giovedì 22 ottobre 2009

Scoperto il segreto delle mummie di Palermo


Che cosa ha permesso agli imbalsamatori di conservare così bene i corpi che si trovano nelle catacombe dei Cappuccini a Palermo?
Rosalia Lombardo, la bambina (in foto) morta nel 1920 all'età di due anni e la più famosa tra le duemila mummie del monastero siciliano, alcune delle quali sono lì da 400 anni. L'edizione italiana e quella americana del National Geographic del febbraio scorso hanno dedicato un servizio proprio alla scoperta. Il segreto di Salafia? Sostanze normalmente usate per conservare i morti, ma assemblate con dosaggi perfetti. Il segreto delle imbalsamazioni ha rischiato di andare perduto, invece – grazie agli studi dei ricercatori dell’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’EURAC – ha avuto risalto sulle pagine della rivista americana che documenta il lavoro che Zink, Piombino-Mascali, giovane antropologo siciliano, hanno condotto per svelare il mistero della formula utilizzata per la fantastica conservazione. La mummia della piccola Rosalia rappresenta una vera e propria attrazione turistica. Il fiocco che le solleva i capelli, i ciuffi che le ricadono sulla fronte e il volto paffuto e disteso contrastano con l’immagine macabra a cui solitamente una mummia viene associata e danno l’impressione che la bambina stia solo dormendo. Per ottenere questo risultato Salafia aveva fatto ricorso a un sistema di conservazione permanente delle salme basato sull’iniezione di sostanze chimiche. Solo in seguito alla ricostruzione della genealogia dell’imbalsamatore e all’incontro con gli eredi, i ricercatori sono riusciti ad accedere ai suoi appunti e a ricostruire la misteriosa formula. “Si tratta di una miscela di formalina, glicerina, sali di zinco, alcool e acido salicilico”, spiega Piombino-Mascali, a cui si poteva aggiungere un trattamento del volto con paraffina disciolta in etere, per mantenere un aspetto del volto vivo e rotondeggiante”. Come sottolinea il National Geographic nel suo reportage, la scoperta ha un importante valore storico-medico, perché la soluzione messa a punto dall’imbalsamatore siciliano è uno dei primi esempi di uso della formaldeide per l’imbalsamazione umana. Nel corso delle ricerche si è anche pensato a come garantire la preservazione della salma di Rosalia Lombardo. “Ora che conosciamo il metodo di imbalsamazione a cui il corpo è stato sottoposto, possiamo avviare uno studio conservativo per salvaguardare la piccola mummia da un ulteriore degrado”, spiega Albert Zink. Oltre all’interesse di National Geographic Magazine, le ricerche dell’Istituto per le Mummie e l’Iceman hanno destato anche l’attenzione di National Geographic Channel che ha prodotto il documentario “Italy’s mystery mummies” uscito il 3 febbraio di quest'anno negli Stati Uniti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

junk science

Anonimo ha detto...

Volevo porre UNA DOMANDA... da persona ignorante in quanto non mi intendo si biologia scienza etc... volevo sapere se anche i capelli di questa bambina sono veri grazie alla miscela di formalina oppure le è stata messa una parrucca?

Anonimo ha detto...

noooooo scherzi! la mummia è rimasta sigillata per 89 anni e non si discute lo hanno detto gli scienziati e anche il National Geographic ..................

è vero la formalina, i sali di zinco e tutte quelle menate: stanno scritte sul manoscritto però tu nn puoi leggerlo...lo possono leggere solo loro....