martedì 20 ottobre 2009

Truffa certificata


Un’azienda pugliese produceva olio con certificazione biologica in terreni occupati in parte da una discarica di rifiuti speciali. Quattro persone, fra cui il responsabile di un Organismo di controllo per la certificazione dei prodotti da agricoltura biologica, sono state denunciate alla Procura della Repubblica dal Nipaf, il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale del Corpo forestale dello Stato di Bari, per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e della Comunità europea, falso ideologico in certificati. È accaduto a Grumo Appula, nel barese, dove un' azienda agricola già dal 2005 percepiva aiuti comunitari per la produzione di frutta e olio di oliva con i metodi dell' agricoltura biologica. Per accedere ai finanziamenti, come previsto dal bando regionale per il sostegno allo sviluppo rurale, i titolari dell' azienda avevano accluso alla documentazione di richiesta, i prescritti attestati rilasciati dall' Organismo di controllo e la relazione agronomica redatta da un tecnico professionista. Una parte dei terreni dichiarati a coltura di ulivo erano però da tempo stati occupati da una discarica di rifiuti speciali, dell'altezza di quasi 10 metri, posta sotto sequestro dal Corpo forestale dello Stato. Rimane quindi da verificare se oltre alla truffa, ci sia una minaccia per la sicurezza alimentare. In Puglia viene prodotto circa un quarto di tutto l’olio extravergine del nostro Paese, gran parte del quale esportato anche all’estero. “L’azione efficace e preventiva del Corpo forestale dello Stato – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia - si inserisce in un quadro di controlli capillari nel settore agroalimentare, controlli che sono stati proprio in questi mesi rafforzati e che stanno dando i loro frutti, a tutela dei consumatori di tutto il mondo”.

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