lunedì 14 dicembre 2009

Prosciutto di Palma

La notizia segnalataci oggi sulla fondazione in Cina di una città dal nome Parma, dietro iniziativa di intraprendenti industriali dell’agroalimentare cinese, non è recente, merita però una riflessione. Lo scopo di questo progetto è la produzione di prosciutti crudi dagli occhi a mandorla, commercializzati con il claim “Made in Parma”. Geniale! Al momento non sappiamo se il progetto sta proseguendo, ne quale sia lo stato d’avanzamento, sappiamo solamente che alcuni traders, sono stati pizzicati a Dubai mentre stavano prendendo contatti con eventuali futuri acquirenti del “Plosciutto di Palma”. Non abbiamo le conoscenze giuridiche per valutare se si possa trattare di frode in commercio, usurpazione, imitazione o altro. Tuttavia ci viene da pensare che: se sono stati prodotti a Parma (Cina), niente e nessuno possa impedire loro di definirli “Made in Parma”, è una sacrosanta verità. Siamo però certi che difficilmente queste cosce prenderanno la strada per le tavole italiane, così come i vari “Parmesan cheese” sparsi qua e la per il globo. Proteggere il marchio dagli eventuali danni d’immagine ed economici sarà compito del Consorzio, quello che invece deve fare riflettere i consumatori è l’ignoranza enogastronomica che pervade gran parte delle persone, a queste siamo sicuri, gli si potrebbe servire il plosciutto di Palma con la certezza di infinocchiarli per bene. Grazie a questi ignoranti, che consumano tra l’altro: pangasio per sogliole, squalo per pescespada, mozzarelle di bufala con latte vaccino, olio d’oliva colorato con clorofilla, fragole a Natale, mangiano pomodori tutto l’anno, pane precotto congelato per pane fresco etc… Ebbene grazie a questi “intenditori” ogni mattina qualcuno si sveglia pronto a fotterli, e dispiace dirlo, se lo meritano. E’ vero, non siamo mica tutti sommeliers o gastronomi, ma è pur vero che ogni giorno ci sediamo a tavola per consumare i nostri pasti, allora proviamo a riflettere, e pensare a cosa abbiamo nel piatto, cerchiamo la tipicità dei sapori, impariamo i gusti, memorizziamo le sensazioni, le textures degli alimenti. Oppure si può continuare a mangiare distrattamente, magari guardando la televisione, o sbirciando il giornale limitandosi a dei “questo mi piace, questo no” e sperare di non essere i prossimi clienti del plosciutto.

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