mercoledì 7 ottobre 2009

Ritorno al passato, ma allora Chernobyl non ha insegnato nulla!?


Prima centrale in Italia attiva dal luglio 2020, previsti 4 reattori in tre centrali. Sulla scelta dei siti ancora solo ipotesi . E' la stima degli esperti Enel che lo considerano «un obiettivo realistico». Poi ogni 18 mesi l'avvio degli altri reattori del progetto per il nucleare in Italia di Enel con l'alleata francese Edf. La selezione del primo sito è attesa per il 10 ottobre 2010, dopo la pubblicazione dei criteri per la scelta, attesi non prima del prossimo luglio. La prima colata di calcestruzzo per l'edificio del reattore è prevista per il 9 luglio 2015. Le scadenze previste sono state indicate nel corso di un seminario in Francia dove Edf (con Enel che partecipa all'investimento con una quota del 12,5%) sta costruendo il terzo reattore della centrale di Flamanvile, un progetto di ultima generazione che rappresenta il modello per la costruzione delle centrali nucleari di Enel in Italia. Il piano di Enel per il nucleare in Italia ipotizza la costruzione con l'alleata francese Edf di quattro reattori divisi tra tre centrali. Una soluzione che non è definitiva e che potrebbe essere rivista preferibilmente con due reattori per due centrali. Lo hanno spiegato gli esperti dell'Enel. Nell'ambito dell'alleanza italo-francese per il nucleare Enel guiderà la realizzazioni di centrali per circa la metà degli obiettivi di generazione nucleare in Italia fissati dal governo: quattro reattori da 1.600 Mw sugli otto (in tutto 13mila Mw) necessari per coprire il 25% dei consumi stimati a partire dal 2020 . Ogni reattore, per dare una idea della capacità di generazione, potrà alimentare una città come Roma. L'individuazione dei siti, uno dei passaggi più delicati, non è attesa prima di luglio 2010 e i criteri che verranno stabiliti dalla nuova Agenzia per il nucleare non dovrebbero comunque riservare sorprese perché necessariamente in linea con standard internazionali. I luoghi dovranno rispondere all'esigenza di un facile ed abbondante approvvigionamento di acqua (sul mare, ma anche su grandi fiumi come il Po) e di collegamento agli elettrodotti, alle caratteristiche sismiche del territorio, a requisiti di poca densità di popolazione, alla elettrodotti. Il 40% degli italiani è favorevole alla costruzione di centrali nucleari (il 12% è molto favorevole, il 28% lo è abbastanza, ma chi sono questi italiani?): un dato in aumento del 2% nel 2008 rispetto a due anni prima. La percentuale dei sì scende però al 17% se la risposta non è più in generale ma riguarda la «propensione ad accettare o rifiutare una centrale nucleare nei pressi di dove si abita»: in questo caso dice no l'82% degli italiani. Ed il 52% è sul fronte di una opposizione ancora più netta: «non lo accetterei e farei di tutto per impedirlo», risponde. L'arruolamento di tecnici esperti potrebbe rappresentare un problema, un fattore di difficoltà per il progetto italiano di ritorno al nucleare,: i laureati italiani in ingegneria nucleare sono preparatissimi, ma pochi, e tempestati da offerte di lavoro all'estero dove i compensi sono nettamente più competitivi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

i francesi esportano i loro errori, guardate questo link e leggete a cosa andremo incontro
http://www.altrenotizie.org/ambiente/2751-la-francia-radioattiva.html

Roberto Tramarin ha detto...

ECCO INVECE COSA RIPORTA REPUBBLICA IN DATA 08/10
Nucleare, tre italiani su quattro
non vogliono centrali in 'casa'
Il sondaggio Il 72% della popolazione continua a non fidarsi dell'atomo
e vorrebbe puntare sulle alternative eolica e solare di ANTONIO CIANCIULLO
Tre italiani su quattro non vogliono nemmeno prendere in considerazione l'idea di una centrale nucleare nella propria provincia. E il 72 per cento non crede che le attuali tecnologie nucleari garantiscano elevati standard di sicurezza.
E' il verdetto che esce dall'indagine sulla democrazia energetica condotta dall'Istituto Format per conto di Somedia su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (sono state effettuate 1.000 interviste con il sistema Cati dal 14 al 17 settembre 2009). L'atomo esce bocciato in modo netto, nonostante il lungo pressing del governo che ha aperto all'industria francese del settore, in forte difficoltà di bilancio e alle prese con l'aspro contenzioso giudiziario per l'impianto di nuova generazione che sta subendo un rinvio dopo l'altro in Finlandia.
Che il nucleare non piaccia agli italiani del resto sembra essere una conclusione alla quale è arrivato anche Palazzo Chigi: il governo ha deciso di rinviare la definizione dei siti per le quattro centrali che intende costruire a un periodo successivo alle elezioni regionali di primavera. Ma come produrre l'energia che sarà comunque necessaria, anche spingendo al massimo sulla leva dell'efficienza? Ecco l'indice di gradimento sulle rinnovabili che emerge dall'indagine di Format diffusa oggi al convegno Energetica, organizzato da Somedia. Al primo posto c'è il solare fotovoltaico con il 48,6 per cento. Al secondo l'eolico con il 25,9 per cento. Al terzo il solare termico con il 17,3 per cento. Poi vengono le biomasse (2,6 per cento), le onde marine (3,3 per cento), la geotermia (1,3 per cento), il mini idroelettrico (1,0 per cento). Il livello di conoscenza delle fonti di energia rinnovabili non è risultato molto alto. Ha affermato di conoscere “molto bene” l'energia solare fotovoltaica il 26,4% del campione, l'energia solare termica il 17,1 per cento, l'energia eolica il 26,6 per cento, l'energia da biomasse il 12,3 per cento, l'energia dalle onde del mare il 7,5 per cento, la geotermia il 10,8 per cento ed il mini-idroelettrico il 6,3 per cento.