lunedì 26 ottobre 2009

Usa, l'Arizona privatizza il braccio della morte


E’ il primo stato americano a privatizzare completamente non solo le sue prigioni, ma anche il braccio della morte. E’ di pochi giorni fa la notizia che l’Arizona affiderà ad una impresa privata la gestione di questo settore. Lo stato, che ha già dato in appalto a privati quasi un terzo delle sue prigioni, e che ha un deficit di bilancio di 2 miliardi di dollari, pensa di ridurlo grazie ad un risparmio di circa 100 milioni di dollari all'anno grazie a questo appalto. Ci sono gia’ molte ditte appaltatrici che gesticono vari settori carcerari dall’Alaska alle Hawaii ma e’ nata una polemica da parte di Todd Thomas, della Correction Corp of America, una impresa privata che amministra una delle carceri dello stato, e che ha precisato che anche se le esecuzioni verrebbero compiute sempre da funzionari statali, ha ammesso che ditte come la sua non sono addestrate al controllo dei condannati a morte, e si e’ detto assai preoccupato perche’ questi sono i detenuti più difficili, aggiunge inoltre che sinora non avendo avuto a che fare con penitenziari di massima sicurezza manccherebbe la necessaria preparazionea ad affrontare una tale responsabilita’. Un ex ricercatore del Ministero della giustizia, James Aaustin, che nel 2001 pubblicò un rapporto sulla privatizzazione delle carceri, ha ammonito che se accadesse qualcosa nei bracci della morte in mano a privati, scoppierebbe uno scandalo. Il deputato repubblicano John Kavanagh, colui che ha promosso la riforma appena approvata dal Parlamento statale, ha confutato i critici, sostenendo che i risultati saranno buoni e comunque non esiste una alternativa più economica. Le carceri “private” negli Stati Uniti nacquero negli anni ottanta e sono sempre state messe sotto accusa per i motivi più diversi, dal pessimo vitto e la mancanza di cure dei detenuti agli scoppi di violenza e alla scarsa riduzione dei costi. Attualmente i detenuti in attesa della esecuzione nel solo stato dell'Arizona sono 127 su un totale di oltre 40 mila, tutti rinchiusi in penitenziari di massima sicurezza. Queste strutture sono usate non solo dai singoli Stati, che vi detengono oltre 100 mila persone, ma anche dal governo federale, che ve ne detiene circa 35 mila. La riduzione dei costi, non la questione morale, è una delle argomentazioni addotte contro la sentenza capitale, mantenere i condannati nei bracci della morte è costosissimo, a causa della sorveglianza, le rivolte e le malattie.
Di recente nello stato dell’Ohio e’ accaduto che in due casi, i boia non siano riusciti a fare l’iniezione letale ai condannati, che sono stati perciò riportati nelle loro celle. Il Giudice ha cosi’sospeso l'esecuzione per accertare se una seconda non violerebbe il divieto costituzionale di «pena eccessiva e crudele.

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