I resti di una città romana sono stati ritrovati nelle acque libiche, lungo la costa orientale della Cirenaica. Il ritrovamento, identificabile tra le città di Derna e Bomba, è stata effettuato da un equipe di tecnici e archeologici italiani della Regione Sicilia e dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, guidati dal sovrintendente Sebastiano Tusa, durante gli studi del progetto ArCoLibia (Archeologia Costiera della Libia), che va avanti da alcuni anni e che ha già portato ad alcune importanti scoperte come la nave veneziana Tigre naufragata presso il capo Ras al-Hilal. Gli archeologi italiani avevano già individuato alcuni resti di strutture murarie sepolte tra le dune sabbiose delle spiagge di Capo di Ras Etteen. Edifici, strade, tombe ed alcune per la macerazione di molluschi tipici delle coste del mar Mediterraneo, dai quali si otteneva la porpora, un pigmento pregiato che nel mondo classico simbolo di lusso e legato al potere civile e religioso, riservata ad imperatori, senatori e sacerdoti. Si suppone che la città, il cui nome non è ancora stato accertato, subì gli effetti catastrofici di uno tsunami causato da uno dei più forti terremoti del mondo antico che colpì il 21 luglio del 365 d.C. l'intero Mediterraneo, devastando o sommergendo grandi città del mondo antico. Molte delle vasche, infatti, risultano ancora chiuse in attesa della macerazione dei molluschi e molte mura risultano spostate di qualche metro dalla loro posizione originaria. La città doveva essere un punto strategico, una tappa necessaria per le rotte di navigazioni costiere, ma anche per quelle che collegavano la Greta con l’Africa. Quello che colpisce è l’impianto urbanistico perfettamente regolamentato con grandi edifici a pianta rettangolare collegati tra loro da strade distribuite secondo criteri rigorosi.
martedì 29 dicembre 2009
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