martedì 22 dicembre 2009

Ogni anno ritirati circa 400 prodotti dagli scaffali dei supermercati

In Italia una catena di supermercati ritira dagli scaffali 400/500 prodotti alimentari l’anno. E’ quanto emerge incrociando i dati forniti dal ministero della Salute con quelli del controllo qualità delle due principali insegne. Le campagne di ritiro sono un tema all’ordine del giorno anche in Europa, visto che l’anno scorso l’Italia ha inviato alla DG Sanco di Bruxelles (organismo che coordina il sistema di allerta alimentare europeo RASFF) ben 468 segnalazioni (su un totale di 3040). I problemi più diffusi riguardano la presenza di micotossine in pistacchi e arachidi (900 casi il numero è elevato perché si controllano tutte le partite), le salmonelle (300 casi), l’uso di additivi e coloranti vietati (200 casi). Per fare fronte alle emergenze il controllo qualità dispone di una struttura pronta ad intervenire in poche ore. Quando l’allerta riguarda un solo articolo la questione è abbastanza semplice. Diventa più complicata quando la segnalazione riguarda un ingrediente presente in centinaia di preparazioni, come è avvenuto qualche anno per il peperoncino colorato con una sostanza cancerogena. Il ogni caso il sistema di allerta segnala solo una parte dei 400/500 prodotti difettosi che ogni anno vengono sottratti alla vendita. I ritiri quotidiani nel 15/20% dei casi scattano per la data di scadenza, indicata in modo poco leggibile o per errori grossolani. Spesso il ritiro è richiesto dall’azienda in seguito ad un problema riscontrato durante la produzione (latte con troppa carica microbica, imperfetta chiusura della confezione, diciture errate….). Gli stessi supermercati intervengono per ritirare i prodotti difettosi con il loro marchio. Ci sono poi le segnalazioni dei dipendenti quando sistemano i prodotti sugli scaffali e notano involucri troppo fragili, pasta con farfalline, confezioni di latticini bombati, buste di prosciutto saldate male, conserve in scatola ammaccate… Le segnalazioni più preziose arrivano dai consumatori. Bastano 3/4 reclami per togliere il prodotto dagli scaffali, come è accaduto di recente per una maionese con un forte odore di pesce, pane in cassetta dal sapore troppo acido e porzioni di arrosto di tacchino con una strana colorazione gialla.

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