Basta una mossa di karate, con l'enorme coda, e lo squalo è abbattuto. Alcune incredibili immagini, scattate a largo della Nuova Zelanda da una biologa marina, Ingrid Visser, mostrano per la prima volta come le orche assassine con estrema intelligenza e forza ingannano, attirano, stordiscono e uccidono gli squali, fra i più temuti predatori degli oceani. Un'altra strategia con cui le orche vincono la battaglia contro i loro avversari è detta del «recinto». Un gruppo di orche si dispone a cerchio e isola lo squalo e lo puntano spingendolo, oppure lo attaccano furtivamente da sotto attentando subdolamente alla pancia. «Alla fine del combattimento – aggiunge la Visser, che vive e lavora a Tutukaka, in Nuova Zelanda – girano su e giù lo squalo di modo che l’animale è completamente disorientato e non riesce più a muoversi». E anche in questo caso, il pasto e facile. La Visser (in foto), 43 anni, studia da 17 il comportamento dei mastodontici cetacei e le strategie che adottano per avere la meglio su altrettanto colossali squali, come il Mako e il Grande Squalo Bianco, da cui molti pesci stanno alla larga. «Usando una combinazione vincente di grande abilità e intelligenza e forza brutale – spiega la Visser – catturano e mangiano quelli che per molti sono gli inarrivabili predatori degli Oceani». La più impressionante delle tecniche è il colpo di coda: ruotandola velocemente l'orca crea fortissime correnti da cui lo squalo non può scappare; in questo modo l’animale sale alla superficie ed è così che l'orca solleva in alto la parte posteriore del corpo e la scaraventa sul dorso dello squalo tramortendolo. Il boccone a questo punto è pronto. La biologa, una delle maggiori studiose del comportamento delle orche “assassine”, comunque non condanna i pericolosi cetacei: «Non è che si muovano apposta per attaccare i loro nemici – precisa - il fatto è che trovare cibo nell'Oceano non è una questione semplice. Dunque, quando c’è l’occasione, l'orca la coglie al volo».
martedì 1 dicembre 2009
Ecco come le orche uccidono gli squali, la scoperta di una biologa marina nelle acque della Nuova Zelanda
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