoltà. La cosa piu’ triste di tutta questa storia e’ che nessuno sta muovendo un dito per fermare questo sciacallaggio. Se nessuno interverra’ al piu” presto si distruggerano i siti archeologici dove sono state erette le prime città, si cancellerano dalla memoria collettiva i luoghi dove l’uomo ha scrutato per la prima volta il cielo e dove ha cigolato la prima ruota. Si sta cancellando in maniera indelebile lo spazio dove nascevano la legge, i numeri e le prime forme di scrittura. E la cosa peggiore è che non si tratta di un ‘segreto’ ma di una situazione che, già da diversi anni, è sotto agli occhi di tutti. Già nel 2005, infatti, dopo un sopralluogo nel sito archeologico di Babilonia, il responsabile per l’istituzione culturale britannica dell’antico e vicino oriente, John Curtis, denunciava la drammatica devastazione artistico-culturale del paese. Secondo quanto racconta Curtis, in questi anni, le forze alleate hanno usato un sito tra i più antichi e preziosi del mondo come base militare, devastandone il lastricato vecchio di 2000 anni con il passaggio dei mezzi pesanti. Lo studioso aveva anche denunciato l’utilizzo dei frammenti preziosissimi da parte dei soldati, pietre antichissime vengono usate per riempire i sacchi di sabbia e sfruttate per rinforzare le barriere di sicurezza. Da quel soppraluogo poi, la situazione in Iraq non solo non è migliorata ma è talmente peggiorata che persino diverse aree del sito di Babilonia sono state ricoperte di ghiaia e di terra, cancellando per sempre ogni futura possibilità d’indagine agli studiosi e agli esperti. Dice Clemens Reichel, archeologo e professore di civiltà mesopotamiche all’università di Toronto. “Continuo a trovare incredibile il fatto che tutto questo sia potuto accadere, da quando è iniziata la guerra il mio lavoro come archeologo in quei siti è cambiato per sempre e la portata di questa catastrofe non potrà nemmeno essere ridimensionata”. C’e’ poi un mercato nero di opere, il passaggio dei soldati ha anche agevolato l’opera di ladri e ricettatori. Ci sono migliaia di reperti, come tavolette con iscrizioni cuneiformi, sigilli, fregi, statue e ornamenti, che vengono inseriti illegalmente nei mercati dell’antiquariato di contrabbando di Londra, Ginevra e New York. Dopo la caduta del regime di Saddam Hussein anche il museo di Baghdad ha subito un saccheggio devastante. “Il museo di Baghdad era un polo d’eccellenza – sostiene Mario Fales, professore di storia del vicino oriente antico all’università di Udine – e la coalizione è arrivata senza una preparazione specifica rispetto a quello che avrebbero trovato, in questo paese c’era la capacità e la competenza per fare un buon lavoro di ricerca e di conservazione, non è mai stato fatto e non viene fatto tuttora. Si va avanti ad una media di mille reperti rubati che scompaiono ogni giorno”. Del resto, se non ci si affretterà ad intervenire attivamente per salvare il patrimonio culturale dell’Iraq, la perdita di queste preziose testimonianze toglierà per sempre ai ricercatori la possibilità di ricostruire, con esattezza, il mosaico intricato della storia del pensiero umano, dell’arte e della civiltà occidentale.

Leggi altri articoli
http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/esteri/museobagdad/museobagdad/museobagdad.html
http://archiviostorico.corriere.it/2003/novembre/15/mio_lavoro_salvare_siti_archeologici_co_0_031115022.shtml
http://xoomer.virgilio.it/vascello/diretta.htm

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